martedì 5 gennaio 2016

Gli scavi di Osta Antica (seconda parte)


Riprendo la descrizione della mia passeggiata nella città marittima e commerciale romana di Ostia, dal punto dal quale si era interrotta la mia narrazione nel precedente post, ovvero dal Teatro.

Ecco i luoghi principali visitati in questo post:

Quattro Tempietti Repubblicani - Mitreo delle Sette Sfere - Domus di Apuleius - Tempio Collegiale - Caseggiato di Temistocle - Sede degli Augustali - Fullonica - Tempio della Bona Dea - Mitreo di Felicissimo - Terme del Nuotatore - Domus dei Capitelli di Stucco - Caseggiato dei Lottatori - Domus del Pozzo e Caseggiato del Pozzo - Caseggiato con Sala Colonnata - Molino - Domus del Protiro - Terme del Filosofo - Domus della Fortuna Annonaria - Caseggiato del Sole e Mitreo dei Serpenti -Insula dell'Invidioso e Terme dell'Invidioso - Tempietto Repubblicano - Aula del Gruppo di Marte e Venere - Grandi Horrea.

Procedendo sul Decumano Massimo, sulla destra, accanto a uno dei due ninfei che incorniciano l'ingresso del Teatro, dietro ai resti di tabernae si vede uno spiazzo.

cortile e podio dei Quattro Tempietti Repubblicani
Sulla destra dello spiazzo erboso si trova il Ninfeo dei Quattro Tempietti Repubblicani, costruito in età adrianea.
Intorno ad una camera quadrata si trovavano tre nicchie semicircolari.

Ninfeo dei Quattro Tempietti Repubblicani
Ninfeo dei Quattro Tempietti Repubblicani
nicchia di fondo del Ninfeo dei Quattro Tempietti Repubblicani
A destra del ninfeo si trova il Sacello di Giove.

Sacello di Giove
Sul fondo dello spiazzo invece, su un unico podio tufaceo, s'intravedono i resti dei Quattro Tempietti Repubblicani, dedicati a divinità olimpiche (nel tempio più orientale si è trovato un altare con dedica a Venere).

cella del tempio più orientale dei Quattro Tempietti Repubblicani
ara dedicata a Venere del più orientale dei Quattro Tempietti Repubblicani
Si accedeva ai quattro templi di uguali dimensioni tramite tre scale frontali e due laterali.
Al centro davanti al podio vi era una fontana decorata con marmi.

podio e scale d'accesso ai Quattro Tempietti Repubblicani
scale e fontana del podio dei Quattro Tempietti Repubblicani
Il pronao di ogni tempio era formato da sei colonne e le celle misuravano 5,75 X 5,30m.

pronai e celle dei Quattro Tempietti Repubblicani
Tra i templi correva un corridoio in opus spicatum e quattro altari in tufo erano nel sottostante piazzale, un tempo pavimentato in marmo e racchiuso da mura.
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Alle spalle dei Quattro Tempietti Repubblicani si trova il Mitreo delle Sette Sfere, uno dei mitrei meglio conservati di Ostia, costruito nel III secolo d.C.

ingresso al Mitreo delle Sette Sfere
I podia e il pavimento del corridoio sono decorati con mosaico bianco e nero.

mosaico pavimentale del Mitreo delle Sette Sfere
Sette semicerchi progressivi verso l'altare simboleggiano le sette sfere celesti o anche i sette tempi necessari a raggiungere la conoscenza.
Sui lati dei podia vi sono i simboli dello zodiaco e altre figure.

(Dall'esterno sembra in stato d'abbandono e di non agibilità!)
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Sulla destra del mitreo si trova la Domus di Apuleius.

corridoio d'ingresso della Domus di Apuleius
L'ingresso è barrato e i mosaici coperti, quindi si può vedere ben poco della domus edificata nel I secolo d.C.

Il nome dell'abitazione dalla pianta a L, deriva da un'iscrizione rinvenuta su un fistula di piombo:"APULEIUS MARCELLUS".

Piccoli ambienti con pavimenti in mosaico bianco e nero circondano un atrio colonnato con vasca centrale.

atrio colonnato della Domus di Apuleius
Il braccio ovest della domus è caratterizzato da un corridoio lungo il quale vi sono piccoli ambienti.
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Ritornando su Decumano Massimo, dall'altro lato della strada si trovano il  Tempio Collegiale, il cosiddetto Caseggiato di Temistocle e la Sede degli Augustali.

Il Tempio Collegiale dei costruttori, una delle tante corporazioni di mestieri di Ostia, era un ambiente recintato riservato solo al culto dei soci del collegio (sodales).
Del tempio costruito nel II secolo d.C. rimangono la gradinata e l'alto podio, un tempo ricoperti in marmo.

ingresso al Tempio Collegiale
altare e podio del Tempio Collegiale
due frammenti dell'iscrizione dedicatoria del Tempio Collegiale
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Il Caseggiato di Temistocle, posto accanto e alle spalle del Tempio Collegiale, prende il nome da un busto raffigurante Temistocle, statista greco del V secolo a.C., qui rinvenuto.

Caseggiato di Temistocle
busto di Temistocle (dal Caseggiato di Temistocle - Museo Ostiense)
Il Caseggiato di Temistocle è formato da una fila di botteghe e da un appartamento nel settore occidentale, mentre da quattro appartamenti nel settore orientale.
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Sul Decumano Massimo aveva il suo ingresso la Sede degli Augustali, la sede politico-religiosa del collegio sacerdotale addetto alle cure del culto della casa dell'imperatore.

ingresso della Sede degli Augustali
La Sede degli Augustali fu costruita nel II secolo d.C. e ristrutturato nel III/IV secolo d.C.
Un atrio conduceva ad un vestibolo affiancato da quattro botteghe.

vestibolo della Sede degli Augustali
Un cortile porticato con pilastri in mattoni (oggi un po' nascosto dalla vegetazione lussureggiante), attorniato da piccoli ambienti e da una sala absidata preceduta da due colonne di granito, è adornato da una fontana con le estremità concave.

cortile porticato visto da sud
lato sud del cortile porticato
fontana al centro del cortile porticato
lato orientale
lato occidentale del cortile porticato
lato orientale del cortile dove i portici sono stati chiusi da nicchie
camere del lato sud del cortile porticato
colonne di granito della sala absidata
sala absidata
La sala quadrata e l'abside erano decorate con marmi policromi.

resti dei marmi policromi che decoravano la sala absidata della Sede degli Augustali
Nella sala absidata sono stati collocati due calchi in gesso di statue funerarie di donne di Ostia (di epoca antonina e traianea), qui ritrovate insieme ad altre oggi presenti nel Museo Ostiense.

calco in gesso di statua funeraria (epoca antonina)
calco in gesso di statua funeraria (epoca traianea)

Artemide (dal Collegio degli Augustali - Museo di Ostia Antica)
Massenzio (dal Collegio degli Augustali - Museo di Ostia Antica)
Sabina (dal Collegio degli Augustali - Museo di Ostia Antica)
mosaico di una camera del lato sud della Sede degli Augustali
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Percorrendo la strada che costeggia sulla sinistra l'edificio della Sede degli Augustali, si incontra nel retro di questo una Fullonica.

fullonica
E' la lavanderia più grande e meglio conservata di Ostia.
Venne costruita tra 161 e 180 d.C.

vasche per l'acqua nella fullonica
Si possono ancora vedere le vasche grandi per l'acqua e quelle piccole in terracotta dove invece gli addetti alla lavanderia (fullones) lavavano e coloravano le stoffe pestandole con i piedi; poi le stoffe venivano stese sul terrazzo sovrastante l'edificio (rimane solo la scala d'accesso).
In una di queste vaschette fu trovata una buona quantità di sostanza bianca simile a sapone, la cosiddetta creta fullonica.

vasche in terracotta per il lavaggio e la colorazione delle stoffe
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Sempre sulla Via degli Augustali, ma sull'altro lato della strada, si trova una Domus dal pavimento in opus sectile di marmi colorati. 

Domus di Via degli Augustali
Anche la parte bassa dei muri era coperta di lastre di marmo, mentre il resto delle pareti era dipinto.

lastre marmoree lungo le pareti della stanza
particolare del disegno del pavimento
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Alla fine di Via degli Augustali si trova il Tempio della Bona Dea, di cui rimangono basse strutture in opera reticolata: la cella e gli ambienti adiacenti riservati alle vestali.

strutture del Tempio della Bona Dea
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Sulla destra del muro di cinta del Tempio della Bona Dea si trova il Mitreo di Felicissimo.

Mitreo di Felicissimo
E' stato ricavato in un edificio del III secolo .
Il mosaico in bianco e nero del pavimento tra i due podia è diviso in sette rettangoli, con raffigurati i pianeti, che corrispondono ai sette gradi d'iniziazione dei fedeli.

pannello di fronte ad una nicchia, con raffigurato un altare su cui arde un fuoco
(Quando anni fa visitai il mitreo si potevano ancora vedere i riquadri, oggi purtroppo coperti di terra!).

il mosaico pavimentale non si legge più!
Un altro pannello del pavimento riporta il nome di chi fece costruire il luogo di culto: "FELICISSIMUS EX VOTO F(ecit)".
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Spostandosi ancora verso la zona dove in quest'area finiscono gli scavi, si entra tra erba alta e abbandono, nelle cosiddette Terme del Nuotatore.

mosaico con il "nuotatore" che dà il nome alle Terme
Queste terme, che prendono il nome dalla figura di un nuotatore rappresentata in un lacerto di pavimentazione, furono costruite nel I secolo d.C. sotto Domiziano, e furono successivamente più volte ristrutturate.
Alla fine del III secolo andarono in disuso, furono saccheggiate e divennero una discarica.

frigidarium e passaggio per l'unctorium
frigidarium con il mosaico del nuotatore
raffigurazione di cinta muraria del mosaico del frigidarium
unctorium
calidarium
calidarium
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Ritornando sui nostri passi troviamo accanto alla fullonica la Domus dei Capitelli di Stucco.

peristilio della Domus dei Capitelli di Stucco
Fu costruita nel I secolo a.C. e successivamente alcuni ambienti furono occupati dall'abside della Sede degli Augustali.

Della domus rimane il peristilio che originariamente era composto di colonne in tufo, tranne che negli angoli dove vi erano colonne in travertino.
Più tardi le colonne in tufo vennero sostituite da colonne in mattoni decorate con stucchi che imitavano scanalature.

colonne rivestite in stucco della Domus dei Capitelli di Stucco
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Proseguendo sulla Via della Fortuna Annonaria, si trova sulla sinistra il Caseggiato dei Lottatori, di età adrianea.

ingresso del Caseggiato dei Lottatori
Prende il nome dalla gilda dei lottatori, rappresentati in un riquadro del mosaico del pavimento del vestibolo, posto tra due botteghe.

mosaico con lottatori del Caseggiato dei Lottatori
Il mosaico raffigura due lottatori, uno vincente e l'altro inginocchiato ai suoi piedi, e la scritta ARTEMI(dorus) SACAL(?). 

cortile porticato del Caseggiato dei Lottatori
Al centro del caseggiato vi è un cortile porticato con nel mezzo un largo bacino.
Si sono conservate solo le basi in travertino delle sei colonne del portico.

pavimento a mosaico del Caseggiato dei Lottatori
I pavimenti delle stanze sono coperti con opus spicatum o mosaici a motivi geometrici.

pavimento a mosaico del Caseggiato dei Lottatori
pavimento a mosaico del Caseggiato dei Lottatori
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Alle spalle del Caseggiato dei Lottatori si trova la Domus del Pozzo, costruita nel IV secolo d.C. all'interno di un'insula di età traianea (II secolo d.C.).

ingresso della Domus del Pozzo
L'ingresso è affiancato da due semicolonne in mattoni.

stanze con pavimento in opus sectile divise da colonne
una stanza con pavimento in opus sectile
La domus era ad un solo piano ed adorna di colonne e  mosaici.
Le due camere a sinistra dell'ingresso, divise da due colonne, hanno pavimento in opus sectile.

pavimento in opus sectile
Il nome della domus è stato dato dalla presenza di una cisterna sotterranea.

cisterna sotterranea della Domus del Pozzo
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Dall'altro lato della strada si trova il cosiddetto Caseggiato del Pozzo per la presenza di una cisterna collegata ad un pozzo.

pozzo del Caseggiato del Pozzo
Alle sue spalle vi sono due caseggiati forse con funzione di edifici  d'immagazinamento.

caseggiati con funzione di magazzini
Il secondo dei due con una pianta allungata (coperto oggi da una tettoia di protezione), in parte era di età augustea e in parte del II secolo.
Molto spazio di questo edificio era a cielo aperto.

caseggiato con sala colonnata
caseggiato con sala colonnata
In posizione centrale vi era un cortile con vasca e pozzo.

cortile con vasca e pozzo del caseggiato con sala colonnata
Sul lato opposto all'ingresso si trovava una stanza (probabilmente un ufficio), preceduta da due colonne in tufo e con pitture parietali.
Si sono qui trovati tre strati di pavimento (ora in parte collassati).

sala colonnata
sala colonnata con pitture murarie
pavimenti della sala colonnata
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L'ingresso a questo ultimo caseggiato si trova sulla Semita dei Cippi, la via che, congiungendosi con il Cardo Massimo, conduce verso Porta Laurentina.
Percorrendo la Semita dei Cippi in direzione invece opposta, verso il Decumano Massimo, ci si trova davanti un Molino.

ingresso al Molino
Alcuni resti lo datano 80/100 d.C. mentre la maggior parte è del 100/125 d.C.

un negozio del Molino
Il mulino aveva quattro negozi che affacciavano sul Cardo Massimo e quattro negozi che affacciavano sulla Semita dei Cippi.
L'accesso al laboratorio avveniva tramite due corridoi tra i negozi (uno sul Cardo Massimo e uno sulla Semita dei Cippi).

hall basolata del Molino
Nel centro dell'edificio vi era una grande hall con pavimento in blocchi di basalto.
Solo la parte settentrionale di essa sembra aver avuto una copertura poggiante su una doppia fila di pilastri di mattoni.

pilastri in mattoni di sostegno ad una copertura
Sul lato nord del porticato vi erano cinque macchine impastatrici in pietra vulcanica, mentre sul lato sud vi erano otto macine in pietra vulcanica.
Su di alcuni vi sono delle lettere.

in primo piano una macina e dietro una macchina impastatrice


macine
Il grano veniva riversato nei mulini dall'attico e il pane veniva cotto in un grande forno.
scale che portavano all'attico e dietro l'ambiente del forno
Nella parete sud-est della hall sono state ritrovate due cisterne sotterranee. 
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Sulla destra della strada invece vi è l'ingresso della Domus del Protiro (IV secolo d.C.).

ingresso della Domus del Protiro
La domus prende il nome proprio dal protiro in marmo davanti all'entrata, colonne sormontate da un timpano nel quale forse era scritto il nome del proprietario dell'abitazione.

atrio della Domus del Protiro (pavimento a mosaico policromo a tessere grandi del V sec.d.C.)
 Ai lati dell'ingresso e dell'atrio vi erano due botteghe e retrobotteghe che affacciavano sulla strada.

atrio tra due botteghe e ninfeo della Domus del Protiro
Il centro della domus è occupato da un cortile con vasca ed entrate su tre lati, mentre il lato ovest (il quarto lato), è occupato da un doppio ninfeo decorato con marmi.

cortile della Domus del Protiro
cortile e lato orientale del doppio ninfeo
La parte occidentale del ninfeo è formata da un'abside con finestra al centro e affiancato da nicchie semicircolari, mentre davanti si trova un bacino.

nella parte alta della foto s'intravede il lato ovest del ninfeo
Il lato est del ninfeo è costituito da nicchie rettangolari decorate in marmo, poste ai lati della finestra.
Due colonne sostengono un'architrave e un timpano, e avanti vi è un bacino rettangolare.

lato est del ninfeo
Una scala conduce al di sotto del cortile e del portico, dove sembra ci fosse una camera di culto e un pozzo circondato da tre nicchie.

scala per scendere nei sotterranei del cortile
corridoio sotterraneo nel cortile


una nicchia del sotterraneo del cortile
Nel lato posteriore del cortile, preceduta da due colonne, si trova la sala più importante della domus, ricoperta di marmi sul pavimento e in parte sulle pareti.

cortile e sala principale della domus
sala principale della domus
Ai lati di questa sala si trovavano due ambienti di rappresentanza (da una parte) e due ambienti privati (dall'altra).

cubicula della Domus del Protiro
Le camere da letto (cubicula) si trovavano sugli altri due lati del cortile.

scala d'accesso al primo piano della domus
Le camere della servitù erano collocate sul piano superiore.

Apollo (dalla Domus del Protiro - Museo di Ostia Antica)
Artemide (dalla Domus del Protiro - Museo di Ostia Antica)
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Sempre sulla destra della strada si trovano le cosiddette Terme del Filosofo.
Il complesso attuale risale al IV secolo d.C. ed era probabilmente la sede di una scuola neoplatonica.
Sorge su una struttura severiana.

In facciata vi era un piccolo portico con retrostanti camere, forse botteghe e ambienti domestici di servizio, e forse al centro un passaggio carrabile.

corridoio d'ingresso con scala delle Terme del Filosofo
Sulla destra della facciata si trova l'ingresso all'edificio, seguito da un lungo corridoio con scala per accedere ai piani superiori.

Dal corridoio si poteva accedere anche ad alcuni ambienti posti sulla sua sinistra (di cui uno con vasca), e ad una grande latrina, forse anche aperta al  pubblico.
In epoca traianea l'edificio era forse una stazione per "taxi".

latrina
sedile della latrina
In origine la parte posteriore dell'edificio era dedicata al culto.Il tempio (circa 200 d.C.), preceduto da una scalinata, era posto sul fondo di un cortile.
Fu poi demolito nel III secolo per far spazio ad un portico con una stanza voltata, forse una scuola neoplatonica.

ingresso alla stanza adibita forse a scuola neoplatonica
stanza adibita forse a scuola neoplatonica
Sul muro di fondo del porticato una nicchia forse conteneva il busto di un filosofo trovato nell'edificio.

cortile porticato con nicchia per busto di filosofo
Solo più tardi si aggiunse all'edificio il complesso termale ad uso privato.
L'apodyderium (spogliatoio) aveva i rivestimenti in marmo e un bancone.

Con una scala si raggiungeva il frigidarium con due vasche, e decorato con marmi e mosaico.

una vasca del frigidarium
l'altra vasca del frigidarium
interno di una vasca del frigidarium
pavimento in mosaico del frigidarium
Una piccola camera di passaggio con bacino conduceva agli ambienti tiepidi e caldi termali.
Il calidarium aveva due vasche ricoperte di marmo.

forno per il riscaldamento delle terme con prefurnio e sopra il calidarium
E' ancora presente il forno di riscaldamento circondato da un corridoio di servizio (prefurnio).

forno e prefurnio
prefurnio

forno





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Dall'altro lato della strada si trovano degli Horrea di età tardo traianea o adrianea: un corridoio sul quale si affacciano botteghe.

Horrea
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Se dalla Semita dei Cippi si prende a destra per la Via della Fortuna Annonaria, ci si trova sulla destra davanti all'ingresso della Domus della Fortuna Annonaria.

ingresso della Domus della Fortuna Annonaria
Questa domus è un adattamento del III/IV secolo d.C. di una dimora del II secolo d.C.

Varcato un ingresso che un tempo era costituito da due colonne in granito rosso che sorreggevano un timpano (protiro), si entra in un cortile colonnato su tre lati con colonne di travertino (un tempo intonacate).

cortile colonnato della Domus della Fortuna Annonaria
Il portico, il cui centro era occupato probabilmente da un giardino con una vasca e un pozzo, era decorato con la statua di Giunone e Cerere (oggi vi si trova il calco di una statua di Diana ritrovata in pezzi nella sala estiva).

Artemide in veste Amazzonica (dalla Domus della Fortuna Annonaria - Museo di Ostia Antica)
Sullo stesso lato del portico è stata messa su una base di colonna di travertino, una statua di donna seduta su un trono, con testa turrita e reggente una cornucopia e un remo: la Fortuna Annonaria (o forse la personificazione della città di Ostia).

Fortuna Annonaria (o personificazione di Ostia)
Sul lato occidentale del cortile si apre la sala estiva, con tre arcate dai pilastrini con pulvino.

sala estiva della Domus della Fortuna Annonaria
pilastrini con pulvino della sala estiva della Domus della Fortuna Annonaria
In questa sala, dal pavimento in opus sectile, il lato sinistro è occupato da un ninfeo, con due nicchie rettangolari e due semicircolari, davanti alle quali vi è un bacino rettangolare, nel quale sono stati trovati una statua di Genio dell'autunno e una testa di Venere (mentre il corpo della dea è stato trovato sulla strada).

rivestimenti marmorei del pavimento e delle pareti della sala estiva
opus sectile delle pareti della sala estiva
ninfeo della sala estiva
Venere tipo Doidalsas (dalla Domus della Fortuna Annonaria - Museo di Ostia Antica)
Nella sala estiva sono stati anche ritrovati una statua di Atena e due ritratti maschili, mentre una statua di Cerere è stata travata nella latrina.

Accanto alla sala estiva si trova infatti una latrina singola, ricavata da un sottoscala.

latrina singola

sedile della latrina









Sul lato orientale vi sono due ambienti con pavimento decorato.

pavimento della cosiddetta sala invernale
Una stanza, forse un cubiculum dalle pareti riscaldate, ha un mosaico in bianco e nero con riquadrature ottagonali nelle quali sono raffigurate personaggi mitici e animali (Teseo e il ladro Sinis, Teseo e il cattivo Prokrustes, il cacciatore Aktaion trasformato in cervo per aver visto Diana nuda, Ganimede, un Centauro, una tigre, un leopardo, la Lupa Capitolina con i gemelli).

pavimento a mosaico del cubiculum
particolare del pavimento a mosaico del cubiculum: Centauro e la Lupa Capitolina con i gemelli
particolare del pavimento a mosaico del cubiculum: un leopardo
particolare del pavimento a mosaico del cubiculum:Teseo e i cattivo Prokrustes
cubiculum: cornice e mosaico a disegni geometrici per il posto del letto
particolare del pavimento a mosaico del cubiculum: il cacciatore Aktaion traformato in cervo
particolare del pavimento a mosaico del cubiculum: Ganimede
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Tra Via Della Fortuna Annonaria e la parallela Via dell'Invidioso, si trovano edifici di non facile lettura.

La piccola strada perpendicolare a queste due vie, la cosiddetta Via del Caseggiato del Sole, divide due caseggiati dell'epoca di Antonino Pio, che arrivano nella loro estensione fino al Decumano Massimo: il Caseggiato del Sole, con il Mitreo dei Serpenti, e l'Insula dell'Invidioso, con annesso un complesso termale.

Il Caseggiato del Sole è composto da abitazioni e botteghe, e tra queste delle scale.

Caseggiato del Sole (visto da una terrazza)
Caseggiato del Sole
Il nome del caseggiato deriva da un graffito sul quale si legge "DOMINUS SOL HIC AVITAT (= HABTAT)", ovvero "Il Dio del Sole vive qui", riferendosi probabilmente a Mitra, data la presenza nel caseggiato di un mitreo.

dipinti parietiali del Caseggiato del Sole
Sono ancora presenti anche delle pitture murarie negli appartamenti orientali.

Fa parte del caseggiato il Mitreo dei Serpenti.

Mitreo dei Serpenti
podia del mitreo
Era probabilmente un mitreo privato istallato nel III secolo d.C.
Non si sono conservati né il pavimento né il soffitto.

Rimangono invece un piccolo altare e degli affreschi raffiguranti due serpenti, uno femminile e uno maschile (Genius loci), che danno nome al mitreo, e che sono antecedenti alla costruzione di questo luogo di culto.

parete di fondo del mitreo con altare e dipinti
E' raffigurato vicino ai serpenti anche un Genius con una toga e capo coperto, che tiene una cornucopia


dipinto del serpente maschile
Serpente femminile e Genius
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L'Insula dell'Invidioso prende il nome dalla parola "INBIDOSOS" scritta all'interno di un mosaico che raffigura una scena marina con pesci e pescatori.
Al centro del mosaico era stata fissata una vasca.

bottega dell'Insula dell'Invidioso
scritta "INBIDOSOS" nel mosaico della bottega dell'Insula dell'Invidioso
particolare del mosaico della bottega dell'Insula dell'Invidioso
mosaico della bottega dell'Insula dell'Invidioso
Il mosaico si trova in una bottega all'angolo dell'insula, e probabilmente qui veniva venduto il pesce.

scena marina nella pescheria dell'Insula dell'Invidioso
Vicino alle botteghe di pescivendoli sopra citate, vi sono gli ingressi a due vestiboli pavimentati con mosaici che raffigurano una Nereide su un ippocampo e una scena marina.
Questi ingressi sono uno su Via dell'Invidioso e uno sulla Semita dei Cippi.


Annesse all'insula vi sono le cosiddette Terme dell'Invidioso costruite nel 50 d.C., e modificate durante l'epoca di Antonino Pio.
I mosaici sono del III secolo d.C.

abside del frigidarium delle Terme dell'Invidioso viste esternamente (lato orientale)
Nereide sull'ippocampo di un  vestibolo delle Terme dell'Invidioso
L'ambiente dell'apodyterium (spogliatoio) mostra sul muro le nicchie per riporre gli abiti che furono in un secondo tempo tamponate.

apodyterium delle Terme dell'Invidioso
nicchie tamponate dell'apodyterium
Accanto vi era il frigidarium con vasche absidate, le camere del calidarium e la palestra.

frigidarium delle Terme dell'Invidioso
rivestimento in marmo del frigidarium
una vasca del frigidarium
Nell'angolo tra Via dell'Invidioso e Via del Sole vi era un "bar" e le sale per il riscaldamento delle terme.

praefurnium delle Terme dell'Invidioso
 Tramite un corridoio, dalla palestra si poteva uscire sul Decumano Massimo.
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Si è di nuovo sull'arteria principale di Ostia, il Decumano Massimo, dove si trova, con l'intersezione con la Via dei Molini, un Tempietto Repubblicano.
Del tempio rimane il podio e resti del pavimento a mosaico della cella. 

podio del Tempietto Repubblicano
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Segue poi sulla sua destra un lungo caseggiato di botteghe nel quale è stata poi istallata, nella parte centrale, l'Aula del Gruppo di Marte e Venere.

una bottega originaria del caseggiato, annessa poi all'aula, con nicchietta nel muro usata per culto
una bottega adibita a luogo di ristoro
L'Aula del Gruppo di Marte e Venere fu istallata nel caseggiato nel IV secolo nella parte centrale del caseggiato con botteghe.

Aula del Gruppo di Marte e Venere
Per far questo è stata costruita, nel muro nord delle botteghe, un'abside con una nicchia semicircolare e due rettangolari: un ninfeo.

Di fronte al ninfeo vi era un'altra piccola abside con nicchia.
Sulla destra del ninfeo vi era una sala rialzata con ingresso colonnato con quattro scalini.

scalini d'accesso alla sala rialzata dell'Aula del Gruppo di Marte e Venere
sala rialzata dell'Aula del Gruppo di Marte e Venere
sala rialzata dell'Aula del Gruppo di Marte e Venere
L'aula aveva alcune stanze pavimentate con opus sectile e decorazioni alle pareti di gesso e marmo.

Il Gruppo di Marte e Venere fu ritrovato in pezzi sul pavimento ma probabilmente, date le grandi dimensioni delle statue rispetto all'altezza delle porte dell'aula, non era posizionato qui.

Marte e Venere (Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano)
Il gruppo statuario è salito alle cronache perché fu portato, per volere dell'allora Presidente del Consiglio Berlusconi, a Palazzo Chigi e restaurato delle parti mancanti.
Ora è tornato al Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano dove è stato sottoposto nuovamente a restauro per eliminare le parti aggiunte.

Marte e Venere (Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano)
Non si può sapere con certezza l'uso dell'aula, forse è stata la sede di una corporazione o una basilica cristiana.

cippo sepolcrale ritrovato nell'Aula di Marte e Venere
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Alle spalle di questi edifici, tra Via dei Grandi Horrea e Via dei Molini, si trovano i Grandi Horrea.

Grandi Horrea
Erano dei grandi magazzini, i più grandi di Ostia, dove si conservava soprattutto il grano, insieme ad alimenti di facile deperibilità.

facciata sud-est dei Grandi Horrea
Furono costruiti nel I secolo d.C. dopo la costruzione del Porto di Claudio, con ingresso verso il Tevere.
Furono poi ingranditi sotto Nerone e Commodo e poi ancora in epoca severiana.

una cella dei Grandi Horrea
Furono usati per la loro costruzione grossi blocchi di tufo per proteggere le merci in caso d'incendio, e in seguito vennero alzati i pavimenti su pilastrini per proteggerle dall'umidità.


muratura in tufo dei Grandi Horrea
Il piano superiore, innalzato in un secondo tempo, veniva raggiunto con rampe.
Vi erano anche scale antincendio.
Erano dotati di 64 celle, le più antiche poste intorno a un cortile porticato colonnato.

celle dei Grandi Horrea
Di questi grandi magazzini rimane ben poco, perché parte dei suoi materiali di costruzione furono usati per costruire il Casone del Sale, l'attuale Museo.


www.ostia-antica.org
www.ostiaantica.beniculturali.it
Orari: ultima domenica di ottobre/15 febbraio               8.30/16.30
           16 febbraio/15 marzo                                           8.30/17.00
           16 marzo/ultimo sabato di marzo                        8.30/17.30
           ultima domenica di marzo/ agosto                       8.30/19.15
           settembre                                                              8.30/19.00
           1 ottobre/ultimo sabato di ottobre                       8.30/18.30
lunedì CHIUSO
Il Museo apre alle 9.30
Costo: 8€
la prima domenica del mese GRATIS 

CONCLUSIONI
Questo è solo un altro assaggio di quello che si può vedere nel sito degli scavi di Ostia.
Non tutti gli edifici da me descritti sono elencati tra quelli di maggior importanza e da visitare se si ha poco tempo, ma la mia è una passeggiata alla scoperta di un sito che conosco e che voglio, forse come alcuni di voi, indagare meglio.
Permettetemi quindi di annoiarvi magari un po' con la descrizione degli edifici minori, che anche se non sono interessanti come quelli più noti, ci parlano ancora della vita di questa città!



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