martedì 5 gennaio 2016

Gli scavi di Ostia Antica (sesta parte)


Il nuovo itinerario che percorrerò all'interno degli scavi di Ostia Antica si muoverà lungo quel tratto di Decumano Massimo che dal Bivio di Castrum si dirige verso Porta Marina, descrivendo solo gli edifici del lato sinistro della strada (a quelli del lato destro dedicherò il prossimo post).

I luoghi che vengono descritti sono:

Tabernae dei Pescivendoli - Cortile del Dioniso - Caseggiato del Dioniso - Insula dell'Aquila - Terme delle Sei Colonne - Mitreo delle Sette Porte - Schola di Traiano - Caseggiato delle Tabernae Finestrate - Caseggiato a Botteghe - Portico e Caseggiato della Fontana a Lucerna - Porta Marina - Caupona di Alexander e Helix - Foro di Porta Marina - Santuario della Bona Dea - Loggia di Cartilius Poblicola - Monumento Sepolcrale di Cornelius Poblicola - Terme di Porta Marina - Piccolo Impianto Termale - Sinagoga e Ninfeo - Terme di Musiciosus.

Decumano Massimo verso Porta Marina
Il primo edificio che s'incontra sulla sinistra della strada sono le Tabernae dei Pescivendoli.

Tabernae dei Pescivendoli
E' il luogo dove si vendeva pesce, anche vivo.
Posto all'incrocio con più vie, nel portico settentrionale del Macellum, attirava i clienti di un tempo e oggi i turisti, che possono vedere ancora ben conservati i banconi di vendita e le vasche per i pesci.

ingresso con colonne del Macellum tra le Tabernae dei Pescivendoli
Tabernae dei Pescivendoli (taberna occidentale)
vasca per i pesci della Taberna dei Pescivendoli occidentale
particolare della vasca per i pesci della Taberna dei Pescivendoli occidentale
tavolo della Taberna dei Pescivendoli occidentale
tavolo della Taberna dei Pescivendoli occidentale
Poste ai lati dell'ingresso al Macellum vi sono due tabernae che presentano un tavolo in marmo e una vasca in marmo per i pesci, sorretta da colonnine.

Taberna dei Pescivendoli orientale
Taberna dei Pescivendoli orientale
vasca per i pesci della Taberna dei Pescivendoli orientale
tavolo della Taberna dei Pescivendoli orientale
Sul pavimento in mosaico bianco e nero di quella orientale è rappresentata una scena marina: un tritone e un delfino con un polpo in bocca.

mosaico con tritone della Taberna dei Pescivendoli orientale
mosaico con pesce della Taberna dei Pescivendoli occidentale
La scritta apotropaica  "INBIDE CALCO TE" ("Invidioso ti calpesto"), è posta sopra e sotto la figura del delfino.

mosaico con delfino e polpo e scritta apotropaica della Taberna dei Pescivendoli orientale
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Accanto alle Tabernae dei Pescivendoli si trova un'insula di epoca adrianea, con botteghe che affacciano sul Decumano Massimo e sul Vicolo del Dioniso, un vicolo lastricato chiuso che l'attraversa centralmente da nord verso sud.

resti dell'insula adrianea
A sud del Vicolo del Dioniso si trova il cosiddetto Cortile del Dioniso, che prende il nome da un mosaico del Caseggiato del Dioniso, che affaccia sul cortile.

lato sud-orientale del Cortile del Dioniso
lato sud-occidentale del Cortile del Dioniso
lato nord-orientale del Cortile del Dioniso (con colonne in travertino della domus repubblicana)
lato sud del Cortile del Dioniso (con fontana)
lato est del Cortile del Dioniso (con Caseggiato del Dioniso)
Il Cortile di Dioniso ha preso il posto del peristilio e dell'atrio di una domus repubblicana del I secolo a.C., di cui si conservano colonne in travertino e in mattone nel lato sud e nord del cortile.

colonne in travertino del peristilio della domus repubblicana
Il pavimento in marmi policromi (di epoca augustea), appartenente ad una stanza vicino all'atrio della domus repubblicana, è stato appeso al muro ovest del cortile dopo gli scavi.

resti del pavimento in marmi policromi di una stanza vicino all'atrio della domus repubblicana
La grande vasca posta tra le colonne in mattone del lato sud del peristilio repubblicano, fu aggiunta più tardi.

fontana del Cortile del Dioniso
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Sul lato nord-orientale del cortile vi è il Caseggiato del Dioniso, costruito nel II secolo d.C. e composto da quattro stanze (coperte da tettoia).

Caseggiato del Dioniso
Nella stanza più meridionale è stato trovato il mosaico (con al centro la raffigurazione di Dioniso su un carro trainato da tigri e agli angoli figure dionisiache), che ha dato il nome al caseggiato e al cortile (questo mosaico non è visibile).

mosaico di una stanza del Caseggiato del Dioniso
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Sul lato nord-occidentale del Cortile del Dioniso s'istallò nel III secolo d.C. l'Insula dell'Aquila.

resti di una sala dell'Insula dell'Aquila (sotto il telo un mosaico con testa di Medusa)
L'insula prende il nome dalla raffigurazione di un'aquila nel centro del mosaico in bianco e nero di un cubiculum.
L'aquila è contornata da animali selvatici che attaccano cervi e figure che forse rappresentano le stagioni (mosaico non visibile).
Le pareti di questo cubiculum sono affrescate a finto marmo (III/IV secolo d.C.).

pareti affrescate a finto marmo di un cubiculum dell'Insula dell'Aquila
parte scoperta del mosaico dell'Aquila
Sulle pareti del cubiculum adiacente sono stati dipinti dei cerchi, e in un'altra parete, in un secondo tempo, linee rosse e una figura nuda.

dipinti a cerchi delle pareti di un cubiculum dell'Insula dell'Aquila
dipinti a linee e figura nuda delle pareti di un cubiculum dell'Insula dell'Aquila
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Sempre continuando il cammino lungo il Decumano Massimo, l'area seguente è occupata dalle Terme delle Sei Colonne, con botteghe di epoca traianea che fronteggiano la strada.

Terme delle Sei Colonnee (viste da sud)
 Una di queste botteghe era un "bar", vicino al quale vi era una latrina.

latrina delle Terme delle Sei Colonne
Un corridoio posto tra le botteghe conduceva all'interno delle terme e al loro cortile colonnato con sei colonne (da qui il nome dei bagni), che ha sostituito la palestra.

cortile delle Terme delle Sei Colonne (visto da nord)
cortile delle Terme delle Sei Colonne (visto da sud)
Le vasche del frigidarium si trovano nell'area sud-orientale.

vasca del frigidarium dell Terme delle Sei Colonne
vasca del frigidarium dell Terme delle Sei Colonne
Nell'area sud-occidentale trovava posto invece il calidarium

calidarium delle Terme delle Sei Colonne
strutture di riscaldamento nel muro del calidarium
calidarium delle Terme delle Sei Colonne
forno di alimenazione del riscaldamento per il calidarium delle Terme delle Sei Colonne
corridoio di servizio al calidarium delle Terme delle Sei Colonne
Una noria (ruota idraulica) era posta nella zona nord-occidentale.

noria vista da est
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A sud delle Terme delle Sei Colonne, si trova una piccola insula, un edificio ad uso commerciale il cui ingresso avveniva da sud tramite un arco in mattoni di epoca adrianea, appartenuto ad un altro edificio.
 
arco a sud dell'insula
L'edificio aveva anche un'apertura sul lato est con il Cortile del Dioniso.

corridoio centrale e lato settentrionale dell'insula
ambiente dell'insula
Nell'edificio vi erano, divise da un corridoio centrale, sei camere.
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Nella sala sud-orientale venne istallato nel I secolo d.C. il Mitreo delle Sette Porte.

Mitreo delle Sette Porte
Nella parete di fondo venne creata una nicchia quadrata arcuata.
Davanti vi è un altare in muratura intonacato di bianco.

I podia vennero ricoperti da mosaico.

Nella parte verticale di questi, a metà del mitreo, vi erano due nicchie con piccolo altare di marmo.
In una di queste nicchie è stato trovato un vaso in terracotta contenente ossa di coniglio e di pollo.

Nel pavimento del mitreo vi è un vaso in terracotta affiancato da lastre quadrate di marmo perforate da una fistula in piombo.

Sopra i podia le pareti sono affrescate con un giardino, mentre la parete dietro l'altare è dipinta in blu con macchie rosse.

decorazioni pittoriche del Mitreo delle Sette Porte
Sul mosaico in bianco e nero del pavimento tra i podia è rappresentato un cancello centrale con colonne che sostengono un arco con merli e pinnacoli, e dl quale pende un oscillum.

le "sette porte" del mosaico del Mitreo delle Sette Porte
Su ogni lato del cancello vi sono tre porte.
Le sette porte rappresentano le sette sfere planetarie attraverso cui passavano le anime degli iniziati al culto di Mitra.

Sempre sul pavimento a mosaico sono stati raffigurati i pianeti Giove e Saturno, un cratere, un serpente che esce da una roccia, e un uccello con un fulmine.

Nella nicchia sarà stato rappresentato il Sole.

Lungo i podia sono invece raffigurati quattro pianeti: Mercurio, Marte, Venere Anadiomene e la Luna.Motivi floreali sono rappresentati sia sul lato verticale che su quello orizzontale dei podia.
 
rappresentazione di motivi floreali e di Marte sul mosaico del podium
rappresentazione di Venere Anadiomene sul mosaico del podium
Sui pilastrini di testa dei podia, erano rappresentati (oggi quasi scomparsi), Cautes e Cautopates.
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A sud dell'insula con il Mitreo delle Sette Porte vi è un altro caseggiato scavato solo in parte.

ingresso nord del caseggiato
Il caseggiato è diviso da nord a sud da un corridoio.
Nella zona occidentale dell'edificio si trovano due sale identiche, divise da una scala, con una fila di pilastri centrali in mattoni che avranno sostenuto il soffitto.

corridoio centrale e sala nord-occidentale con pilastri 
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Ritornati sul Decumano Massimo, l'edificio che segue, preceduto da un'esedra semicircolare pavimentata in marmo, un tempo decorata con quattro colonne in marmo (ne rimane oggi solo una in sito) e due nicchie-fontane semicircolari, è la cosiddetta Schola del Traiano.

esedra d'ingresso della Schola del Traiano
Era questa probabilmente la sede collegiale dei fabbri navali: fu qui ritrovata infatti la statua loricata dell'imperatore Traiano, venerato da questa corporazione per aver dato loro lavoro nei cantieri del nuovo porto di Ostia.

L'edificio, costruito durante il regno di Antonino Pio (II secolo d.C.), fu costruito nello spazio precedentemente occupato da due domus: la Domus dei Bucrani (I secolo a.C.) e la Domus del Peristilio (I/II secolo d.C.). 

Tramite l'esedra d'ingresso, affiancata da botteghe e da una scala, si accedeva ad un vestibolo che presentava sul lato sud due colonne di marmo, il passaggio verso un grande peristilio.

vestibolo e una colonna dell'accesso al peristilio
accesso al peristilio della Schola del Traiano
Il vestibolo era fiancheggiato da camere simmetriche sui due lati.
Le due sale più grandi presentano una prima zona rettangolare separata con due colonne dalla zona posteriore con abside e stanza di fondo.
Altre due stanze che affiancano il vestibolo avevano pavimenti riscaldati.
Erano qui presenti anche scale che conducevano al primo piano o alle cantine.

ambienti adiacenti al vestibolo della Schola del Traiano
ambienti adiacenti al vestibolo della Schola del Traiano
Nell'ambiente sotto ad una camera orientale di questa zona è stata trovata la statua di Traiano che ha dato il nome all'edificio.

Traiano loricato (dalla Schola del Traiano - Museo Ostiense)
Qui i pavimenti erano in opus sectile, e le pareti ricoperte in marmo o stuccate in gesso.

Il peristilio (19,50X36m) era circondato in origine da un portico con colonne in mattoni intonacati e basi e capitelli in marmo.

peristilio della Schola del Traiano visto dall'angolo sud-ovest
peristilio della Schola del Traiano visto da lato sud-est
zona centrale del peristilio con vasca della Schola del Traiano
colonne in mattoni intonacate del peristilio della Schola del Traiano
particolare di una colonna intonacata del peristilio
Al centro vi era una lunga vasca con nicchie semicircolari.

vasca con nicchie semicircolari del cortile della Schola del Traiano
Le stanze della zona sud furono aggiunte nel III secolo d.C. facendo sparire parte del peristilio.

ambienti della zona meridionale della Schola del Traiano
ambienti della zona meridionale della Schola del Traiano
ambienti della zona meridionale della Schola del Traiano
La sala principale, una sala da pranzo, è preceduta da due colonne a spirale.
Sul fondo della sala c'è una una nicchia semicircolare.

la sala da pranzo della Schola del Traiano
particolare del mosaico della sala da pranzo
particolare del mosaico della sala da pranzo


particolare del mosaico della salada pranzo
La sala è affiancata da camere più piccole, da una scala e da una latrina a quattro posti.

lato sud-occidentale della Schola del Traiano con latrina
latrina a quattro posti della Schola del Traiano
I pavimenti di quest'area sono in mosaico bianco e nero a motivi geometrici, con animali o amorini.
Le pareti erano rivestite in marmo o in gesso che imitava con le pitture il marmo.

pavimento a mosaico geometrico di un ambiente della zona meridionale della Schola del Traiano
Nel lato orientale del cortile è stato ricostruito un tratto del peristilio pavimentato con mosaico geometrico a piccole tessere della domus del I secolo a.C.

peristilio della domus del I secolo a.C.
pavimento a mosaico del portico della domus del I secolo a.C.
Lottatori (dalla Schola del Traiano - Museo Ostiense)
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Continuando il cammino sul Decumano Massimo, dopo la Schola del Traiano si trova il Caseggiato delle Taberne Finestrate.

Angiporto e Caseggiato delle Taberne Finestrate (visti da nord)
Questo edificio è composto sia da botteghe che s'affacciano sul Decumano Massimo sia da altre che affiancano una strada lastricata interna, l'Angiporto delle Taberne Finestrate, che da nord a sud divide il caseggiato in tue parti.

Angiporto affiancato da taberne (visto da sud)
Due archi in mattoni delimitano la parte centrale dell'Angiporto.

taberne con vetrine (poi tamponate)
Le botteghe lungo l'Angiporto sono caratterizzate dalla presenza di finestre che fungevano da vetrine.

Una sala nella zona sud-occidentale ha una doppia fila di pilastri in mattoni per reggere probabilmente un soffitto pesante.

zona sud-occidentale del Caseggiato delle Taberne Finestrate
sala con doppia fila di pilastri della zona occidentale del caseggiato
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Vico Cieco visto dal Decumano Massimo
Segue poi, dopo il cosiddetto Vico Cieco, un Caseggiato a botteghe di epoca adrianea, composto da ambienti e botteghe posti lungo un largo corridoio.

Vico Cieco che divide il Caseggiato delle Taberne Finestrate (a destra) e il Caseggiato a botteghe (a sinistra) visto da sud
corridoio che divide le due ali del Caseggiato a botteghe (visto da sud)
In una delle due botteghe che s'affacciano sul Decumano Massimo vi sono due dolia interrati.

fronte sul Decumano Massimo del Caseggiato a botteghe e resti di un portico
dolia infossati di una bottega
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Il lato meridionale del Decumano Massimo è ora costeggiato per 120m dal Portico e dal Caseggiato della Fontana a Lucerna.

Portico e Caseggiato della Fontana a Lucerna
Portico e Caseggiato della Fontana a Lucerna
resti del pavimento a mosaico del portico
Portico e Caseggiato prendono il nome dalla fontana in marmo posta sulla strada.

fontana a lucerna
La fontana è costituita da una vasca nella quale vi è una colonna la cui sommità imita una lampada ad olio con sette beccucci simili a stoppini, ma dai quali usciva acqua.

fontana a lucerna vista dal Decumano Massimo
fontana a lucerna vista dal portico
La fontana aveva un tetto sostenuto da quattro colonnine scanalate, e una decorazione ad archetti dal lato della strada.

particolari della fontana a lucerna
particolari della fontana a lucerna
Il grande edificio dietro il portico, adibito nel piano terra a botteghe con stanze sul retro, e al primo piano ad abitazioni, fu costruito nel 125 d.C.
Tre erano i "bar" posti sotto i portici.

Giulia Domna (dal Portico della Fontana a Lucerna - Museo Ostiense)
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Al termine del Portico della Fontana a Lucerna si è giunti a Porta Marina, la porta della città che dava sul litorale marino.

Porta Marina vista da fuori delle mura sillane
Al tempo dei Romani il mare era a circa un centinaio di metri dalla porta, di cui rimangono alcuni conci in tufo e tracce del basolato.

La Porta Marina, facente parte della cinta muraria di epoca sillana, era stata costruita in opera quadra e aveva torri sporgenti.

conci in tufo e basoli di Porta Marina
Quando le mura fortificate repubblicane non servirono più, in quanto Roma aveva espanso il suo territorio e allontanato così di molto i suoi nemici, altri edifici vennero costruiti o istallati sulle strutture difensive.
E' questo il caso della Caupona di Alexander e Helix.

Caupona di Alexander e Helix
interno della Caupona di Alexander e Helix
Caupona di Alexander e Helix vista da PortaMarina
Nel II secolo d.C infatti, una delle due torri che fiancheggiavano Porta Marina fu occupata da questa osteria che prende il nome dalla scritta presente nel suo mosaico pavimentale.

scritta "ALEXANDER HELIX" sul pavimento della caupona e vasca-fontana
In questo mosaico sono anche rappresentate in tre scene, Venere con specchio e amorino alato che regge la sua cintura, due pugili-lottatori nell'atto di battersi (pancrazisti) con un calice e la palma della vittoria, e due danzatori grotteschi con bastoni e fallo (danza egiziana).
 
Venere e amorino
danzatori grotteschi con bastoni e fallo
calice
Il retrobottega della caupona, dati i temi del mosaico, doveva essere adibito alla prostituzione.

bancone con doppio lavabo, stufa e scaffale della caupona
L'osteria conserva ancora, rivestiti in marmo, un bancone di mescita con doppio lavabo, uno scaffale a tre gradini in muratura, una stufa e una vaschetta-fontana al centro della sala.

scaffale a tre gradini
stufa
doppio lavabo con foro di scolo
vasca-fontana
foro di scolo della vasca-fontana
Nell'angolo ovest forse vi era un santuario.

possibile santuario della caupona
Il suo ingresso sulla strada non è più agibile perché il livello stradale è stato riportato ad piano più antico.

accesso alla caupona dal Decumano Massimo
Si può quindi accedere oggi all'iterno della caupona dai due ingressi posti a nord-est e a sud-ovest.
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Il piazzale che si trova subito fuori Porta Marina costituiva il Foro di Porta Marina.

ingresso tramite colonne al Foro di Porta Marina (a sinistra) e al Santuario della Bona Dea (a destra)
Il Foro, colonnato su tre lati e con pavimento in marmo, aveva una triplice entrata sul Decumano Massimo, decorato centralmente con due colonne.

ingresso principale sul Decumano Massimo del Foro di Porta Marina
piazzale colonnato del Foro di Porta Marina
colonne del Foro di Porta Marina
La parete di fondo presenta una stanza con abside.

stanza con abside (coperta dalla vegetazione)
Anche sui due lati ortogonali vi è al centro una stanza.
Nella piazza vi è anche una struttura in muratura, forse un altare.
 
sopra al possibile altare del Foro di Porta Marina è cresciuto un albero!

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A fianco del Foro di Porta Marina sorgeva il Santuario della Bona Dea.

Santuario della Bona Dea
Questo Santuario del I secolo d.C., dedicato alla dea della fertilità e della salute, adorata solo dalle donne, fu raso al suolo nella tarda antichità, ed è per questo che rimangono solo muretti bassi.

ingresso al santuario
Circondato da un alto muro, il Santuario era composto da un cortile porticato preceduto da un corridoio, e da un piccolo tempio che affacciava sul cortile, preceduto da quattro colonne.

cella del Tempio del Santuario della Bona Dea e basi delle colonne del pronao
basi delle colonne del pronao del tempio e iscrizione dedicatoria
Davanti al tempio c'era un altare in tufo.
In una fase successiva vennero separati dal Santuario alcuni ambienti a fianco alla cella del tempio.

ambienti vicini alla cella del tempio
Sono state trovate cinque copie identiche di lastre con l'iscrizione dedicatoria del Santuario.
I frammenti di una di queste sono stati posti sul muro perimetrale, le altre lastre marmoree sono state invece riutilizzate in atre parti della città.

frammenti della lastra marmorea con iscrizione dedicatoria del Santuario della Bona Dea
Lungo il Decumano Massimo, accanto all'ingresso del Santuario della Bona Dea, vi era un ninfeo curvo del III secolo d.C., rivestito di travertino.

ninfeo
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A questo punto del percorso verso il mare lungo il Decumano Massimo, bisogna fare una deviazione verso sinistra su Via di Cartilius Poblicola, per esplorare quella zona dove sorgono altri edifici interessanti di Ostia Antica.

All'angolo tra queste due strade si trova la cosiddetta Loggia di Cartilius Poblicola, una piazza con copertura sorretta da file di pilastri in mattoni, che prende il nome dall'adiacente tomba di epoca repubblicana (questa zona era un tempo situata fuori dalle mura e quindi in essa si potevano costruire i sepolcri).

Loggia di Cartilius Poblicola e Tomba di Cartilius Poblicola (sul fondo)
Loggia di Cartilius Poblicola
Il Monumento Sepolcrale di Cartilius Poblicola, costruito nel 25/20 a.C., è la tomba di un importante cittadino di Ostia che si era guadagnato da parte dei suoi concittadini il cognomen Poblicola, ovvero "amico del popolo", per i servizi resi alla città.

Monumento Sepolcrale di Cartilius Poblicola
La tomba di forma quadrata, come tutti i sepolcri, affacciava su una strada poi scomparsa con la costruzione degli edifici adrianei, che hanno attorniato il monumento funebre.

corpo centrale del Monumento Sepolcrale di Cartilius Poblicola
Il basamento era rivestito in travertino, il corpo centrale in marmo e il dietro della tomba invece aveva un rivestimento in tufo.

fronte del Monumento Sepolcrale di Cartilius Poblicola
Sul fronte vi è un'iscrizione che attesta che la costruzione della tomba è stata un'opera finanziata con i soldi pubblici per Caio Cartilius Poplicola, che era stato per otto volte duumvir (magistrato della colonia) e tre volte Censor della città.


I  sedici fasci di canne raffigurati sui lati della scritta simboleggiano il numero di volte che Cartilius Poblicola è stato nominato sindaco, due fasci per ogni elezione.

fregio del Monumento Sepolcrale di Cartilius Poblicola
Sul fregio sopra la scritta è raffigurata una scena di guerra: soldati ostiensi, guidati da Cartilius Poblicola, sembrano difendersi da un attacco navale, forse quello di Sesto Pompeo del 39 a.C.

Il coronamento finale del monumento sul fianco sud era decorato con un rostro di nave.
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Sulla sinistra della via si costeggia un edificio con botteghe di epoca adrianea, preceduto da un portico in mattoni.

Procedendo oltre, all'angolo tra Via di Cartilius Poblicola e Via della Marciana, vi è un caseggiato con negozi che si affacciano su entrambe le strade.
A questo edificio appartengono le piccole terme in fase di scavo.

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Si giunge quindi alle Terme di Porta Marina o Terme della Marciana.

Terme di Porta Marina
Per grandezza sono queste il terzo complesso termale di Ostia.

Queste Terme, che si trovavano a poche decine di metri dal mare lungo la Via Severiana, furono edificate nel II secolo d.C. sotto Traiano, forse dalla famiglia imperiale.

Il ritrovamento della testa di Marciana, sorella di Traiano, ha dato il secondo nome a questo impianto termale, che fu restaurato nel VI secolo d.C. ed stato usato almeno fino a quell'epoca.

testa di Marciana (dalle Terme di Marciana - Museo Ostiense)
Una grande palestra porticata su tre lati si trovava ad un piano inferiore rispetto al resto delle Terme.

palestra delle Terme della Marciana
Un ambiente con mosaico geometrico a tessere bianche e nere introduceva in un ambiente di passaggio verso un apodytherium.

mosaico geometrico di un ambiente delle terme
ambiente di passaggio per l'apodytherium con mosaico bianco
Un apodytherium (spogliatoio) presenta un mosaico del III secolo d.C. dove sono  raffigurati atleti che circondano una tavola con i premi per le gare.

mosaico nell'apodytherium con due pugili e un giudice in primo piano
mosaico nell'apodytherium con discobolo e trombettiere (con corona e strumento vinti in una gara musicale)
mosaico nell'apodytherium con lottatori
mosaico nell'apodytherium con atleta con strigile
mosaico nell'apodytherium con atleta con pesi (usati per il salto in lungo o per allenarsi)
mosaico nell'apodytherium con pugile, giudice ed erma
mosaico nell'apodytherium con atleta con due strigili e un vaso per l'olio
mosaico nell'apodytherium con una tavola e i premi delle gare: una corona decorata con raggi e gemme, un ramo di pala, un'erma con un altro ramo di palma, un cerchio, un corto bastone ricurvo per guidare il cerchio, una ciotola su piedistallo, un vaso per l'olio con maniglia, un anello con tre strigili e una palla di cuoio 
Il frigidarium ha un mosaico pavimentale del IV/V secolo d.C. a tessere policrome.

frigidarium visto da sud
mosaico policromo a tessere grosse del frigidarium
Nella zona meridionale vi sono due grandi vasche, mentre in quella settentrionale vi è  una grande piscina absidata aggiunta nel III secolo d.C. 

una vasca del frigidarium
piscina absidata del frgidarium e pilastri che reggevano la volta
Alti pilastri in laterizio sorreggevano la volta.

resti dei pilastri e della volta del frigidarium
Due ambienti del lato orientale hanno un mosaico del III secolo d.C. con scene marine e soggetti ittici.

ambiente orientale delle terme
mosaico con soggetti ittici di un ambiente orientale delle terme
Gli ambienti riscaldati, un calidarium e due tepidaria absidate, sono posizionati nella zona meridionale.

 
zona meridionale delle terme con camere riscaldate (l'abside appartiene ad un tepidarium)
Alle spalle di queste grandi Terme fu costruito nel IV secolo d.C. sulla Via Severiana un piccolo impianto termale.

piccolo impianto termale a sud delle Terme di Porta Marina
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Percorrendo dalle Terme di Porta Marina quel che resta della Via Severiana, si giunge a visitare la Sinagoga.

Sinagoga
Sinagoga (vista da est)
Sinagoga (vista da nord)
Questo luogo di culto fu costruito tra l'antica spiaggia e la Via Severiana nel I secolo d.C., e venne più volte modificato fino al V secolo d.C.

La Sinagoga è orientata verso Gerusalemme (est-sud-est).

Si accedeva dalla Via Severiana tramite un portico con due gradini che scendevano nel corridoio, dove vi era un pozzo.

ingresso sulla Via Severiana e corridoio con pozzo
ingresso e corridoio con pozzo
Sul lato ovest del corridoio si trovavano tre ambienti.

ambienti che si aprivano sul corridoio
Il primo ambiente era un basso bacino (identificabile come un bagno rituale, miqwé).

mosaico di un ambiente della Sinagoga
Tramite due gradini il secondo accesso del corridoio era un nartece con pavimentazione a mosaico, che precedeva un ambiente con quattro colonne di marmo negli angoli.

nartece e ambiente di passaggio con colonne
ambiente di passaggio con colonne
L'ambiente colonnato di passaggio introduceva a sua volta in una grande aula rettangolare con lato di fondo curvo.

grande aula della Sinagoga
lato curvo della grande aula della Sinagoga
L'aula era illuminata da alte finestre ed il pavimento era rivestito in marmo policromo.

parete della grande aula
pavimento in marmo della grande aula
nodo di Salomone rappresentato nel pavimento della grande aula della Sinagoga
podio della grande aula della Sinagoga










Davanti alla parete arrotondata vi era un podio (bema o tevah),sul quale venivano letti i rotoli della Legge (la Torah, i primi cinque libri del Vecchio Testamento).









Nella grande aula era presente un'edicola absidata con due colonnine che sorreggevano mensole riproducenti candelabri a sette braccia (menorah), il corno di montone (shofar), il cedro (etrog) e un fascio formato da tre specie vegetali (lulav).

edicola per custodire la Torah
interno dell'edicola
Le mensole sorreggevano la copertura dell'edicola.
La fronte del podio dell'edicola era ricoperta in opus sectile.
I capitelli delle colonnine sono del II secolo d.C., mentre l'edicola fu costruita tra il III e il IV secolo d.C.

In questa edicola era posto l'armadio che custodita la Torah.
 
Nella parte meridionale dell'edificio vi era un grande ambiente con panchine che correvano lungo due delle sue pareti, usato probabilmente per le riunioni.

Vi erano anche ambienti funzionali: una cucina con tavolo e forno, dove si preparava il pane azzimo.
Sopra e nel pavimento a mosaico bianco e nero della cucina vi erano anfore dove venivano conservati l'olio e il vino.

ambienti funzionali della Sinagoga
cucina
forno della cucina
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Ad ovest della Sinagoga si trova un piccolo Ninfeo del II secolo d.C.

ingresso del ninfeo
ninfeo
Il piccolo edificio è costituito da un vestibolo con due colonne, una ambiente con scale e nicchie che poteva essere una cisterna e una camera con una nicchia affiancata da piccoli gradini, che costituisce il ninfeo vero e proprio.

vestibolo del ninfeo
ambiente con scale del ninfeo
ninfeo
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Tornando indietro verso il Decumano Massimo, dall'altro lato della Via Severiana rispetto alla Sinagoga, si trovano le cosiddette Terme di Musiciolus.

Terme di Musiciosus
Le terme sono state istallate in un secondo tempo in un edificio costruito durante varie epoche (antonina, severiana e IV secolo d.C.).
I suoi mosaici sono del IV secolo d.C.

Dalla hall d'ingresso decorata con due colonne si passava al frigidarium con due vasche e con mosaici, uno in bianco e nero e uno policromo con pesci ed eroti a cavallo di delfini.

camere riscaldate viste dalla Via Severiana
Lungo la Via Severiana si vedono tre camere riscaldate che avevano tre mosaici.
Il mosaico della stanza centrale rappresentava in cornici quattro atleti e un giudice, con i nomi ai lati della testa.
Gli atleti si chiamavano Faustus ("il fortunato"), Ursus ("l'orso"), Luxsurus ("il voluttuoso") e Pascentius.
Il giudice si chiamava Musiciolus ("l'armonioso").
In altre cornici erano raffigurati pesi per il salto in lungo, palme della vittoria, strigili, contenitori per l'olio...
Questo mosaico è stato rubato dopo gli scavi!

Via Severiana

www. ostia-antica.org
www.ostiaantica.beniculturali.it
Orari: ultima domenica di ottobre/15 febbraio               8.30/16.30
           16 febbraio/15 marzo                                           8.30/17.00
           16 marzo/ultimo sabato di marzo                        8.30/17.30
           ultima domenica di marzo/ agosto                       8.30/19.15
           settembre                                                              8.30/19.00
           1 ottobre/ultimo sabato di ottobre                       8.30/18.30
lunedì CHIUSO
Il Museo apre alle 9.30
Costo: 8€
la prima domenica del mese GRATIS


CONCLUSIONI 
Qui finisce questa mia passeggiata lungo il tratto del Decumano Massimo che si dirigeva verso il mare, in parte entro le antiche mura, in parte fuori Porta Marina, e in quella zona sulla spiaggia di secoli fa, un po' distaccata e oggi poco battuta dagli ormai stravolti turisti che hanno già visitato molto del sito.
Il prossimo post descriverà gli edifici che si trovano sul lato sinistro del Decumano Massimo, dal mare al Bivio di Castrum.

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