martedì 5 gennaio 2016

Gli scavi di Ostia Antica (settima parte)


Ora che ci si è spinti sino all'antica linea costiera di Ostia, dove un tempo s'infrangevano le onde, mentre oggi si sente solo il fragore delle automobili che sfrecciano sulla moderna strada che ha sostituito la battigia, si torna sui propri passi ripercorrendo il Decumano Massimo in senso inverso, visitando tutti gli edifici che sfilano lungo il lato sinistro della strada.

Ecco i luoghi che descriverò:

Edificio con Opus Sectile - Domus Fulminata - Casa della Domus Fulminata - Monumento Funerario - Domus del Ninfeo - Caseggiato delle Trifore - Insula delle Volte Dipinte - Insula Trapezoidale - Domus dei Dioscuri - Insula delle Pareti Gialle - Insula del Graffito - Insula delle Muse - Case Giardino - Insula delle Ierodule - Terme Marittime - Domus di Marte - Domus del Decumano - Tempio dei Fabri Navales - Basilica Cristiana - Terme della Basilica Cristiana.

fine del tratto del Decumano Massimo verso il mare
La prima costruzione che s'incontra è il cosiddetto Edificio con Opus Sectile, un edificio costruito ad un centinaio di metri fuori Porta Marina, che inizialmente si pensava fosse un "prospetto a mare" del Decumano Massimo e una sede collegiale.

ingresso all'Edificio con Opus Sectile
L'edificio è forse una domus tardo-antica, il cui primo impianto risale all'epoca adrianea, ma che venne molto rimaneggiata del IV secolo d.C..

atrio dell'edificio
Al termine del Decumano Massimo si apriva l'ingresso della domus, con un grande atrio che introduceva in un cortile colonnato fino all'angolo nord-est dell'edificio, andato perduto a causa del mare e oggi sepolto sotto la strada moderna.

atrio e cortile a peristilio dell'Edificio con Opus Sectile
Sul piazzale a peristilio si aprivano alcuni ambienti.

cortile a peristilio
In direzione est-ovest rimangono i resti di una diga costruita nel I secolo d.C. per difendere gli ambienti prospicenti la costa dalle mareggiate.
Nel IV secolo d.C. l'avanzamento della linea di costa rese già inutile la funzione della diga.

resti della diga e ambienti dell'Edificio con Opus Sectile poggianti su di essa
Su questa diga poggiava un ambiente con esedra rettangolare e con due colonne d'ingresso.

ambiente con esedra rettangolare decorato con opus sectile
Questa sala presentava una complicata decorazione in opus sectile (che ha dato il nome all'edificio), non ancora completata quando l'edificio fu distrutto.

ricomposizione delle decorazioni dell'aula (Museo Nazionale dell'Alto Medioevo - Roma)
Le pareti erano ancora priva di zoccolatura e l'esedra di fondo non era ancora pavimentata.

Le 40 formelle del pavimento (90x90cm) dell'aula erano predisposte, ma non ancora messe in opera.

pavimento dell'aula
In esse un motivo a stella a quattro punte formava ottagoni con le punte di quelle delle altre formelle poste vicino.
Negli ottagoni poi erano inseriti cerchi con all'interno quattro pelte.
l'utilizzo di materiali preziosi (porfido rosso, pavonazzetto, porfido verde, giallo antico ed altri), denota l'alta committenza.  

Sulle pareti laterali si succedevano dal basso varie fasce decorative:

la decorazione della parete destra dell'aula
- una fascia a specchiature marmoree e lesene

fascia a specchiature marmoree e lesene
- un grande fregio floreale

fregio floreale
particolare del fregio floreale
- un fregio minore con elementi vegetali e geometrici

fregio minore con elementi geometrici
- pannelli che raffiguravano gruppi di animali in lotta (leoni e tigri)

una tigre sulla parete sinistra dell'aula
un leone sulla parete destra dell'aula
un leone sulla parete destra dell'aula
- una fascia di coronamento con specchiature e disegni.

fascia di coronamento
disegno della fascia di coronamento
Vi erano raffigurati anche due ritratti virili: un busto di un giovane uomo aristocratico (forse il benefattore del collegio proprietario della domus, vestito con toga bordata di porpora simbolo del suo stato sociale) e un busto di Cristo benedicente con barba, capelli lunghi e nimbo (frutto di una interpretazione cristiana) o come interpretano altri, un filosofo con la mano destra alzata nell'atto della docenza (figura venerata dagli aristocratici seguaci delle dottrine neoplatoniche).

decorazione con due busti virili della parete destra dell'aula
rappresentazione di uomo barbuto benedicente
rappresetazione di giovane uomo aristocratico

La decorazione dell'esedra rettangolare della parete di fondo era di tipo geometrico, con un motivo a scacchiera in basso, e un falso prospetto architettonico nella parte alta.

abside rettangolare della parete di fondo dell'aula con motivi architettonici e geometrici
particolare della decorazione architettonica dell'abside
Anche il soffitto sembra essere stato decorato a mosaico: tessere di pasta vitrea di vari toni d'azzurro sul quale si snodavano tralci con foglie e grappoli ricoperti d'oro.

esposizione dei frammenti a mosaico del soffitto dell'aula
Nella malta di allettamento di uno dei due pannelli con leone si trovarono due monete di bronzo dell'epoca degli imperatori Massimo (383-388 d.C.) ed Eugenio (392-394) che fanno collocare il crollo dell'aula intorno al 394/400 d.C.
Non si conosce l'utilizzo al quale la stanza era stata destinata, forse era una sala da pranzo o forse un luogo religioso.

Sul pavimento dell'aula giacevano sezioni di colonne e un'architrave, forse materiali da riusare nella decorazione della sala.

colonne da riuso

architrave di marmo da riuso

Sono stati anche ritrovate delle raffigurazioni di polipi e testine, non riconducibili alla collocazione originaria.


raffigurazioni di polipi e testine
raffigurazioni di testine
La bellissima decorazione è oggi esposta, dopo lunghi anni di restauro, al Museo Nazionale dell'Alto Medioevo dell'Eur.


Sul lato est del colonnato della domus si trovano alcuni ambienti tra i quali un'esedra con due colonne d'ingresso e pavimento in marmo.

ambiente con esedra del lato est dell'edificio
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Iniziando il percorso sul Decumano Massimo il primo caseggiato che s'incontra aveva una funzione commerciale, visti i piccoli negozi sul fronte strada e la grande sala retrostante, forse usata come stalla per i cavalli di coloro che si recavano alla spiaggia o alle terme del quartiere.

grande sala del caseggiato
stanza dell'angolo nord con bacino
A nord della facciata del caseggiato si trovava una grande entrata, e sul fondo della stanza difronte si trovava un bacino.

entrata al caseggiato
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L'edificio che segue è composto dalla Domus Fulminata e dalla connessa Casa della Domus Fulminata, che formavano insieme un'entità funzionale.

La cosiddetta Domus Fulminata fu costruita nel I secolo d.C. e rimaneggiata nel II e nel III secolo d.C.
Si pensava inizialmente che fosse una domus, ma poi si è creduto che appartenesse ad una gilda legata al vicino Santuario della Bona Dea o un edificio collegato al culto degli antenati, vista la vicinanza ad un Monumento funerario.

ingresso alla Casa Fulminata
Il suo ingresso dal Decumano Massimo presenta due colonne affiancate da una scala con gradini in travertino.

In facciata vi sono sei botteghe, due delle quali sono "bar".

uno dei due "bar" lungo la facciata della Casa Fulminata
Superato il corridoio d'ingresso si entrava in un cortile porticato.

cortile porticato della Casa Fulminata
Sul lato nord del cortile vi erano quattro sale interconnesse tra loro e con alto soffitto.

ambiente del lato nord del cortile
La zona meridionale del cortile era composta da ambienti con decorazioni di mosaici e pitture alludenti all'amore e alla seduzione.

Il cortile porticato presenta colonne in mattoni, singole, binate, o triple (adattamenti strutturali), sulle quali poggiava il tetto del portico.

colonne del cortile porticato
Nella parte centrale del cortile vi era ad est una vasca d'acqua rettagolare con il bordo in mosaico formato da tessere blu, verdi, gialle rosse.

vasca rettangolare e biclini del cortile della Casa Fulminata
Vi era anche una vera di pozzo in marmo che divenne poi solo decorativa.

cortile e pozzo (angolo a destra)
Venne in un momento successivo aggiunta una seconda vasca rettangolare nell'angolo nord-est.

Nella parte sud-occidentale del cortile vi è una piccola costruzione in muratura, il luogo in cui di giorno un fulmine aveva colpito la casa, e che ritualmente era stato qui sepolto insieme agli oggetti che aveva colpito e rotto.

monumento sul luogo in cui cadde il fulmine
Sulla struttura che ha dato nome alla casa, si è trovata la targa con le lettere FDC = F(ulgur) D(ium) C(onditum).

scritta FDC sul monumento nel luogo in cui cadde il fulmine
La parte occidentale del cortile è occupata da un biclinium in muratura.

vasca rettangolare, bacini, base per altare ed edicola nel cortile della Casa Fulminata
Vi trovavano posto anche un'edicola su podio con nicchia affiancata da colonnine in mattoni (della quale rimangono pochi resti), e una base in mattoni sulla quale vi era forse un altare.

edicola e base per altare del cortile della Casa Fulminata
La Casa della Domus Fulminata era un appartamento connesso sia fisicamente che funzionalmente alla Domus Fulminata.
Era, secondo le ipotesi, il luogo dove si consumavano i pasti per il defunto (refrigerium), e dove probabilmente viveva il guardiano del monumento funerario adiacente.

latrina della Casa della Domus Fulminata
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Sul Decumano Massimo s'affaccia poi un Monumento Funerario.

Monumento Funerario lungo il Decumano Massimo
Non si conosce con certezza il nome del personaggio per il quale è stato costruito, ma la presenza decorativa di un rostro in marmo di Carrara, fa presumere che l'uomo avesse partecipato ad una guerra navale.

Forse il personaggio in questione fu Publio Lucilio Gamala che fornì alla cittadina i soldi necessari per una guerra navale contro Sesto Pompeo nel 38/36 a.C.

Il monumento fu costruito proabilmente nel 30/20 a.C. e ciò spiega il livello più basso rispetto al Decumano Massimo.

Una base rettangolare in tufo e travertino avrà sorretto una costruzione cilindrica rivestita in marmo.

base del Monumento Funerario visto di lato
La base presenta sul fronte un'esendra rettangolare centrale affiancata da due esedre semicircolari più piccole con panche.

esedre della base del Monumento Funerario
Le panche dell'esedra centrale sono sorrette da delfini.

decorazione con tre spade e testa di leone del Monumento Funerario
Oltre al rostro con prua di nave già citato, tra i frammenti delle decorazioni ritrovate ve ne è un'altro con tre spade e una testa di leone.
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Porta Marina
Dopo aver varcato quel che resta dell'antica Porta Marina (già descritta nel post precedente), ci si trova davanti ad un caseggiato adrianeo.

caseggiato adrianeo
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Segue una delle domus più visitate dai turisti: la Domus del Ninfeo.

Domus del Ninfeo vista dal Decumano Massimo
Questa domus fu istallata nel IV secolo d.C. in un caseggiato con negozi del II secolo d.C.

alcune botteghe sul Decumano Massimo del caseggiato in cui si è istallata la Domus del Ninfeo
In un cortile pavimentato con bipedali e in parte con lastre di marmo, si trova il ninfeo, da cui prende il nome la domus.

ninfeo della Domus del Ninfeo
Il ninfeo è composto da sette nicchie rettangolari e semicircolari (quella centrale è più grande), poste davanti ad un bacino decorato in marmo.

bacino, podio e nicchie del ninfeo
Le nicchie erano dipinte in rosso e blu, e ne rimane parte della vernice.
Tra le nicchie vi erano colonnine di mattoni.

scalini del podio del ninfeo sui quali scorreva l'acqua
L'acqua dal podio del ninfeo scorreva su piccoli gradini fino dentro al bacino.

In fondo al cortile vi era una sala preceduta da due colonne di marmo.
La pavimentazione era in opus sectile e le pareti ricoperte in marmo.

sala preceduta da colonne della Domus del Ninfeo
Dietro questa sala vi era una camera dalla quale si poteva raggiungere la strada che correva tra la Domus del Ninfeo e la Domus dei Dioscuri.

camera di passaggio per uscire sulla strada
Davanti al ninfeo vi è una sala che prende luce da un'alta trifora, costituita da due colonne in marmo che sorreggono tre archi in mattoni.

sala con trifora della Domus del Ninfeo
sala con trifora della Domus del Ninfeo
Il pavimento è ricoperto con opus sectile policromo, e la parte bassa delle pareti è rivestita in marmo.

pavimento in opus sectile della sala con la trifora della Domus del Ninfeo
particolare dell'opus sectile della sala con la trifora della Domus del Ninfeo
particolare dell'opus sectile della sala con la trifora della Domus del Ninfeo
decorazione in marmo nella parte bassa delle pareti della sala con trifora della Domus del Ninfeo
Lungo il corridoio parallelo al cortile, con pavimento a mosaico, si trovano quattro piccoli ambienti con marmi alle pareti.
Uno di questi ambienti è absidato ed ha un pavimento in opus sectile.

corridoio con ambienti della Domus del Ninfeo
ambiente absidato con pavimento in opus sectile della Domus del Ninfeo
Un vestibolo, che dava accesso al Decumano Massimo, ed una stanza erano decorati con marmi nella parte bassa delle pareti e nella parte più alta con affreschi del IV secolo d.C. che rappresentano scene bucoliche.

La domus aveva anche un piano superiore, raggiungibile con scale ancora presenti in parte.

scale della Domus del Ninfeo
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Sul Decumano Massimo, accanto alla Domus del Ninfeo, si trova una fila di tre botteghe di epoca adrianea, e a seguire il Caseggiato delle Trifore.

facciata su Via delle Trifore del Caseggiato delle Trifore
Il caseggiato affaccia sul Decumano Massimo e su Via degli Aurighi con file di negozi, venne costruito durante il regno di Antonino Pio.

ambienti del Caseggiato delle Trifore
Gli ambienti dietro ai negozi si affacciano invece sulla stretta Via delle Trifore, e presentano sia al piano terra che al primo piano finestre triple.

trifore del primo piano del Caseggiato delle Trifore
Due ambienti del caseggiato, che affacciano lungo Via delle Trifore, conservato resti di pittura del II secolo d.C..

ambiente con resti di pittura del Caseggiato delle Trifore
resti di pittura del Caseggiato delle Trifore
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Alle spalle della Domus del Ninfeo e del Caseggiato delle Trifore si trovano altri edifici molto interessanti.

Tra Via delle Trifore e Via delle Volte Dipinte si trovano la Case delle Volte Dipinte e il Caseggiato Trapezoidale.

La Insula delle Volte Dipinte fu costruita in epoca adrianea e successivamente restaurata.

facciata meridionale dell'Insula delle Volte Dipinte
Prende il suo nome dalle volte dipinte che vennero alla luce al momento degli scavi e che non si sono  conservate nello stesso stato in cui furono trovate!

E' una casa su due piani che si trova isolata su una piazzetta a sud-est delle Case Giardino.

L'angolo nord dell'edificio è occupato da un "bar" con bancone ben conservato e resti di pittura alle pareti con figure umane.

"bar" dell'Insula delle Volte Dipinte
L'ingresso sul lato ovest dell'insula è sormontato da un timpano e introduceva in un vestibolo.

timpano dell'ingresso sul lato ovest dell'Insula delle Volte Dipinte
Al pian terreno piccole stanze sono disposte lungo un corridoio che la divide nella sua lunghezza.

La parte ovest del primo piano, forse un unico appartamento, conserva dipinti con elementi architettonici, animali e figure umane su fondo giallo di epoca antonina.
La parte inferiore è dipinta a finto marmo.

Nel triclinio, accanto al vestibolo, sono rappresentate figure danzanti femminili e un Priapo.

Nel secondo e attiguo triclinio le pareti sono decorate con un paesaggio e una testa di Zeus-Ammone.

La zona est del pian terreno era probabilmente un albergo dato che le camere sono tutte chiudibili singolarmente e indipendenti.
Le decorazioni pittoriche delle volte risalgono ad età severiana.

In quest'ala dell'insula vi era anche una cucina e un bagno con bacino per l'acqua portata direttamente dalla cisterna esterna all'insula.


cisterna per l'acqua
Al primo piano, accessibile da una scala esterna, si trova una cucina ben conservata con fornelli e bancone, una latrina e stanze con tracce di decorazione.

scala d'accesso al primo piano dell'Insula delle Volte Dipinte

Dai dipinti e dai graffiti si deduce che l'insula fu trasformata in lupanare.

ATTENZIONE: l'interno dell'Insula delle Volte Dipinte è visitabile la domenica alle 10.30, solo con visita guidata da prenotare allo 06.56.35.80.44.
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A nord dell'Insula delle Volte Dipinte vi è l'Insula Trapezoidale di età adrianea.

ingresso dell'Insula Trapezoidale e letamaio
A nord dell'insula un largo ingresso introduce in un cortile scoperto pavimentato in basalto.

cortile e ambienti laterali dell'Insula Trapezoidale
Fiancheggiano il cortile due sale coperte.
Questa era una stalla con due mangiatoie, per gli ospiti che frequentavano l'albergo dell'Insula delle Volte Dipinte.

scale interne al cortile dell'Insula Trapezoidale
Il piano superiore avrà ospitato gli schiavi dei clienti.
Esternamente vi era anche un letamaio e una bottega.

bottega dell'Insula Trapezoidale
letamaio
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Ad ovest della Domus del Ninfeo, nell'angolo sud-est delle Case Giardino, si erge la Domus dei Dioscuri.

ingresso della Domus dei Dioscuri
Le sue murature sono datate II e V secolo d.C.
L'ingresso alla domus avveniva attraverso una sala con muro e soglia curva.

Superata una camera, si entrava in un'altra dove nella parete di fondo due nicchie rettangolari affiancavano una nicchia centrale semicircolare.

L'ambiente a destra della sala d'ingresso era forse una bottega collegata alla domus attraverso la stanza alle sue spalle.

La domus era schermata in parte da un muro dietro al quale correva un corridoio di servizio, e sul quale affacciavano due stanze di stoccaggio.

muro perimetrale della Domus dei Dioscuri, corridoio e impianto termale
Una sala (nella quale è stata ricavata una nicchia di fondo con un mosaico a menandri), è decorata con un mosaico policromo nel quale sono raffigurati al centro i Dioscuri Castore e Polluce (che hanno dato il nome alla domus), attorniati da ottagoni nei quali sono rappresentati cestini, frutta, kantharoi, vasi e una coppa.

sala con mosaico con i Dioscuri
particolare del mosaico con raffigurazione dei Dioscuri
particolare della sala con mosaico dei Dioscuri
particolare della sala con mosaico dei Dioscuri
particolare della sala con mosaico dei Dioscuri
Nella sala principale della domus vi è un mosaico (oggi coperto come altri di questa domus), dove è raffigurata Venere Anadiomene su di un guscio trainata da due tritoni e Nereidi su mostri marini.

ambienti della Domus dei Dioscuri
Altre due sale con mosaici sui pavimenti s'affacciano sulla sala principale.

Questa domus aveva, posti sul suo lato ovest, dei piccoli bagni termali: un frigidarium con due vasche e due calidaria (con un bacino rettangolare e uno absidato).

una vasca del frigidarium
interno di una vasca del frigidarium
un'altra vasca del frigidarium
bacino absidato del calidarium
vasca rettangolare del calidarium
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Alle spalle dell'impianto termale privato della Domus dei Dioscuri, in una piazzetta che confina anche con la Domus del Ninfeo, si trova un Ninfeo pubblico, costruito in laterizio in epoca adrianea.

Ninfeo pubblico
Costituisce la facciata monumentale di una riserva d'acqua che alimentava le fontane delle Case Giardino adiacenti.

Il ninfeo ha tre nicchie: una semicircolare in mezzo a due rettangolari.
Sotto alla nicchia sinistra vi era un foro dal quale usciva l'acqua che riempiva il sottostante bacino.

nicchie e bacino del Ninfeo pubblico
Di fronte al bacino corrono lastre di travertino con depressioni per i secchi.

lastre di travertino lungo il bacino del Ninfeo pubblico
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Fanno sempre parte delle Case Giardino le due insule a nord della Domus dei Dioscuri: l'Insula dei Graffiti e l'Insula delle Pareti Gialle.

L'Insula delle Pareti Gialle, posta tra il giardino interno delle Case Giardino e la Casa del Graffito (di cui è gemella), è un appartamento mediano di epoca adrianea.

ingresso all'Insula delle Pareti Gialle
L'ingresso di quest'insula di tipo signorile a due piani (piano terra per il dominus e primo piano per la schiavitù), si trova sul lato sud, accanto all'ingresso tripartito delle Case Giardino.

atrio dell'Insula delle Pareti Gialle
Attraverso il vestibolo si accede al medianum, intorno al quale si aprono due sale di rappresentanza e altre piccole stanze.

medianum dell'Insula delle Pareti Gialle
La sala da pranzo si deduce dal mosaico assimetrico, dovuto alla presenza dei triclini.

sala da pranzo dell'Insula delle Pareti Gialle
La facciata ovest è caratterizzata dalla presenza di numerose finestre.

I resti di pittura che ornavano le sale, in cui predomina il colore giallo, sono del II secolo o di epoca severiana.

decorazione pittorica del triclinium dell'Insula delle Pareti Gialle
decorazione pittorica (III/IV secolo d.C.) di una sala di rappresentanza dell'Insula delle Pareti Gialle
Sono rappresentati in piccoli quadri scene paesaggistiche, scene di vita quotidiana, scene mitologiche e personaggi

I mosaici bianchi e neri sono di epoca adrianea.

mosaico con motivi geometrici e vegetali di una sala di rappresentanza dell'Insula delle Pareti Gialle

ATTENZIONE: l'interno dell'Insula delle Pareti Gialle è visitabile la domenica alle 10.30, solo con visita guidata da prenotare allo 06.56.35.80.44.
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L'Insula del Graffito, come ho già detto, è gemella dell'Insula delle Pareti Gialle, anche se più piccola.

sala di rappresentanza dell'Insula del Graffito
Non si conosce la derivazione del nome dell'insula.
Rimangono pochi resti della pittura decorativa e dei mosaici che l'adornavano.
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L'angolo nord-est delle Case Giardino è occupato dall'Insula delle Muse.

Via delle Volte Dipinte: Insula delle Muse (a sinistra) e Insula delle Volte Dipinte (a destra)
L'edificio, una dimora d'elite, fu realizzato intorno al 128 d.C.
Corre lungo la facciata un marciapiede delimitato da travertino, e sul quale affacciano due botteghe indipendenti.

L'ingresso dell'abitazione si trova su Via delle Volte Dipinte, davanti all'omonima insula.
La porta d'ingresso, che introduceva nel vestibolo, è affiancata da lesene in mattoni che sorreggevano una trabeazione andata perduta.

L'ambiente a nord del vestibolo era una cucina con bacino.

cucina dell'Insula delle Muse
Dall'altro fianco del vestibolo vi era una scala interna per accedere al piano superiore.

Gli ambienti dell'insula, con raffinate decorazioni parietali e pavimentali, gravitano intorno ad un cortile centrale porticato.

cortile porticato dell'Insula delle Muse
Le nove Muse dipinte sulle pareti di una sala della zona nord-est dell'edificio, hanno dato il nome all'insula.

Muse dipinte in una sala dell'Insula delle Muse
Anche le altre sale hanno pareti con raffigurazioni pittoriche di figure mitologiche ed elementi architettonici.

I mosaici dell'insula sono a disegni geometrici bianchi e neri.

ATTENZIONE: l'interno dell'Insula delle Muse è visitabile la domenica alle 10.30, solo con visita guidata da prenotare allo 06.56.35.80.44.
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Le ultime insule descritte fanno parte di quell'esempio di pianificazione razionale dell'architettura residenziale del II secolo d.C. che sono le cosiddette Case Giardino.

Case Giardino
Dai bolli laterizi si è appreso che il complesso fu costruito nel 123/125 d.C. e le pitture e i mosaici più antichi risalgono al 130/140 d.C.

decorazioni parietali degli appartamenti delle Case Giardino
decorazioni parietali degli appartamenti delle Case Giardino
ambiente di un appartamento decorato con pitture
Il lussuoso complesso residenziale è stato progettato per accogliere appartamenti costosi vicini al mare.

Case Giardino (viste da est)
Il piano terra era composto da sedici appartamenti medianum (quindi con sale di rappresenzanza con un'altezza di due piani), una domus e molti negozi.

ambienti di un appartamento medianum delle Case Giardino
Le scale interne agli appartamenti portavano ad un primo piano, mentre scale esterne permettevano di raggiungere gli altri piani (per un totale molto probabile di quattro piani).

sottoscala di scala esterna di un appartamento delle Case Giardino
Ogni appartamento misurava 220m², ma porte tra gli appartamenti permettevano di unirne due, a seconda delle esigenze delle famiglie.

Si stima (dallo spessore dei muri e quindi dal peso che potevano sopportare si può dedurne il numero di piani), che potessero vivere nelle Case Giardino 1200 persone.

Case Giardino
Le residenze erano separate dal traffico cittadino da file di negozi e spazi aperti.
Nei giardini che circondavano i due blocchi di appartamenti centrali vi erano, nelle aree orientali e occidentali, sei bacini d'acqua, forse un tempo coperti e circondati da grondaie sul pavimento, con fori per posizionare i secchi.

una delle sei cisterne del giardino delle Case Giardino
Queste cisterne servivano a garantire l'acqua alle residenze perimetrali del complesso, mentre i blocchi centrali erano dotati di tubature idrauliche che portavano l'acqua anche ai piani superiori.

cisterna e resti di mosaico
particolare del mosaico nilotico tra due cisterne del lato orientale delle Case Giardino
particolare del mosaico nilotico tra due cisterne del lato orientale delle Case Giardino
Il perimetro dei giardini era occupato dalle già descritte residenze: l'Insula delle Muse, l'Insula delle Pareti Gialle, l'Insula del Graffito,la Domus dei Dioscuri, l'Insula delle Ierodule, ed a nord una fila di negozi che costeggia la Via degli Aurighi.

botteghe lungo il perimetro del complesso delle Case Giardino
ingresso principale delle Case Giardino
L'ingresso principale delle Case Giardino era posto tra la Domus dei Dioscuri e l'Insula delle Pareti Gialle, ma vi erano lungo il perimetro altri passaggi ed ingressi.

ingresso delle Case Giardino (sul lato settentrionale)
corridoio d'accesso al giardino delle Case Giardino (sul lato nord)
ingresso delle Case Giardino (sul lato settentrionale visto dal giardino)
edicola funeraria con coppia di sposi (dalle Case Giardino - Museo Ostiense)
decorazione di fontana con scena di pesca (dal piazzale delle Case Giardino - Museo Ostiense)
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L'Insula delle Ierodule o Insula di Lucceia Primitiva si trova sul lato ovest delle Case Giardino.

Insula delle Ierodule
Quest'insula conserva pitture notevoli della media età imperiale.
Il nome dell'insula deriva dalle figure femminili con mansioni di prostitute sacre rappresentate sulle sue pareti.

Le ierodule erano infatti giovani donne addette al tempio che partecipavano con musica e danza alle cerimonie, e che esercitavano la prostituzione sacra all'interno del tempio per arricchirne i proventi.

Di recente è stato trovato in un ambiente dell'insula un graffito di uno scioglimento di un voto da parte di Lucceia Primitiva e per questo si è voluto chiamare l'insula con il suo nome.

La pianta dell'insula costruita intorno al 130 d.C. è simile agli altri appartamenti delle Case Giardino, tranne che per due colonne in mattoni poste in entrata alla sala principale di rappresentanza.

sala di rappresentanza con colonne dell'Insula delle Ierodule
Gli ambienti che compongono la dimora sono in comunicazione tra loro e presentano decorazioni pittoriche e mosaici eleganti, illuminati dalle numerose finestre (dalle quali abbiamo potuto scattare anche dall'esterno qualche foto!).

vestibolo dell'Insula delle Ierodule
ambienti dell'Insula delle Ierodule
ambienti dell'Insula delle Ierodule
ambienti dell'Insula delle Ierodule
Sulle pareti di un ambiente accanto al vestibolo (dove è stato anche trovato il graffito di Lucceia Primitiva), sono rappresentati su uno sfondo marrone, rosso e giallo, animali fantastici, fanciulle in atto di librarsi e decorazioni floreali.

decorazioni parietali della sala accanto al vestibolo dell'Insula delle Ierodule
decorazioni parietali della sala accanto al vestibolo dell'Insula delle Ierodule
decorazioni parietali della sala accanto al vestibolo dell'Insula delle Ierodule
La parte bassa della decorazione pittorica di tutti gli ambienti consiste in una zoccolatura in giallo e rosso con diversi soggetti: ippocampi, satiri, menadi, centauri, teste di fanciullo, uccelli, delfini, vasi di fiori, soggetti dionisiaci...

zoccolatura delle pareti e mosaico dell'ambiente vicino al vestibolo
Alcuni soffitti si sono in parte conservati.

L'edificio subì una distruzione durante il III secolo d.C. a causa di un terremoto, che causò il crollo dei piani superiori.

ATTENZIONE: l'interno dell'Insula delle Ierodule è visitabile la domenica alle 10.30, solo con visita guidata da prenotare allo 06.56.35.80.44.
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A pochi metri a sud dell'Insula delle Ierodule sorsero nel 130 d.C. le Terme Marittime, il cui nome venne loro dato erroneamente, creando confusione con le Terme di Porta Marina.

Terme Marittime
Queste terme incorporano nelle loro struttura un tratto delle mure sillane.
Gli ingressi e le facciate non sono ancora stati scavati.
Nelle loro rovine, quando caderono in disuso, furono istallate due fornaci e sepolti in anfore cinque bambini.

angolo sud-ovest delle Terme Marittime
lato sud delle Terme Marittime
Nel lato nord-ovest vi sono un ambiente con tre forni e una grande piscina, la natatio, decorata con nicchie rettangolari e semicircolari, e rivestita in marmo.
All'interno della natatio vi è un grande buco, forse una fontana qui istallata.

ambiente delle Terme Marittime dove vi erano tre forni
natatio delle Terme Marittime
Si accedeva alla natatio tramite una camera, che forse era anche un apodyterium (spogliatoio).

ambienti vicini alla natatio (apodyterium e ambienti riscaldati)
Paralleli alla natatio vi erano tre ambienti riscaldati, di cui uno con lato curvo.
Vi erano marmi colorati alle pareti e mosaici in bianco e nero (in parte perduti) con Nereidi su mostri marini, Tritoni e Oceano.

ambienti riscaldati delle Terme Marittime
ambiente riscaldato con resti visibili di mosaico con Oceano e Tritoni
Nell'angolo sud-ovest si vedono i resti di un corridoio di servizio.

corridoio di servizio
Il frigidarium aveva vasche sui lati corti.
Altri ambienti  non sono di facile lettura per il visitatore perché inacessibili o coperti da vegetazione.


ambienti delle Terme Marittime
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Ora bisogna riguadagnare il Decumano Massimo, fino all'intersezione di questa strada con il Cardo degli Aurighi (degli edifici che si trovano lungo questa via ne parlerò nel prossimo post).

Cardo degli Aurighi (Domus di Marte sulla destra)
All'angolo tra queste due strade si trova la Domus di Marte, costruzione ad un solo piano di epoca adrianea.

negozi e ingresso della Domus di Marte
S'affacciano sul Decumano Massimo tre negozi appartenenti all'edificio, mentre l'ingresso principale della domus si apre sul Cardo degli Aurighi, insieme ad altri due negozi.

Davanti ai negozi del Decumano Massimo vennero poi eretti dei pilastri.
Due negozi erano in collegamento con il vestibolo della domus.

nicchie di un negozio della Domus di Marte affacciato su Via degli Aurighi
Il vestibolo conduce ad un cortile sul quale s'affacciano due sale, un tempo rivestite in marmo.

cortile della Domus di Marte
Nel cortile è stato ritrovato un altare dedicato a Marte Augusto, e probabilmente questo edificio è stato la sede di una gilda.

altare dedicato a Marte Augusto nella Domus di Marte
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La costruzione accanto alla Domus di Marte è  chiamata la Domus del Decumano.

ingresso della Domus del Decumano
Questa domus si è istallata nel IV secolo d.C. in negozi con retrobottega costruiti nel III secolo d.C. e aventi un  portico antistante.
L'ingresso della domus avviene attraverso un'apertura dell'ex portico.

Nel portico vi è un sarcofago con foro, usato come vasca o fontana.

sarcofago/fontana della Domus del Decumano
Un corridoio, che passa attraverso gli ex negozi e le loro retrobotteghe, conduce ad una sala dove vi è un bacino ricoperto in marmo.

ambiente della Domus del Decumano
bacino della Domus del Decumano
Da questa sala, tramite tre gradini, si accede ad un'altra sala rivestita in marmo e preceduta da due colonne.

sala con colonne d'ingresso della Domus del Decumano
una colonna è quasi totalmente nascosta dalla vegetazione!
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Accanto alla Domus del Decumano si trova il Tempio dei Fabri Navales.

ingresso al Tempio dei Fabri Navales
Tempio dei Fabri Navales
Sono stati qui trovati un'iscrizione con dedica al patrono della corporazione dei carpentieri navali P.Martius Philippus e un mosaico con nave, che hanno fatto pensare alla gilda dei fabri navales.

iscrizione dedicata a P.Martius Philippus
Il tempio dei carpentieri navali (la cui sede sociale era probabilmente nell'antistante Schola di Traiano), fu costruito durante i regni di Marco Aurelio e di Commodo sopra una fullonica (tintoria) che era composta da due cortili (uno dietro e l'altro sotto il tempio), circondati da camere.

L'edificio del tempio si raggiungeva tramite un corridoio tra due negozi.

cortile del Tempio dei Fabri Navales (visto dal podio del tempio)
Precede il tempio un cortile porticato con pilastri in mattoni.
Il lato del portico più prossimo all'ingresso è più ampio e per questo ha due pilastri aggiuntivi.

cortile del Tempio dei Fabri Navales (visto dall'ingresso)
Nel cortile vi era un bacino rettangolare.

Il tempio si ergeva su di un alto podio e si raggiungeva tramite una scala in marmo.

scala d'accesso al Tempio dei Fabri Navales
Dietro il tempio vi era una zona affiancata da portici (forse per le riunioni)

camera sotto il podio del tempio
Sono stati trovati nel cortile 47 colonne, 20 basi e molti capitelli non finiti, di marmo greco.

colonne depositate nel cortile del Tempio dei Fabri Navales

basi e colonne depositate nel cortile del Tempio dei Fabri Navales
basi e colonne depositate nel cortile del Tempio dei Fabri Navales
Alcune colonne hanno inciso il nome di C.Ceionius Rufus Volusianus Lampadius, prefetto dell'Urbe o suo nipote, prefetto del pretorio.
Volusianus forse ha abitato nella Domus dei Dioscuri e aveva tra i suoi progetti la costruzione della Basilica Cristiana adiacente a questo tempio.
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L'edificio che segue è la Basilica Cristiana.

Basilica Cristiana
E' il più grande edificio cristiano che si sia conservato dentro le mura di Ostia.

Venne costruito su e in alcune strutture di età traianea: una fila di botteghe, una strada che collegava Via della Foce con il Decumano Massimo, alcuni ambienti delle cosiddette e adiacenti Terme della Basilica Cristiana, un piccolo caseggiato con cortile.

L'edificio lungo e stretto costruito nel IV secolo d.C., è composto da due navate absidate separate da colonne.

colonne che dividono le due navate della Basilica Cristiana
Un vestibolo conduce alla navata principale, affiancata a nord-est da tre cappelle, ambienti che facevano parte delle terme adiacenti.

le tre cappelle della Basilica Cristiana
Ogni camera è preceduta da due colonne e da una soglia in travertino.

una cappella
una cappella
una cappella
Sopra una colonna della cappella più vicina all'abside, si può ancora leggere il nome VOLVSIANI V C (vedere in proposito la descrizione delle colonne conservate el Tempio dei Fabri Navales).

colonna con la scritta VOLVSIANI V C
La zona absidata della navata principale è ad un livello più basso ed ha due nicchie semicircolari per statue.

zona absidata della navata principale
nicchie dell'abside della navata principale
Sul lato nord-est dell'abside vi è una piccola stanza, preceduta da gradini, fiancheggiata da altre due stanze.

Anche la seconda navata è raggiungibile dal Decumano Massimo.

ingresso della navata minore della Basilica Cristiana
A sud-ovest della navata minore si può accede ad un ambiente appartenuto all'adiacente caseggiato.

navata minore della Basilica Cristiana
navata minore vista dalla sua zona absidata
La navata minore termina anch'essa con una sala absidata, con cinque nicchie nel muro, provvista ognuna di una bacinella e di un foro nella parete dal quale usciva acqua.
Lungo la parete absidata vi sarà stata una lunga vasca per la raccolta dell'acqua.

nicchie dell'abside della navata minore della Basilica Cristiana
Nel muro sud della sala absidata vi è un'altra piccola abside.

Due colonne, che sorreggono un'architrave con iscrizione, precedono la zona absidata della navata minore.
L'iscrizione riporta i nomi dei quattro fiumi paradisiaci (Geon, Fison, Tigri ed Eufrate).

colonne con architrave iscritta che separano la navata minore dalla sua zona absidata
iscrizione (poco leggibile!) sull'architrave della Basilica Cristiana
Tra le due absidi invece vi sono quattro colonne e una porta.

colonne che separano le due zone absidate delle due navate della Basilica Cristiana
Una mensa ponderaria (due cavità per controllare la conformità dei pesi standard) è stata qui ritrovata.

mensa ponderaria ritrovata nella Basilica Cristiana
Interpretato prima come basilica costantiniana, oggi si tende a pensare che l'edificio sia stato piuttosto una scuola per catecumeni, ma non mancano altre interpretazioni: una libreria usata dai Cristiani, una domus, un ninfeo reso pubblico o utilizzato da eretici, un monumento per un martire, un ricovero per pellegrini...
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Le adiacenti Terme della Basilica Cristiana furono costruite in epoca traianea.

ambienti e negozio della Terme della Basilica Cristiana
Affacciano sul Decumano Massimo solo quattro negozi che fanno parte del lato meridionale dell'edificio.

corridoio d'ingresso alle Terme della Basilica
L'ingresso era posto su Via della Foce, seguito da un lungo corridoio che permetteva di accedere ad una palestra, dietro la quale vi era un ambiente con panchine.

palestra delle Terme della Basilica
ambiente con panchine adiacente alla palestra delle Terme della Basilica
Gli ambienti della parte ovest dell'edificio, divenuti poi parte della Basilica Cristiana, circondavano una sala con bacino con nicchie semicircolari esterne in marmo.

bacino con nicchie in un'ambiente della zona ovest delle Terme della Basilica
Oggi in questa sala (che si può vedere dalla Basilica Cristiana), è stata posta la statua della Fortuna, ritrovata negli scavi della basilica.

statua della Fortuna ritrovata nella Basilica Cristiana (oggi in una sala delle Terme della Basilica Cristiana) - a destra della statua il frigidarium delle Terme della Basilica
vasca absidata della sala con bacino
Nella zona est vi era il frigidarium con grande vasca e pavimento a mosaico con Nereidi ed un amorino.

prefurnio delle Terme della Basilica
ambienti del prefurnio delle Terme della Basilica
ambienti del prefurnio delle Terme della Basilica
La cappella laterale centrale della Basilica Cristiana era una camera riscaldata delle terme.
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Siamo quasi arrivati al Bivio di Castrum, meta di questa passeggiata.
L'edificio posto d'angolo tra il Decumano Massimo e Via della Foce è un caseggiato dell'epoca di Marco Aurelio.

Sul Decumano Massimo affacciano quattro suoi negozi.

bottega e retrobottega con scala di un negozio sul Decumano Massimo del caseggiato
Ognuno di questi negozi aveva nel retro bottega una scala e una latrina, tranne quello d'angolo tra le due vie che presentava una scala esterna.

scala esterna (al Bivio di Castrum) accanto al negozio d'angolo del caseggiato
La parte nord dell'edificio è composta da camere che costeggiano su entrambi i lati il corridoio delle Terme della Basilica Cristiana.

ambienti del caseggiato

ambienti del caseggiato










www. ostia-antica.org
www.ostiaantica.beniculturali.it
Orari: ultima domenica di ottobre/15 febbraio               8.30/16.30
           16 febbraio/15 marzo                                           8.30/17.00
           16 marzo/ultimo sabato di marzo                        8.30/17.30
           ultima domenica di marzo/ agosto                       8.30/19.15
           settembre                                                              8.30/19.00
           1 ottobre/ultimo sabato di ottobre                       8.30/18.30
lunedì CHIUSO
Il Museo apre alle 9.30
Costo: 8€
la prima domenica del mese GRATIS


CONCLUSIONI
Un po' faticosamente si è giunti ad aver esplorato un'altra zona di Ostia Antica, quella più vicina al mare, fuori e dentro le antiche mura, composta da quartieri sorti cercando di razionalizzare gli spazi e nello stesso tempo di offrire abitazioni con standard alti.
Ma ancora altri edifici attendono la nostra visita, quelli che si trovano ad affacciarsi sul Cardo degli Aurighi e su Via della Foce, dei quali parlerò nel prossimo post dedicato a questa antica cittadina romana.



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