mercoledì 9 dicembre 2015

Una Spa dell'antica Roma: le Terme di Caracalla


Le Thermae Antoniniae, meglio conosciute come Terme di Caracalla, furono costruite tra il 212 e il 217 da Marco Aurelio Antonino detto Caracalla (per la tunica di origine gallica che soleva indossare).

Marco Aurelio Antonino detto Caracalla
Furono le più grandi terme imperiali a Roma, fino a quando Diocleziano non costruì le sue, e nel V secolo vennero definite una delle sette meraviglie di Roma.

Le terme furono costruite alle pendici dell'Aventino, nella zona meridionale della città, nei pressi del Circo Massimo e dell'inizio della Via Appia, per servire al popolino della XII Regio.

Per colmare il dislivello tra il Piccolo Aventino e la Valle delle Camene, furono create tre grandi terrazze degradanti, e le terme sorsero su un vasto terrapieno.

Ci vollero cinque anni e 9000 operai per portare a termine la costruzione delle terme, che avevano il loro ingresso sulla Via Nova fatta costruire dalla famiglia dei Severi.

Per rifornire le terme di abbondante acqua fu creato dall'acquedotto dell'Acqua Marcia un nuovo ramo (Aqua Antoniniana Nova), che oltrepassava la Via Appia sull'Arco di Druso.

Arco di Druso
acquedotto passante sopra l'Arco di Druso
Dopo i restauri fatti eseguire da Aureliano, Diocleziano e Teodorico, le terme cessarono di funzionare nel 537 a causa del taglio degli acquedotti ad opera di Vitige re dei Goti durante la cosiddetta Guerra Gotica.

Nel VI/VII secolo la parte centrale del complesso termale divenne uno xenodochium (un ospizio per i pellegrini e i forestieri) e lo spazio restante venne adibito a cimitero per inumazione.
Poi fu occupato a fini abitativi e agricoli.

L'edificio divenne una cava di materiali per l'edilizia dal XII secolo (il Duomo di Pisa e la Basilica di S.Maria in Trastevere a Roma furono costruite con  materiali provenienti anche dalle terme).

le Terme di Caracalla viste dall'alto
Durante gli scavi del sito fatti intrapprendere nel XVI secolo da Papa Paolo III Farnese, furono ritrovate opere d'arte che andarono ad arricchire le collezioni della famiglia Farnese e del Vaticano.

Tra queste vi erano l'Ercole in riposo (o Ercole Farnese), Flora (o Flora Farnese) e il Sacrificio di Dirce (o Toro Farnese), oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, in quanto Elisabetta Farnese, ultima erede dei Farnese, li portò in dote a Filippo V di Borbone.

Ercole in riposo (Museo Archeologico Nazionale di Napoli)
Provengono dalle terme anche il cosiddetto Torso del Belvedere e il mosaico degli atleti conservati oggi ai Musei Vaticani.

Torso Farnese o del Belvedere (Musei Vaticani)
Una colonna di granito orientale della natatio, l'unica delle terme che si fosse conservata interamente, fu donata poi da Papa Pio IV (de' Medici ma di un ramo lombardo della famosa famiglia), al Granduca di Toscana Cosimo I de' Medici, che la fece collocare nella Piazza della S.Trinità a Firenze.
La colonna monolitica, alta 11m e pesante 50 tonnellate, impiegò più di un anno per essere trasportata a Firenze, sotto la sovrintendenza di Giorgio Vasari e la supervisione di Bartolomeo Ammannati.
Dopo la vittoria di Firenze su Siena nella battaglia di Marciano, sulla colonna venne posta una statua della Giustizia, in quanto il duca Cosimo si trovava in quel luogo quando apprese la buona notizia.
Da allora la colonna venne chiamata la Colonna della Giustizia.

Sempre dalle terme provengono le due vasche in granito grigio delle fontane che decorano Piazza Farnese a Roma e un frammento della statua di Artemide-Diana, ultimo ritrovamento effettuato nel 1996, esposta nell'Aula Ottagona del Museo Nazionale Romano.

Il corpo centrale balneare era circondato dal un vasto recinto quadrangolare porticato (337m X 378m), adibito a servizi, di cui non rimangono molti resti, costruito in un momento successivo dagli ultimi imperatori dei Severi,  Eliogabalo e da Alessandro Severo.

resti di tabernae sul lato nord del recinto delle terme
resti di tabernae sul lato nord del recinto delle terme
Sull lato nord del recinto, che affacciava sulla Via Nova, si aprivano numerose tabernae e l'ingresso principale.

facciata principale del corpo centrale delle terme
Sui lati ovest ed est del recinto si trovavano due grandi esedre simmetriche con al centro una sala absidata preceduta da colonnato (forse una palestra), dalla quale si accedeva ai due ambienti laterali più piccoli: uno di forma ottagonale (un ninfeo dove godere del fresco), e l'altro a forma di basilica absidata e riscaldata con ipocausto.

lato ovest con esedra del recinto delle Terme di Caracalla
aula absidata dell'esedra del lato ovest del recinto delle terme
ambiente ottagonale (ninfeo) del lato occidentale del recinto
ambiente ottagonale (ninfeo) del lato orientale del recinto (visto dall'esterno del sito)
ambiente ottagonale (ninfeo) del lato orientale del recinto

ambiente ottagonale (ninfeo) del lato orientale del recinto
Nei sotterranei dell'esedra del lato Ovest del recinto, si è scoperto un mitreo del III secolo, il più grande ritrovato a Roma e l'unico a conservare al metà dell'ambiente la cosiddetta fossa sanguinis per il sacrificio del toro, nel cui sangue venivano immersi gli iniziati al culto.
(dopo l'apertura degli anni passati, oggi il mitreo è aperto al pubblico solo occasionalmente tramite associazioni).

Mitreo delle Terme di Caracalla
Nei sotterranei di questo stesso lato del recinto si trovava anche un mulino ad acqua per il ricambio delle acque.

Il lato sud delle recinto era sostenuto da due piani di 64 celle comunicanti.
Il centro era occupato da una grande cisterna, con una capacità di 80.000 litri, nascosta da un'esedra con gradinata, che costituiva la metà di uno stadium (dell'altra metà non vi è traccia).

cisterna delle Terme di Caracalla
resti dello stadium
Ai lati di questa esedra vi erano due sale absidate, due biblioteche, di cui rimane in parte conservata quella di destra.

biblioteca occidentale
Ognuna delle due biblioteche misurava 8,70m X 22,10m esclusa l'area absidata del muro di fondo.
Vi erano lungo tre muri perimetrali (un lato della biblioteca era occupato da un colonnato di sei colonne), un totale di 32 nicchie divise su due piani, che contenevano i volumina.
Il pavimento delle biblioteche era in opus sectile di marmo con disegni geometrici di cerchi e quadrati.

Sotto tutto il complesso termale correvano gallerie sotterranee carrozzabili, che in alcuni tratti raggiungevano i 6m di larghezza e i 6m d'altezza.
In esse vi trovavano impianti di riscaldamento con forni, caldaie, tubazioni idrauliche e depositi di legna.

Tra il recinto e il corpo centrale vi erano giardini con passaggi coperti dove passeggiare (xystus) .


giardini sul lato sud delle Terme di Caracalla
giardino delle Terme di Caracalla
Si è calcolato che in queste terme potevano accedere contemporaneamente 1500 persone, con una media giornaliera di 8000 bagnanti.

Il percorso di visita attuale all'interno del sito (palestra occidentale, basilica e frigidarium, palestra orientale, apodyterium, natatio, apodyterium, palestra occidentale), si svolge diversamente da come erano soliti fare gli antichi Romani nelle terme.
Io invece descriverò l'iter all'interno del complesso termale come avveniva in epoca romana: vestibolo, apodyterium, palestra, laconicum, calidarium, tepidarium, frigidarium, natatio.

pianta delle Terme di Caracalla
L'ingresso principale si trovava sul lato nord del complesso termale, mentre una scalinata posta accanto alla biblioteca, nel lato sud del recinto, permetteva l'accesso dal lato opposto.


ingresso sul lato sud del recinto delle Terme di Caracalla (viste dall'esterno delle terme)
scale d'ingresso sul lato sud del recinto delle Terme di Caracalla (viste dall'interno delle terme)
Si entrava nel corpo centrale delle terme tramite quattro porte: due si aprivano sui due vestiboli adiacenti alla natatio (piscina scoperta), e due su ambienti che permettevano di entrare direttamente nelle due palestre.

facciata principale delle Terme di Caracalla con ingressi
L'asse centrale dell'edificio era occupato dalle sale più importanti (natatio, frigidarium, tepidarium e calidarium), ed era affiancato da ambienti speculari: spogliatoi e palestre erano quindi doppi.

Entrati nei vestiboli, separati dalla natatio da un portico con quattro colonne, si passava nell'apodyterium (spogliatoio) per cambiarsi.

vestibolo occidentale (visto da sud)
ambiente di passaggio tra il vestibolo e il frigidarium
L'apodyterium era costituito da un ambiente quadrato con due stanze su due dei suoi lati, in parte ancora pavimentati a mosaico bianco e nero a disegni geometrici.

ambiente centrale dell'apodyterium
ambiente laterale dell'apodyterium
ambiente laterale dell'apodyterium






















In un ambiente si nota ancora sulla parete l'impronta della scala che portava al piano superiore.

un ambiente dell'apodyterium con impronta della scala sulla parete
Si passava poi in una delle due grandi palestre scoperte.

lato ovest esterno del corpo centrale con i due ingressi della palestra occidentale
palestra occidentale
palestra orientale
Le palestre erano porticate su tre lati con colonne in giallo antico, con portico coperto a volta e pavimenti mosaicati con disegni a squame in marmo colorato (serpentino e giallo antico) e disegni curvilinei e volute.

mosaico a squame del portico della palestra occidentale
mosaico policromo a disegni curvilinei e a volute della palestra occidentale
Su uno dei lati lunghi delle palestre vi era un lungo ambiente ad emiciclo coperto da una semicupola e con nicchie alle pareti.

ambiente ad emiciclo della palestra occidentale
particolare del rivestimento della semicupola dell'ambiente ad emiciclo della palestra occidentale
Nei  pavimenti a mosaico delle esedre delle palestre, scoperti nel 1824, erano raffigurati 28 atleti nudi (pugili, lanciatori di giavellotto e lottatori) e giudici vestiti.

mosaico degli atleti (Museo Gregoriano Profano dei Musei Vaticani)
mosaico degli atleti: giudici e vincitori (Museo Gregoriano Profano dei Musei Vaticani)
Questi pavimenti erano rifiniti da un bordo nero ed erano divisi in pannelli rettangolari (con raffigurazioni di atleti in dimensioni reali), quadrati (con busti di atleti) e di forma irregolare (con raffigurazioni dei premi per gli atleti e loro equipaggiamento).
 
mosaico degli atleti: atleta con nome (Museo Gregoriano Profano dei Musei Vaticani)
I vincitori avevano corone o palme.
Questo mosaico è conservato nel Museo Gregoriano Profano dei Musei Vaticani.

Sull'altro lato lungo delle palestre vi era invece una lunga aula tripartita ed absidata al centro.

lato occidentale con abside della palestra occidentale
Sul lato corto, quello dove vi era l'ingresso diretto alle palestre, vi erano tre ambienti con pavimenti a tessere bianche e nere e con volte a crociera.

ingresso diretto alla palestra e ambienti limitrofi (visti dall'interno della palestra orientale)
I pavimenti a mosaico del piano superiore crollato delle palestre (ora sparsi lungo le pareti delle due palestre), sono decorati con cortei marini, Nereidi, Tritoni, delfini, cupidi e mostri marini.

resti del pavimento a mosaico a tema marino dei piani superiori crollati delle palestre
resti del pavimento a mosaico a tema marino dei piani superiori crollati delle palestre
resti del pavimento a mosaico a tema marino dei piani superiori crollati delle palestre
resti del pavimento a mosaico a tema marino dei piani superiori crollati delle palestre
resti del pavimento a mosaico a tema marino dei piani superiori crollati delle palestre
resti del pavimento a mosaico a tema marino dei piani superiori crollati delle palestre
resti del pavimento a mosaico a tema marino dei piani superiori crollati delle palestre
Nella palestra orientale è stato ritrovato il Toro Farnese, gruppo scultoreo scolpito in un solo blocco di marmo: è raffigurata la tortura di Dirce legata ad un toro da Anfione e Zeto che vendicano la madre Antiope, che osserva la scena.

Toro Farnese (Museo Archeologico Nazionale di Napoli)
Dalle palestre si passava in ambienti di dimensione e forma differenti, alcuni dotati di vasche, posti sul lato sud-ovest del corpo centrale delle terme.

ingressi alla palestra (a sinistra) e al laconicum (a destra) all'interno del primo degli ambienti riscaldati
ambienti riscaldati del lato sud del corpo centrale delle terme (visti da sud)
La stanza a forma rettangolare e con due lati curvi, era probabilmente un laconicum, una sorta di bagno turco.
Gli ingressi a questa sala, piccoli e obliqui, facevano in modo di limitare al minimo la dispersione di calore.

laconicum delle Terme di Caracalla (visto da sud)
un ingresso al laconicum
Da questi ambienti si poteva passare al calidarium.
Non rimane molto in alzato di questa grande sala circolare di 34m di diametro.

avancorpo del calidarium
resti del calidarium delle Terme di Caracalla
Il centro della sala era occupato da un grande vasca circolare.
Il calidarium era coperto da una grande cupola sorretta da otto pilastri (se ne conservano solo due).
Tra un pilastro e l'altro vi erano lungo il perimetro della sala sei vasche.
La sala prendeva luce e calore, dalla tarda mattinata al tramonto, da due file di finestre.

resti del calidarium delle Terme di Caracalla
Dal calidarium in poi gli ambienti del percorso degli antichi Romani all'interno delle terme non era più raddoppiato.
Si passava quindi nell'unico tepidarium a base circolare, con delle vasche e nicchie nelle pareti.

tepidarium delle Terme di Caracalla
tepidarium visto dalla natatio
tepidarium
Si accedeva poi nella grande Basilica (58m X 24m), con tre volte a crociera poggianti su otto pilastri fronteggiati da altissime colonne in granito grigio egiziano.
Il pavimento era in opus sectile intarsiato.

Basilica delle Terme di Caracalla
un pilastro della Basilica
Questo ambiente è il frigidarium delle terme: quattro grandi nicchie coperte ospitavano vasche d'acqua fredda.

una vasca del frigidarium
Le due vasche del lato settentrionale della Basilica erano connesse alla natatio con giochi d'acqua.

ricostruzione del passaggio tra la Basilica e la natatio delle Terme di Caracalla
passaggio centrale tra la Basilica e la natatio delle Terme di Caracalla
Le due vasche di granito che si trovano oggi a Piazza Farnese a Roma, probabilmente si trovavano nei due ambienti a forma rettangolare che fiancheggiano la Basilica sui suoi lati corti.

una delle due vasche poste a Piazza Farnese (Roma) provenienti dalle Terme di Caracalla
Sono stati trovati sempre nella Basilica il cosiddetto Ercole Farnese, l'Ercole latino (statua molto simile all'Ercole Farnese, oggi nel salone d'onore della Reggia di Caserta) e un capitello con raffigurazione di Ercole appoggiato alla clava: Ercole era un tema ricorrente nelle decorazioni delle terme costruite dai Severi.

uno dei capitelli della Basilica
Sul lato settentrionale della Basilica persistono le tracce di una fontana circolare.

resti di una fontana circolare nella Basilica
CURIOSITÀ': L'architettura del Basilica delle Terme di Caracalla fu ripresa fedelmente per la costruzione dell'Union Station di Chicago e per la Pennsylvania Station di New York nel XIX secolo.
 
Il percorso alle terme finiva nella natatio, la piscina "olimpionica" scoperta (50m X 22m).

natatio delle Terme d Caracalla (vista da est)
natatio delle Terme d Caracalla (vista da ovest)
Le pareti della natatio erano alte 20m.
La facciata settentrionale era divisa in tre parti da gigantesche colonne di granito grigio.
Ogni parte conteneva sei nicchie con statue, tre nicchie per ognuno dei due livelli, divisi da due ordini, inquadrate da colonnine :il più basso con rocchi di marmo caristio (o cipollino), il più alto di granito del Foro (granito egiziano chiamato così perché era stato molto usato nella costruzione del Foro di Traiano a Roma).
Nelle nicchie inferiori sono ancora presenti i tubi dell'acqua.

ricostruzione della facciata settentrionale della natatio
facciata settentrionale della natatio
Nel lato meridionale vi era una nicchia rettangolare in comunicazione con la Basilica, fiancheggiata da due absidi inquadrate da una coppia di colonne in granito.

un'abside del lato meridionale della natatio
Si scendeva nell'acqua poco alta tramite due scalinate poste sui lati corti.
Sul bordo della piscina vi è una tabula lusoria con parole iscritte, per giocare stando immersi nell'acqua,

scalinata per scendere nell'acqua della natatio
tavola lusoria sul bordo della natatio
La ricca decorazione delle Terme di Caracalla era costituita da pavimenti in marmi orientali, mosaici in pasta vitrea, marmi alle pareti, statue e stucchi.

resti della decorazione in stucco della palestra orientale
Nel giardino delle Terme di Caracalla, da alcuni anni durante l'estate, vengono allestiti spettacoli di balletto ed opere liriche dal Teatro dell'Opera di Roma, regalando allo spettatore un doppio scenario.

impianti scenici tra le rovine delle Terme di Caracalla

www.archeoroma.beniculturali.it
Orario:  ultima domenica di ottobre/15 febbraio       9.00/16.30
                                          16 febbraio/15 marzo      9.00/17.00
                       16 marzo/ultimo sabato di marzo       9.00/17.30
                  ultima domenica di marzo/31 agosto       9.00/19.30
                                                           settembre        9.00/19.00
                       1 ottobre/ultimo sabato di ottobre       9.00/18.30

lunedì 9.00/14.00   
Costo: biglietto cumulativo 6€
(Terme di Caracalla+Villa dei Quintili+Mausoleo di Cecilia Metella)
Prima domenica del mese GRATIS


CONCLUSIONI
Se ciò che rimane delle antiche Terme di Caracalla appare ai nostri occhi ancora così imponente, chissà come sarà potuto apparire ad un antico Romano che avesse varcato i suoi ingressi: uno spettacolo di decorazioni, arte e luce, in ambienti grandiosi rivolti al suo benessere...e tutto gratis!
Una situazione impensabile e improponibile ai giorni nostri, che permetteva ai potenti di guadagnarsi il consenso di ogni classe sociale realizzando (allora) qualcosa di concreto e di socialmente utile!



Nessun commento:

Posta un commento