sabato 2 agosto 2014

La "Regina Viarum": la Via Appia Antica (V/VI miglio)

"Stanno nel grigio verno pur d'edra e di lauro vestite
ne l'Appia tristal le ruinose tombe.

Passan pe 'l ciel turchino
che stilla ancor da la pioggia
avanti al sole lucide nubi bianche.

Egle, levato il capo vèr' quella serena promessa
di primavera, guarda le nubi e il sole.

Guarda; e innanzi a la bella sua fronte
più ancora che al sole
ridon le nubi sopra le tombe antiche."
                                         Giosuè Carducci - Egle  (Odi Barbare)



Continuiamo la nostra passeggiata lungo la Regina Viarum.
Percorreremo il tratto che dal bivio con via Erode Attico e via Tor Carbone, prosegue sino a Casal Rotondo.
Si continueranno ad incontrare monumenti funerari più o meno ben conservati e la grandiosa Villa dei Quintili. 

Monumento Funerario a Torre
Guardando sulla destra troviamo un Monumento Funerario a Torre, di cui si conserva il nucleo in calcestruzzo. Su di esso un'iscrizione cita i nomi di tre liberti ebrei della famiglia dei Valerii: L.Valerius Baricha, L.Valerius Zabda e L.Valerius Achiba.

iscrizione dei tre Liberti Ebrei
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Passiamo dall'altra parte della strada per guardare due Sepolcri a Tempietto in Laterizio risalenti al II secolo d.C.

due Sepolcri a Tempietto
Al primo a due piani in laterizio di due colori è stata rifatta nell'800 la facciata aggiungendovi frammenti marmorei.

facciata del primo Sepolcro a Tempietto
primo Sepolcro a Tempietto
Il secondo sepolcro evidenzia la trasformazione medievale in torre di vedetta e la tecnica di costruzione a tufelli apportata al monumento in quell'epoca.

secondo Sepolcro a Tempietto
interno del secondo Sepolcro a Tempietto
Sul lato opposto sorge, dopo due nuclei a torre, un Mausoleo Circolare, su un basamento quadrangolare, e sormontato da una torre in scaglie di selce e materiale di riutilizzo, aggiunta nel medioevo.

due nuclei a torre
Mausoleo Rotondo
entrata del Mausoleo Rotondo
Un'epigrafe funeraria forse pertinente a questo sepolcro si trova fra l'erba.
E' un blocco marmoreo curvilineo appartenuto al monumento sepolcrale di Lucio Arellio Diofanto (un  liberto di Glabra) e della moglie Titinia Nobile.

L(ucio) Arellio Glabrai l(iberto)
Diophanto,
Titiniai Nobili
uxori.

(traduzione: "A Lucio Arellio Diofanto, liberto di Glabra, e a Titinia Nobile, sua consorte.")
epigrafe di Lucius Arellius Diophantus
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Siamo giunti ora a quella zona chiamata Fossae Cluiliae, una fossa che tagliava la via Appia fino alla via Latina.

Fossae Cluiliae
Qui anticamente vi era anche il confine tra Roma e Albalonga, e questi sono i luoghi dove la leggenda vuole che durante il regno di Tullo Ostilio gli Orazi (i tre fratelli romani figli di Publio Orazio) e i Curiazi (tre gemelli di Albalonga) combatterono nel VII secolo a.C. come rappresentanti delle loro città.
Vinse uno dei fratelli romani e Albalonga si sottomise a Roma.
In realtà sembra che ci fu una vera e cruenta guerra.

Giuramento degli Orazi - Jacque-Louis David (Museo del Louvre - Parigi)
Leggenda o realtà, qui si trovano i due sepolcri attribuiti ai fratelli che si sfidarono.
Un altro sepolcro detto "degli Orazi e Curiazi" si trova ad Albano Laziale.
 
Tumulo dei Curiazi
Il Tumulo dei Curiazi posto al V miglio sulla destra della via Appia Antica è un sepolcro a tumulo, con fondazione fatta di calcestruzzo sovrastata da un cumulo di terra e da una piccola torre di tufo di forma cilindrica, accessibile dalla camera funeraria posta in basso.
E' una tomba di età tardo-repubblicana.
In questo momento un gruppo di archeologi dei Paesi Bassi sta effettuando degli scavi (motivo della recinzione).

i due Tumuli degli Orazi
Proseguendo 300 m si trova sullo stesso lato della strada i due Tumuli degli Orazi, databili al periodo fine repubblica inizio impero, costituiti da bassi zoccoli, uno in travertino e uno in peperino, e da terra a forma di cono.
Probabilmente questi tumuli furono costruiti in età augustea in memoria degli eroi.

un Tumolo degli Orazi


l'altro Tumulo degli Orazi
Sepolcro a Piramide














Sulla sinistra della strada, si trova un Sepolcro a Piramide, costituito da un nucleo in calcestruzzo di selce, a piramide, e con basamento parallelepipedo.
Il sepolcro è attribuito ai fratelli Quintili che più avanti sulla via Appia avevano la loro residenza.
La tomba risale al II secolo d.C.

 
Sepolcro a Piramide
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Subito dopo si può ammirare il ninfeo della Villa dei Quintili.

ninfeo della Villa dei Quintili
Il ninfeo costituiva l'ingresso di una residenza suburbana, la seconda in estensione dopo Villa Adriana a Tivoli.
Il ninfeo è a forma di emiciclo a due piani con nicchia sul fondo e sul davanti un bacino.

ninfeo della Villa dei Quintili

planimetria del ninfeo
Bisogna immaginarlo ricoperto di marmi, con statue e decorazioni.
Sulla sommità ad arcone è stata trovata una statua di Ercole, forse un tempietto.

portico medioevale nel ninfeo
Sulla destra del ninfeo vi è un loggiato di epoca medievale, appartenuto ai conti di Tuscolo, che tramite una torre controllavano i traffici lungo la via Appia.
Il ninfeo fu anche utilizzato come fullonica, "una lavanderia"

trasformazioni avvenute nel ninfeo
retro fortificato del ninfeo 
Dal rinvenimento di una tubatura con i nomi dei proprietari di questa grandiosa villa (Quintilii Condianus et Maximus) si ha la certezza che appartenne ai fratelli Sesto Quintilio Cordiano Massimo e Sesto Quintilio Valeriano Massimo, entrambi consoli nel 151 d.C., governatori della Acaia (Grecia) e della Pannonia (Austria/Ungheria).
L'imperatore Comodo, con la scusa di una congiura che i due fratelli avrebbero architettato contro di lui, s'impossesò della villa mandandoli a morte (per strangolamento) nel 182 d.C.

Villa dei Quintili
La villa si estendeva dalla via Appia Antica alla via Appia Nuova e fu costruita tra il II e il IV secolo.

giardino tra il ninfeo e la villa
villa vista dal ninfeo
Dietro il ninfeo vi era un grande giardino ad ippodromo (xystus), che introduceva alla parte residenziale, lungo il quale vi era probabilmente un lungo porticato.
Parallelamente correva l'acquedotto e vi si trovavano cisterne che rifornivano la villa e le terme annesse.

diramazione dell'acquedotto
acquedotto
una cisterna
La Villa si estendeva sulla collina e comprendeva oltre la parte privata, quella di rappresentanza, giardini, cortili, terme.

ingresso alla zona di rappresentanza
Le terme per gli ospiti erano grandiose, con ingresso ellittico ad esedra posto alla fine del giardino porticato.

Terme della Villa dei Quintili
Terme della Villa dei Quintili
Sono ancora presenti gli ambienti del Frigidarium, del Tepidarim e del Calidarium, con grandi colonne, bellissimi pavimenti in marmo o a mosaico, marmi alle pareti e resti di affreschi.

Frigidarium
Frigidarium
Frigidarium
Calidarium
Calidarium
pavimento a mosaico
pavimento a mosaico
pavimento a mosaico
pareti affrescate e pavimento a mosaico
pavimento in opus sectile
pavimento in opus sectile
 Vi si trova anche una forica (le nostre toilettes).

forica
Accanto alle terme si trova il cosiddetto Teatro Marittimo, una costruzione simile a quella di Villa Adriana a Tivoli da cui prende il nome.
Sembra però non essere come a Tivoli l'ambiente più privato dell'imperatore bensì forse un ambiente ludico costruito da Commodo, amante dei giochi gladiatori.

Teatro Marittimo
Teatro Marittimo
Teatro Marittimo
Gli appartamenti residenziali erano meno ricchi ed imponenti, ma possedevano terme ad uso privato.

appartamenti privati della Villa dei Quintili
appartamenti privati
Tutti gli ambienti della Villa erano riscaldati da tubi posti nei muri, nei quali passava aria calda e nelle terme anche sotto il pavimento (ipocausto).

ipocausto delle terme
strutture per il riscaldamento delle Terme
La struttura della Villa originaria (dei fratelli Quintili) è in opera laterizia mentre quella successiva (dell'imperatore Comodo) è in opera listata.

Villa dei Quintili
Oggi l'accesso al sito avviene da via Appia Nuova 1092, dove nell'ex stalla del casale si trova anche un Antiquarium con reperti provenienti dalla Villa e dal circondario:
- statue di divinità romane e orientali

Zeus bronton
Dioscuro
Astarte (divinità fenicia)



Cautes e Cautopates (culto del dio Mitra)
Erma
Artemide Efesina
Zeus seduto
Ercole acefalo (II/III secolo d.C.)
Ercole (II/III secolo d.C.)



viso della statua di Ercole
Niobe
- frammenti architettonici

vaso e parte di statua
capitelli e tubi di piombo
capitello con leogrifi in marmo proconnesio
- oggetti di uso quotidiano

chiavi, pinzette e strumenti chirurgici
- tarsie marmoree di pareti e frammenti di affreschi

tarsie marmoree
tarsie marmoree e pasta vitrea
frammenti di affreschi e monete
Orario:    chiuso il lunedì 
                2 gennaio/15 febbraio                              9.00/16.30
              16 febbraio/15 marzo                                 9.00/17.00
              16 marzo/ultimo sabato di marzo              9.00/17.30
              ultima domenica di marzo/31 agosto         9.00/19.15
              settembre                                                    9.00/19.00
              1/24 ottobre                                                9.00/18.30
              25 ottobre/dicembre                                   9.00/16.30
Costo:    7€    con Terme di Caracalla + Tomba di Cecilia Metella
                      validità 7 giorni
                      prima domenica del mese GRATIS 
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L'11 luglio di quest'anno è stata presentata al pubblico la tenuta archeologica naturale che si trova accanto alla Villa dei Quintili, una nuova acquisizione della Soprintendenza Archeologica sulla via Appia: Santa Maria Nova.

complesso di Santa Maria Nova
All'interno di una festa ("Dal Tramonto all'Appia"), con visite guidate del nuovo sito e della Villa dei Quintili, spettacoli musicali e piccolo rinfresco ("Panem et Circenses", come avrebbe detto Giovenale), si è potuto visitare e scoprire gratuitamente una nuova area archeologica.

festa "Dal Tramonto all'Appia" Villa dei Quintili
Ambrogio Sparagna alla festa "Dal Tramonto all'Appia" (Villa dei Quintili) 11 luglio 2014
La tenuta si chiama Santa Maria Nova perché sin dal medioevo appartenne alla omonima chiesa dei monaci olivetani posta ai piedi del Palatino (ossia la chiesa di Santa Francesca Romana).

area residenziale romana di Santa Maria Nova
Nel 2006 la Soprintendenza ha potuto acquistare da una coppia di americani i
quattro ettari di agro romano, con casali medievali, terme romane, una cisterna rotonda e forse le residenze della guardia di servizio all’imperatore.

il casale di Santa Maria Nova
Il casale a tre piani con strutture medievali, gotiche e moderne, sorge su una cisterna di epoca adrianea (Castellum Acquae).
La torre fu costruita nel XIII secolo dai Caetani.

torre medievale di Santa Maria Nova
Una strada romana basolata, dopo aver attraversato il cortile d'ingresso, passa sotto il casolare: collegava la via Appia alla via Latina, passando attraverso la proprietà dei Quintili.

E' stata scoperta anche un'area funeraria del II secolo d.C. con tre tombe con corredi in oro.

terme di Santa Maria Nova
Ma il ritrovamento più affascinante sono le terme del II secolo d.C. appartenenti al complesso residenziale che alloggiava le guardie dell'imperatore Commodo.

un ambiente delle terme
un ambiente delle terme


terme di Santa Maria Nova
Si ritrovano gli ambienti tipici delle terme romane (Calidarium, Tepidarium e Frigidarium), decorati con marmi e mosaici.

disegno dei pavimenti a mosaico
Un pavimento a mosaico descrive una scena gladiatoria con il gladiatore MONTANUS con rete e tridente, affiancato dall'arbitro ANTONIUS che lo designa vincitore con la virga (i nomi dei personaggi sono scritti nel mosaico).


mosaico con gladiatori
Un altro mosaico pavimentale di un ambiente adiacente mostra invece una scena di giochi equestri con due coppie di cavalli che si fronteggiano nel'atto di sfidarsi.
INVICTUS è il nome di uno dei cavalli.

mosaico con cavalli
CURIOSITA': nel 1485 si rinvenne nella tenuta la tomba di una ragazza in perfetto stato di conservazione, immersa in un liquido e adornata con un diadema d'oro.
Ai suoi piedi ardeva una lampada che a contatto con l'aria si spense.
Gli archeologhi del tempo pensarono che fosse Tullia, la figlia di Cicerone, il quale qui sull'Appia aveva una proprietà.
Venne fatta seppellire in un posto segreto fuori Porta Pinciana da Papa Innocenzo VIII per paura che divenisse un oggetto di idolatria, data la curiosità che il suo corpo esposto in Campidoglio aveva destato.

Sembra che in tempi più recenti nella tenuta vagasse il fantasma di una bambina che cantava di notte e faceva scherzi agli ospiti dei proprietari americani!

La nuova area archeologica si potrà visitare prossimamente con visite guidate a pagamento. 
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Di fronte alla Villa dei Quintili si trova una statua femminile togata che con una mano tiene il velo che le copre la testa.

statua femminile togata
Sepolcro con scala a chiocciola







Alle sue spalle si erge il Sepolcro con scala a chiocciola, un sepolcro di età traianea caratterizzato da un ambiente nel quale si trova una scala elicoidale.










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Proseguendo altri 300 m sul lato destro della via consolare s'incontra prima un'epigrafe di un certo Sipsifane Nice, un liberto il cui sepolcro costò 27.500 sesterzi, e poi il Sepolcro di Settimia Galla, di forma circolare.
I ruderi sono sormontati da un'epigrafe. 


epigrafe di Sipsifane Nice
epigrafe di Sipsifane Nice
epigrafe di Sipsifane Nice
Sepolcro di Settimia Galla
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Sull'altro lato della strada si trova un Sepolcro a Torre, di cui resta solo il nucleo in calcestruzzo.
La camera sepolcrale è in opera quadrata di peperino e la copertura è a botte.


Sepolcro a Torre
camera sepolcrale del Sepolcro a Torre























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Sull'erba un'epigrafe funeraria, dedicata al liberto Publio Sergio Demetrio dalla moglie Sergia Rufa e dal liberto Publio Sergio Basso, ci informa che il lavoro del defunto era quello di venditore di vino nel mercato del Velabro (posto vicino alla famosa Bocca della Verità) e che la moglie aveva curato le volontà testamentarie.

P. Sergius P(ubliorum duorum) l(ibertus)
Demetrius
vinarius de Velabro,
Sergia P(ubliorum duorum) l(iberta) Rufa uxor
P. Serg[i]us P(ubli) et ((mulieris))  l(ibertus) Bassus.

Ar[bitr]atu Rufae uxor[is]


(traduzione: "Publio Sergio Demetrio liberto di due Publii, vinarius del Velabro, la moglie Sergia Rufa, liberta di due Publii e Publio Sergio Basso, liberto di Publio e di una donna. In base all’arbitrato della moglie Rufa.") 

epigrafe di Publius Sergius Demetrius
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Segue un nucleo di calcestruzzo di un sepolcro con davanti una statua acefala in toga, in marmo bianco.

sepolcro con statua acefala
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Sul lato destro vi sono dei resti di un edificio termale in opera laterizia (I/II secolo d.C.).

resti di un edificio termale
Dovevano appartenere ad una grande villa o essere a disposizione dei viandanti in una'area di sosta.
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Seguono i resti della Tomba dei fasci consolari, il sepolcro di un magistrato, dal quale è stato asportato il fregio raffigurante i fasci consolari e le armi.

Tomba dei fasci consolari
particolare decorativo della Tomba dei fasci consolari
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Siamo ora in prossimità di dove cadeva il VI miglio della via consolare, dove la ferrovia per Napoli sottopassa la strada.

Castel Rotondo
Poco prima si trovava il più grande mausoleo della via Appia, detto Casal Rotondo per il casolare che venne costruito sopra, sostituito oggi da una villetta.

Casal Rotondo con costruzione abitativa
Casal Rotondo
Casal Rotondo

La costruzione risale all'età augustea (fine I secolo a.C.) e in passato si pensava fosse la tomba di Massala Corvino che fu console nel 31 a.C., da un frammento in cui Marco Valerio Messalino Cotta (figlio di Massala) dedicava al padre il sepolcro da lui costruito.

particolare di Casal Rotondo
decorazione con grifoni posta su Casal Rotondo
Su un basamento quadrangolare (35 m di lato) si ergeva un corpo cilindrico, un tempo rivestito in travertino.

quinta del Canina
Il Canina vi eresse accanto un muro in laterizio, dove murò degli elementi architettonici che risulterebbero di un altro sepolcro a forma di edicola circolare, appartenuto ad un membro della famiglia Aureli Cotta.

frammenti decorativi sulla quinta del Canina
scritta della famiglia committente
frammenti decorativi



















Mancano nella parte bassaalcuni rilievi che sono stati...rubati!



CONCLUSIONE
Inizio a pensare che la nostra passeggiata stia davvero realizzando il sogno dei nostri antenati...mantenere vivo il loro ricordo.
Sono pochi i turisti che in una giornata caldissima di luglio vagano come noi alla ricerca dei ruderi più significativi, a volte deturpati da passanti che distrattamente "dimenticano" qualcosa di plastica o di carta, a volte lasciati all'abbandono.
Mi voglio illudere invece che coloro che vengono su questa storica via in bici o per fare footing, si accorgano di quei resti architettonici e si fermino ogni tanto a chiedersi a chi siano appartenuti e a quale storia umana rimandino.
Noi è con questo spirito che abbiamo percorso questa strada.
Ma altri ruderi ci aspettano, ed allora andiamo avanti ancora col nostro viaggio nel prossimo post...
 

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