giovedì 11 settembre 2014

Nemours e... i papaveri


Vi chiederete cosa leghi una cittadina francese a nord di Parigi con quei fiori rossi che annunciano nei campi l'inizio della bella stagione...
...dopo una breve parentesi introduttiva ve lo racconterò.


I papaveri sono una pianta erbacea annuale (Papaver rhoeas), appartenente alla famiglia delle Papaveraceae, conosciuta anche con il nome di rosolaccio,

È una pianta originaria dell’Asia e delle regioni mediterranee orientali.

Il suo nome deriverebbe dal celtico papa, cioè "pappa", in riferimento al fatto che nella pappa dei bambini veniva aggiunto il succo di papavero per farli stare tranquilli.

La tintura rossa dovuta agli antociani presenti nei suoi petali veniva anche estratta e utilizzata dalle donne per truccare labbra e guance.

Nella credenza popolare il papavero rappresentava la fedeltà: si posava sul palmo della mano un suo petalo e si colpiva con un pugno, e se si sentiva uno schiocco voleva dire che l'amato o l'amata era fedele.

Nello stesso tempo però, nel linguaggio dei fiori il papavero rappresenta tradimento e incostanza, per i suoi petali particolarmente impalpabili e fragili:  meglio quindi non regalarlo alla propria amata! 

Si dice che il condottiero mongolo Gengis Khan portasse con se semi di papavero e che dopo una battaglia li spargesse sul terreno in modo ce da essi nascessero i rossi fiori in ricordo dei suoi guerrieri che avevano perso la vita.

Chi conosce la canzone di Fabrizio De André "La Guerra di Piero" ricorderà nel testo la menzione dei papaveri in un campo di battaglia.
...Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi...

Tradizionalmente anche nel mondo anglosassone (ma anche in Francia e in Belgio),il papavero è il fiore che ricorda le vittime delle due grandi guerre mondiali.
In Inghilterra l’11 novembre (giorno della fine della prima guerra mondiale), l’Armistice Day (o "Poppy Day", il "Giorno del Papavero"), ricorrenza istituita da Giorgio V,,si porta all’occhiello un papavero rosso.

Fu il medico canadese tenente colonnello John McCrae, autore del poema "In Flanders Fields" ("Nei Campi delle Fiandre"), a descrivere in modo molto poetico i campi di papaveri e cadaveri in Belgio, e a far divenire il papavero il simbolo internazionale dei soldati caduti.

"In Flanders Fields" o "Where Soldiers Sleep and Poppies Grow" è il titolo anche di una tela ad olio del pittore impressionista americano Robert Vonnoh che prese a soggetto i papaveri per alcuni suoi lavori.

"Coquelicots - In Flanders Fields" - Robert Vonnoh  (Youngstown - Ohio)
In Francia madame E.Guérin fabbricò papaveri fatti a mano per venderli e raccogliere fondi per gli orfani e le vedove di guerra.

Un altro impressionista francese ebbe a dipingere i papaveri: Claude Monet.

La sua tela "Les Coquelicots", conservata al Musée d'Orsay a Parigi, rappresenta sua moglie Camille e suo figlio Jean in un campo di papaveri di Argenteuil.

"Les Coquelicots" - Claude Monet  (Musée d'Orsay - Parigi)
Nella religione cristiana il papavero simboleggia la Passione di Cristo e viene spesso raffigurato nelle sacre conversazioni o nelle Crocifissioni.
Viene collegato all'Eucarestia in quanto cresce nei campi di grano.

Anche Raffaello ha rappresentato nella "Madonna del Prato" o "Madonna del Belvedere" il papavero.

"Madonna del Prato" - Raffaello (Kunsthistorisches Museum - Vienna)

Il Francia il papavero, insieme al fiordaliso e alla margherita, è l'emblema floreale francese.

Tra i modi di dire, un personaggio importante, che ha grande potere o ricopre un'alta carica o posizione nella pubblica amministrazione viene chiamato "alto papavero".

Tarquinio il Superbo - Lawrence Alma-Tadema
Secondo infatti un aneddoto riportato da Tito Livio (Ab Urbe condita, I,54), il settimo re di Roma Tarquinio il Superbo, uno dei re provenienti dall’Etruria, volendosi impadronire della città di Gabi, vi mandò il proprio figlio Sesto facendolo apparire un esiliato.
Quando il giovane ebbe raggiunto una certa posizione inviò al padre un messaggero per chiedere istruzioni su come agire.
Il padre si limitò a farsi accompagnare dall'inviato in un prato, e con un bastone falciò i papaveri più alti.
Il messo tornò a Gabi senza aver capito nulla, ma il principe interpretò bene il messaggio paterno e uccise i cittadini più importanti, indebolendo così la città, che venne poi conquistata da Roma più facilmente.

Per uso alimentare le giovani e tenere piante di papavero, che hanno un sapore gradevole e dolciastro, sono raccolte all’inizio della primavera, quando si trovano allo stadio di rosetta basale, anche se in questo stadio non sono tanto facili da riconoscere.
Vengono consumate crude nella "misticanza laziale".

Se raccolte più tardi vanno cotte con altre erbe per preparare torte salate o ripassate in padella con aglio, olio e peperoncino, per farne frittate o minestre.


Vengono anche aggiunte a risotti e nei ripieni dei ravioli (cascioni romagnoli).
In Garfagnana si usa per la preparazione della minestrella, in Liguria si trova nel gattafin e nel preboggion, in Friuli nel pistic.

gattafin

I semi di papavero vengono usati in pasticceria e aggiunti nella lavorazione del pane.
Viene anche usato l’olio di semi di papavero.

rotolo ai semi di papavero

Nella mitologia greca-romana il papavero era il simbolo di Morfeo, il dio del sonno e del sogno, che toccava con questo fiore chi voleva addormentare.

Un ardito volo pindarico mi porta a pensare alle Tombe Medicee situate nella Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo a Firenze, o meglio alla tomba di Giuliano de’ Medici (1479-1516), figlio di Lorenzo il Magnifico e Clarice Orsini, divenuto Duca di Nemours nel 1515 dopo la nomina del re di Francia Luigi XII e l’intercessione del fratello Giovanni, già Cardinale e futuro Papa Leone X.

Tomba di Giuliano de'Medici


E' Michelangelo a realizzare, sopra il sarcofago, due allegorie, il "Giorno" e la "Notte", e la statua di Giuliano vestito da condottiero romano.




La statua della "Notte" è circondata dai simboli del buio e del sonno (un diadema con crescente lunare, un barbagianni, una maschera dalle orbite vuote) e appoggia il piede sinistro su un mantello di bulbi di papaveri, simbolo anch’esso del sonno che conduce all’oblio.

"Notte" - Michelangelo  (Tombe Medicee - Basilica di S.Lorenzo - Firenze)

E qui si chiude il cerchio ... papaveri ... Giuliano Duca di Nemours ... e la città di Nemours, dove si producono specialità che hanno come protagonisti i papaveri.

Vengono realizzati con questi fiori liquori e sciroppi per aggiungere sapore a creme, sorbetti e gelati, o per allungare vino bianco o champagne per preparare aperitivi, ma anche cioccolatini, cioccolato in polvere aromatizzato al papavero, biscotti, limonate, aceto e confetture.
 
specialità al papavero
Ma le vere specialità sono i Coquelicots de Nemours, bonbons a base di papavero prodotti dal 1870 in questa cittadina nell'Ile-de-France da François Etienne Desserey.
In principio i Coquelicots de Nemours erano pastiglie per la tosse, per le loro proprietà lenitive, poi divennero dei bonbons molto apprezzati.

Coquelicot de Nemours
DES LIS CHOCOLAT
www.deslischocolat.com 

6 rue Louis Blériot  
01 64 29 20 20

In francese i papaveri vengono chiamati coquelicots: "coq "è il gallo, che ha una cresta rossa come appunto il fiore del papavero.
I papaveri vengono raccolti tra maggio e luglio, solo a metà mattinata per evitare il calore e la rugiada.
Vengono raccolti fino a 350 kg di fiori mediamente ogni anno per estrarne l'aroma naturale.
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SITO TURISTICO                 www.nemours-saint-pierre.com
UFFICIO TURISTICO           16 rue Gaston Darley

Nemours prende il nome da un santuario gallico dedicato a Nemausus, dio del legno e dell'acqua (come anche la città di Nimes).

fiume Loing

Nel 1120 viene costruito dove vi era una guado del fiume Loing una castello dal signore Gauther I, gran ciambellano dei re Luigi VII e di Filippo Augusto.

castello di Nemours
Il castello costruito sulla riva sinistra del fiume ha 4 torri angolari rotonde, di cui una è occupata da una cappella del XII secolo, collegate ad una torre quadrangolare.
Il corpo principale ha un passaggio coperto con tetto carenato.

torre quadrangolare e torri rotonde del castello
Nel XV secolo fu reso abitabile da Jacques d'Armagnac, duca di Nemours.
Il 7 luglio 1585 Caterina de' Medici e il duca di Guisa firmano nel castello il trattato che limitava i diritti dei Protestanti.

castello
torri del castello


tetti del castello
castello
castello






















Nel 1673 s'intrapresero dei lavori per ospitare l'auditorium di giustizia e fu innalzato un cancello trionfale sulla strada.

cancello trionfale del castello/museo
Al primo piano si trovava la sala delle udienze.
Con la Rivoluzione il castello divenne proprietà dello Stato e fu adibito a magazzino, teatro, scuola e infine a Museo civico delle Belle Arti.
Orario:  mercoledì/sabato  10.00/12.30
              domenica              14.00/18.00

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Gauther I fondò anche una chiesa e ottenne il permesso di portarvi le reliquie di S.Giovanni Battista.
La chiesa di S.Giovanni Battista ha una torre-portico del XII secolo.

campanile-portico della chiesa di S.Giovanni Battista

Distrutta da un incendio all'inizio del quattrocento, fu ricostruita nel 1445.
La chiesa è a pianta rettangolare, con due navate laterali, ma senza transetto.
La navata è del XVII secolo, mentre il coro è del XVI secolo.
Ha tre cappelle radiali con torrette poligonali coperte d'ardesia.



L'interno ristrutturato nel XIX secolo ha un altare neogotico.
La campana chiamata "Philippe" del XVII secolo è dedicata a Filippo d'Orleans.




particolare del campanile-portico

Nella stessa epoca della costruzione del castello e della chiesa furono costruiti anche un Hotel de Dieu (ospedale e ricovero per i pellegrini) e la Maladrerie (lebbrosario), entrambi scomparsi.

Nel XIII secolo la città venne venduta al re di Francia Filippo III l'Ardito.
Nel XV secolo Nemours divenne la capitale storica del ducato Gatinais.

Nel 1672 Luigi XIV donò il ducato al fratello Filippo d'Orleans, e il ducato rimarrà dei suoi discendenti sino alla Rivoluzione.

via principale di Nemours
Lungo le strade di Nemours si possono ancora vedere vecchie case, ponti, mulini e lavatoi.

lavatoio
antiche case
CONCLUSIONI
In un post in cui il protagonista del nostro viaggio è divenuto il "papavero", la città di Nemours ci regala un dolce spunto di visita, e ci collega in qualche modo, tramite Caterina de' Medici e Giuliano de' Medici duca di Nemours, a Firenze.
Ma non soltanto la scusa di assaggiare i Coquelicot di Nemours ci dovrà condurre a scoprire questa cittadina non lontana da Parigi.


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