mercoledì 1 maggio 2013

Ile-de-France: l'abbazia di Royaumont


Nella Valle dell'Oise, a nord di Parigi, si trova l'insieme cistercense più grande e completo dell'Ile-de-France.

L'abbazia reale fu fatta costruire da Luigi IX, più noto come San Luigi, nel XIII secolo.
Luigi VIII, padre di Luigi IX, nelle sue ultime volontà aveva espresso il desiderio di far costruire un monastero dedicato alla Vergine, finanziato dalla vendita dei suoi gioielli e delle sue corone.
Luigi IX lo fece costruire in prossimità del castello reale di Asnieres-sur-Oise.
Il luogo fu ribattezzato in latino Mons Regalis, che fu tradotto in Mont Royal o Royalmont.

Luigi IX

Il re sovraintese la costruzione del monastero recandosi sul luogo ben 39 volte, partecipando attivamente alla vita del cantiere.
Vi fece seppellire tre dei suoi figli, che furono successivamente traslati nella cattedrale di Saint-Denis.

Tra i suoi abati si ricorda anche il cardinal Mazzarino.
Dopo la Rivoluzione nel 1792 il complesso monastico fu venduto.
I nuovi proprietari furono i marchesi di Travanet, che fecero demolire la chiesa abbaziale e le gallerie del chiostro da 300 operai, per utilizzare il materiale di demolizione per la costruzione delle abitazioni dei lavoranti della filanda di cotone, che qui fu istallata.

Dal 1869, dopo la morte del proprietario, la struttura riacquistò la sua originale funzione, ripopolato dalle Sorelle della Santa-Famiglia di Bordeaux.
Furono eseguiti lavori di restauro per riportare il monastero allo stile gotico e ricostruite le gallerie del chiostro.



Durante la prima guerra mondiale fu adibito ad ospedale.
Fu infine acquistato dalla famiglia Gouin che vi fondò la Fondazione Royaumont,
per il progresso delle Scienze dell'uomo.

parco dell'abbazia

La visita dell'abbazia ha inizio nel parco, con piccolo laghetto e canali d'acqua.
La facciata del monastero presenta due corpi: sulla sinistra l'edificio della latrina, a destra i resti della chiesa e al centro l'edificio dei padri.

canale nell'abbazia

La latrina è un edificio attraversato per la sua longitudine da un canale.
In esso venivano convogliate le acque della cucina e l'acqua piovana proveniente dai tetti, insieme a quelle di due ruscelli.
edificio delle latrine
Le suore della Santa-Famiglia vi fecero istallare una grossa ruota idraulica che azionava la pompa per tirare fuori l'acqua dai pozzi e distribuirla nell'abbazia.
Sopra le aperture, tra gli archi della volta, si trovavano le latrine medievali.
In essa si trova oggi una sala da tè.

edificio dei padri


passaggio-parlatorio dell'edificio  dei padri




L'edificio dei padri è stato restaurato nel XX secolo in stile gotico, con ampie finestre e volte a ogiva. Solo i muri sono medievali.
Originariamente il piano inferiore era adibito a sala capitolare, sacrestia e sala dei monaci, mentre al piano superiore si trovava il dormitorio dei padri, in comunicazione con la latrina.
Oggi trova posto la biblioteca della Fondazione.




Dopo aver attraversato l'edificio tramite un passaggio-parlatorio si accede al chiostro gotico.


chiostro

E' considerato il più grande chiostro cistercense della Francia.
Durante il periodo della filanda furono distrutti il lavabo, l'ala est, dove venne costruita una portineria, e i giardini.


chiostro

Le religiose che si sostituirono all'attività manufatturiera ricostruirono le gallerie gotiche e il giardino diviso in quadranti simmetrici.

chiostro
una galleria del chiostro

Sul chiostro si aprono le sale del refettorio, delle cucine e della sacrestia.
Il refettorio è la sala più affascinante e meglio conservata del complesso monastico.

refettorio
refettorio

Il pavimento è stato rifatto con piastrelle policrome ispirate al XIII secolo.
Esili colonne lo dividono in due navate.

pavimento policromo
Su una parete si trova il pulpito decorato dal quale uno dei monaci leggeva i testi sacri durante i due pasti giornalieri dei monaci.

Il refettorio comunicava con le cucine tramite un passavivande posto nel muro.

In esso è stato posto il sarcofago del Principe Enrico di Lorena-Harcourt, posta in origine nel transetto della chiesa.

pulpito del refettorio
 










Tra il refettorio e l'edificio dei padri si trovava lo scriptoriun, l'unico ambiente riscaldato del monastero oltre le cucine.
Qui i monaci dedicavano il loro tempo a ricopiare testi antichi.

Le cucine furono più volte rimaneggiate.
Le colonne poste al suo centro sono massicce, e forse tra esse si trovava il camino.

cucine
cucine

Nelle cucine è esposta la statua della Vergine di Royaumont, rara rappresentazione della Madonna a seno nudo del XIV secolo.

Vergine di Royaumont
La sacrestia era divenuta una cappella per le donne della famiglia Travanet, dove oggi vengono esposti resti della chiesa e statuaria.

statue nella sacrestia

resti della chiesa



Della chiesa rimangono ben pochi resti.
Frammenti di colonne e capitelli sono posti a disegnare la sua antica planimetria.

resti della chiesa
resto della decorazione della chiesa

Era lunga 106 m e alta 28 m.
Era ad unica navata e il suo coro aveva 7 cappelle radianti.
Tramite la porta rossa si accedeva al chiostro.

muro della chiesa adiacente al chiostro
resti del coro
L'unica vestigia rimasta in piedi è una torretta con scala che si erge solitaria nel transetto nord.
 
torretta del transetto

Usciti dal refettorio si possono vedere i giardini d'ispirazione medievale, chiamati "giardini dei nove quadranti", in quanto sono divisi in nove riquadri nei quali trovano posto piante ed erbe dalle virtù terapeutiche e un po' magiche che i monaci coltivavano.

"giardini dei nove quadranti"

www.royaumont.com
Orario: marzo/ottobre         10.00/18.00
             novembre/febbraio 10.00/17.30
             lunedì/venerdì chiusura tra le 12.45 e le 13.45
Costo 6,50€


CONCLUSIONI
Una visita idilliaca in un'abbazia antica, che ha subito molte trasformazioni nei secoli trascorsi dalla sua costruzione.
Ha cambiato diverse funzioni durante le epoche che si sono susseguite, ma non ha perso il fascino che la caratterizza.
Lungo il percorso di visita si trovano piccoli brani che illustrano la vita presso il monastero di re Luigi IX, che ne testimoniano la sua predisposizione verso il prossimo: "...ai monaci che gli dicevano che nel servire i piatti a tavola agli altri monaci si sarebbe sporcato il mantello, lui rispose che non gli importava, tanto di mantelli ne aveva altri"!



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