lunedì 1 febbraio 2016

Anagni, la "città dei Papi" e dello "schiaffo"


Anagni è un'antica cittadina in provincia di Frosinone, nota per aver dato i natali a quattro Papi e per un famoso "schiaffo" ricevuto da uno di loro.

Ma Anagni è anche il più antico sito abitato ritrovato in Italia: sono stati rinvenuti in zona manufatti in pietra di 700.000 anni fa.
Inoltre sono stati trovati i resti fossili di Homo Sapiens antichi di 458.000 anni.

Il mito narra che Anagni fosse una delle cinque città "ciclopiche" della Ciociaria fondate dal dio Saturno, fuggito da Creta.
Le altre città con lei fondate, tutte con l'iniziale A, prima lettera dell'alfabeto e simbolo della regalità, furono Alatri, Arpino, Atina e Ferentino...sì, anche l'attuale Ferentino un tempo iniziava con la lettere A, in quanto si chiamava Antino.

Il primo insediamento accertato dell'antica Anagnia risale all'VIII secolo a.C.

Anagnia era infatti la capitale e la città sacra del misterioso popolo degli Ernici, che da quello che ci tramanda Virgilio, erano bravissimi tiratori di frecce.

Essendo una città sacra era costellata di templi che, dopo l'editto del 435, vennero trasformati in chiese.
Dove sorse la Cattedrale, nel punto più alto dell'Acropoli, vi era il tempio dedicato a Saturno.

Anagnia fece parte della Lega Latina e venne sottomessa dai Romani nel 306.
Divenne prima prefettura e poi municipio romano.

mura di Anagni
La città sacra limitata all'Acropoli era difesa da mura ciclopiche o pelasgiche, perché costruite da un popolo provenuto dall'Asia Minore e dalla Grecia duemila anni prima della conquista romana.
 
mura di Anagni
mura di Anagni
Le mura furono poi ricostruite dai Romani con tecnica "serviana".
Se ne possono vedere i resti del tratto settentrionale.

Arcazzi
Di epoca romana rimangono, nei pressi del giardino pubblico, i cosiddetti Arcazzi, grandi e robuste arcate a tutto sesto poggianti su pilastri di travertino  (alti 14m), costruiti nel III/II secolo a.C. con grossi blocchi di pietra, distaccati dal retrostante muro e contrassegnate, sul pilastro centrale, dal "phallos".

Arcazzi
particolare dell'attacco dell'arco
passaggio tra l'arco e il muro
La loro funzione e origine è sconosciuta: forse appartenevano a terme o ad un tempio o erano un sistema di contenimento del terreno.

Un tempo le mura avevano alcune porte oggi scomparse, delle quali rimangono solo i rifacimenti di epoche successive:

- Porta Santa Maria, prima chiamata Porta degli Idoli e poi Porta Umberto,
  immette a sud nella sommità dell'antica Acropoli, ed è rivolta verso Frosinone e
  Ferentino.
  L'aspetto attuale è cinquecentesco ed è così denominata perché conduceva alla
  Cattedrale di S.Maria.
  Nella chiave di volta vi è lo stemma di Pio IV e sul lato sinistro una lapide con il
  ricordo della visita di Marco Aurelio.


Porta Santa Maria (vista da fuori le mura)
Porta Santa Maria (vista da dentro le mura)
- Porta S.Francesco, prima chiamata Porta del Sole, si apriva nella parte bassa
  occidentale della città ed era di tramite con la Via Latina.
  L'aspetto attuale è cinquecentesco con stemmi di Torquato Conti.
  Il suo nome ricorda l'entrata in città tramite questa porta di S.Francesco
  d'Assisi e una chiesa a lui titolata, oggi scomparsa.
  La porta appare interrata per l'innalzamento della strada davanti alle mura.

Porta S.Francesco (vista da fuori le mura)
Porta S.Francesco (vista da dentro le mura)
- Porta Cerere, antico accesso della città ernica, dedicata alla divinità
  romana delle messi, venne distrutta durante il conflitto tra Spagna ed Austria.
  E' rappresentata oggi da un arco-porta costruito nel 1841.
  La strada che da qui partiva portava a Roma ed immetteva nella via principale
  della città.
  Su questa porta sono infissi i versi che Dante ha dedicato ad Anagni.

Porta Cerere (vista d fuori le mura)
Porta Cerere (vista dentro le mura)
- Porta di Tufoli, oggi semplice varco, è a nord, verso la valle interna.
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Anagni fu la residenza estiva di Marco Aurelio, Commodo, Lucio Settimio e Caracalla (rimangono i resti di una villa rustica imperiale voluta da Pompeo, la cosiddetta Villa Magna, e della villa di Cicerone).

In epoca romana diede i natali a Fabio Valente (amico di Nerone, comandante della Legio I Germanica e comandante delle truppe di Vitellio), a Evodio (figlio dell'imperatore  Antonino Pio e della schiava Sabina, liberto di Marco Aurelio e precettore di Caracalla che poi lo fece condannare a morte), e alla figlia Marcia (amante dell'imperatore Commodo e fautrice di una congiura contro di lui).

Nell'VIII secolo d.C. Anagni, dopo essere stata di dominio dei Bizantini di Ravenna, entra in possesso della Chiesa.
La sua vicinanza con Roma, dalla quale fuggire per la calura estiva, per lo scoppio di epidemie, o per ragioni politiche, ne fece la residenza estiva e la sede di alcuni Papi, che contribuirono al suo splendore soprattutto nel XII e XIII secolo: risiedettero ad Anagni le corti di Pasquale II, Eugenio III, Adriano IV, Alessandro III, Innocenzo III, Gregorio IX, Innocenzo IV, Alessandro IV e Bonifacio VIII.

Erano presenti in Anagni ben 52 chiese!

L'entourage di prelati, cardinali, uomini della Curia, signori feudali, banchieri e laici che orbitava intorno al Papa apportò lavoro e ricchiezza per i ceti mercantili ed artigianali della città.
Sorsero quindi abitazioni per ospitare la corte papale e la nuova classe sociale arricchitasi.

case medievali di Piazza Innocenzo III
Lungo la strada principale, l'attuale Corso Vittorio Emanuele, che da Porta Cerere porta alla Cattedrale, si possono ancora vedere palazzi e case medievali con monofore, bifore, con portici, con atrio porticato o case "a profferlo", ovvero con scala esterna.

Di questo tipo di casa, l'esempio più esplicito è la cosiddetta Casa dei Gigli o Casa Barnekow, all'altezza della Chiesa di Sant'Andrea.

Casa Barnekow
Già appartenuta a Cinzio Tommasi, venne acquistata nel XIX secolo dal barone svedese Albert Barnekow, ex ufficiale degli Ussari, pittore e personaggio stravagante.

La casa prima considerata duecentesca, si pensa sia invece rinascimentale.
La scala esterna è coperta da una volta ed inquadrata da due archi a tutto sesto retti da una colonna centrale.

arcate con colonna, bifora e decorazioni pittoriche di Casa Barnekow
La facciata è stata ricoperta dal barone, ispirato da allucinazioni, con affreschi ad argomento esoterico e misterico ed epigrafi in una lingua mista (incise su due lastre poste vicino alla porta al pian terreno), una sorta di  personale decalogo in cui si rivelano le formule per tramutare il piombo in oro.
Completa la facciata una bella bifora. 

La leggenda vuole che in questa casa venne ospitato Dante Alighieri.
Peccato che oggi invece il pian terreno della casa ospiti attività commerciali che non rendono giustizia al suo fascino!
La casa è visibile solo esternamente.
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I Papi nati ad Anagni furono quattro.

ritratto di Papa Innocenzo III (Sala Capitolare della Cattedrale di Anagni)
Innocenzo III (Lotario dei Conti di Segni) fu un fine politico e un abile diplomatico.
Decretò la superiorità del potere spirituale e temporale della Chiesa su quello temporale dell'imperatore, che solo il Papa poteva concedere.
Incoraggiò la Quarta Crociata in Terra Santa,  combattè l'eresia degli Albigesi e fondò l'Ospedale di Santo Spirito a Roma.
Approvò la regola francescana e la regola domenicana.

ritratto di Papa Gregorio IX (Sala Capitolare della Cattedrale di Anagni)
Gregorio IX (Ugolino dei Conti di Segni), nipote di Papa Innocenzo III, ed eletto papa ad ottant'anni.
Non ebbe buoni rapporti con l'imperatore Federico Barbarossa, che scomunicò due volte: la prima volta da Anagni nel 1227, e poi nel 1239 dopo essersi brevemente rappacificati ed aver banchettato insieme.
Gregorio IX canonizzò Francesco d'Assisi, Antonio da Padova e Domenico Guzman.

ritratto di Papa Alessandro IV (Sala Capitolare della Cattedrale di Anagni)
Alessandro IV (Rinaldo di Jenne dei Conti di Segni), era imparentato con Papa Gregorio IX e fu per molto tempo canonico del Duomo di Anagni.
Nel 1256 scomunicò Manfredi, figlio di Federico II, perché aveva invaso lo Stato Pontificio, e Guglielmo di Sant'Amore, professore di teologia alla Sorbona di Parigi perché si batteva a favore del clero secolare. 
Canonizzò Chiara d'Assisi.
Durante il suo pontificato Anagni ebbe una popolazione più numerosa di quella di Roma.

ritratto di Bonifacio VIII (Sala Capitolare della Cattedrale di Anagni)
Bonifacio VIII (Benedetto Caetani), dall'aspetto imponente e dalle grandi capacità di governo, aveva una formazione da giurista e doti diplomatiche.
Sostenitore della teocrazia, nepotista, astuto, corrotto.
Succedette a Celestino V, dopo che questi aveva rinunciato al papato (forse su sua pressione).
Indisse il primo Giubileo della storia nel 1300.

Tra i suoi nemici vi erano i Colonna (fece distruggere Palestrina, la loro roccaforte) e il re di Francia Filippo IV il Bello, che aveva osato tassare il clero francese, rifiutato la subordinazione al Papa e la nomina papale dei vescovi. 
Per questo Bonifacio VIII minacciò di scomunica il re francese, che a sua volta mandò ad Anagni Guglielmo di Nogaret, suo consigliere per i rapporti con la Chiesa, e Giacomo (Sciarra) Colonna accompagnato da un centinaio di soldati, per fargli ritirare la bolla di scomunica, abdicare e costringerlo a seguirli a Parigi.

Il 7 settembre 1303, la spedizione entrata in Anagni, assaltò il palazzo di Bonifacio VIII e fecero prigioniero il Papa.
E' a questo punto che si racconta che venne sferrato da Sciarra Colonna il famoso "schiaffo" al Papa.
Probabilmente fu più uno "schiaffo" morale che materiale, ma il diplomatico francese si vantò poi di aver salvato la vita a Bonifacio VIII.
Gli abitanti di Anagni liberarono il pontefice il giorno dopo, ma tornato a Roma Bonifacio VIII morì solo un mese più tardi.

Questo episodio portò al controllo della Francia sul Papato e al trasferimento della corte papale ad Avignone.

raffigurazione di Dante Alighieri e versi del Purgatorio della Divina Commedia (Palazzo Bonifacio VIII)

Dante Alighieri, pur essendo un avversario politico di Bonifacio VIII, considerò l'offesa arrecata al Pontefice come se fosse stata rivolta a Cristo.
Dante nella Divina Commedia pone Bonifacio VIII, responsabile del suo esilio, tra i "simoniaci" nel XIX canto dell'Inferno, e gli dedica questi versi nel XX canto del Purgatorio:

Veggiolo un’altra volta esser deriso;
veggio rinovellar l’aceto e ‘l fiele,
e tra vivi ladroni esser anciso.                                         90

Veggio il novo Pilato sì crudele,
che ciò nol sazia, ma sanza decreto
portar nel Tempio le cupide vele.                                    93

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Il palazzo dove si svolse l'episodio dello "Schiaffo di Anagni" è il Palazzo Bonifacio VIII, appartenuto alla famiglia Conti e ceduto alla famiglia Caetani nel 1297.

Palazzo Bonifacio VIII
L'edificio sorgeva sul lato ovest della odierna Piazza Innocenzo III, di fronte alla Cattedrale, allineandosi con il muro di contenimento dell'Acropoli .

mura ciclopiche sotto una casa vista dal Palazzo di Bonifacio VIII
Il palazzo ospitò anche nel 1230 Papa Gregorio IX e Federico di Svevia, re di Napoli e Sicilia, e imperatore del Sacro Romano Impero.

archi e loggetta delle bifore del Palazzo di Bonifacio VIII
La costruzione di questo palazzo, con funzioni di difesa e di avvistamento,  avvenne nel X/XI secolo e poi nel XVIII secolo.
Fu Papa Gregorio IX a trasformare in "dimora mirabile" la residenza della famiglia paterna.

Palazzo Bonifacio VIII
Il palazzo è su tre piani e ogni piano è composto da tre sale voltate.

loggetta d'ingresso con archi
Sotto la bellissima loggetta delle bifore, una scalinata laterale d'ingresso conduce al piano superiore.

scalinata d'accesso al primo pino del Palazzo Bonifacio VIII
bifore del Palazzo Bonifacio VIII
Nella prima sala di questo piano vi è un arco in pietra che termina su capitelli in stile cistercense-borgognone.

sala d'ingresso del primo piano del Palazzo Bonifacio VIII
capitello su cui poggia l'arco della sala d'ingresso
Da questa sala, tramite una scala a chiocciola in pietra, posta nel torrione circolare d'angolo, si giunge al piano superiore, il piano riservato all'alloggio del Papa e della sua corte, e con sale di rappresentanza.

accesso alla scala a chiocciola
scala a chiocciola
interno del torrione d'angolo


La loggetta delle bifore è un passaggio coperto che conduce alle sale del secondo piano, illuminata da sei bifore.

loggetta coperta
loggetta coperta






















L'ultimo piano ha pareti decorate con affreschi con motivi araldici, ornamentali e zoomorfici, d'influenza cistercense.

La cosiddetta Sala dello Scacchiere è considerata la sala del famoso "schiaffo" ricevuto da Bonifacio VIII.

parete ovest della Sala dello Scacchiere
E' a forma rettangolare con due volte a crociera e arco trasversale centrale.

parete nord della Sala dello Scacchiere
parete sud della Sala dello Scacchiere con pilastrini del camino accanto al busto di Bonifacio VIII
arco della Sala dello Scacchiere
Sulla parete est vi è l'affresco che rappresenta forme quadrilobe che iscrivono delle scacchiere e con fiori a otto petali negli spazi intermedi.

decorazione pittorica della parete est della Sala dello Scacchiere
Una cornice a racemi vegetali e uno zoccolo "a finto marmo" occupano il registro inferiore della parete.

Sul lato opposto della sala la parete ha una decorazione a losanghe contenenti un fiore a otto petali inscritto in una circonferenza.

particolare della decorazione della parete meridionale della Sala dello Scacchiere
La parete meridionale è decorata con maglie cruciformi con fiori a otto petali, tra i cui spazi sono rappresentati borchie circolari (nella metà destra), e cerchi tangenti il cui interno è occupato da uccelli che si fronteggiano o guardano da parti opposte (metà sinistra).
Al di sopra della parete corre la raffigurazione di un giardino fiorito.

particolare della decorazione della parete meridionale della Sala dello Scacchiere
Riscaldava l'ambiente un camino a pianta semicircolare di cui rimangono le mensole e i pilastrini.

busto di Bonifacio VIII (Arnolfo di Cambio)
In questa sala si trova il calco del busto di Bonifacio VIII di Arnolfo di Cambio, commissionato dal pontefice per il sepolcro nella Basilica Vaticana.


La Sala delle Oche prende luce da una grande bifora, ed è simile per struttura alla Sala dello Scacchiere.

Sala delle Oche
La stanza prende il nome dalla decorazione pittorica della parete occidentale: riquadri romboidali perlinati al cui interno sono raffigurate delle "oche", o più esattamente dodici specie di uccelli diversi, che compaiono simmetrici a due a due.
La raffigurazione rimanda al trattato sulla falconeria di Federico II di Svevia.

decorazione pittorica della Sala delle Oche
particolare della decorazione pittorica della Sala delle Oche
Del grande camino che riscaldava la sala rimane solo il segno della canna fumaria.

impronta della canna fumaria del camino della Sala delle Oche
La decorazione di questo lato è caratterizzato da cerchi tangenti con fiori a otto petali elicoidali.

Sala delle Oche
Nella fascia superiore della parete resta la parte inferiore del corpo di un uccello, e gigli lungo la curvatura dell'arco.

Bolla di Papa Gregorio IX
E' qui presente una Bolla di Gregorio IX che attesta la Chiesa di S.Francesco sotto la giurisdizione del Pontefice.


Durante le fasi d'ampliamento del palazzo venne aggiunto un loggione nell'ala sud, chiuso poi su due lati e trasformata in salone: è la cosiddetta Sala del Giubileo.

Sala del Giubileo
Sala del Giubileo
Grandi arconi in pietra attraversano l'ambiente.

finestra della Loggia (Sala del Giubileo)
Era questa la posizione più favorevole del palazzo per l'avvistamento del territorio e per il controllo delle vie di comunicazione della Valle del Sacco, come ben si può vedere dai finestroni della sala.

Valle del Sacco
Questa sala è adibita a spazio museale dedicato a Bonifacio VIII, al primo Giubileo, ai Papi nati ad Anagni e al Lazio meridionale medievale.

calco della Statua di Bonifacio VIII (Andrea Pisano o un allievo di Arnolfo di Cambio - originale nel Museo dell'Opera del Duomo di Firenze)
ricostruzione dell'affresco che Giotto dedicò al Primo Giubileo
Bolla di Bonifacio VIII per il Primo Giubileo
teca con reperti antichi della zona
teca con reperti antichi della zona
www.palazzobonifacioviii.it
Orario: 9.30/13.00   15.00/19.00
Costo:  3€      mercoledì GRATIS
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Un altro palazzo legato alla figura di Papa Bonifacio VIII e considerato il luogo più attendibile dove si svolse l'episodio dello "Schiaffo", è Palazzo Caetani Traietto.

facciata neoclassica del Palazzo Caetani Traietto
E' posto di fronte a Palazzo Bonifacio VIII e fu fatto costruire nel XIII secolo dallo stesso Papa Bonifacio VIII.
La facciata principale del palazzo venne ristrutturata nel XVIII/XIX secolo in stile neoclassico.

L'aspetto medievale è stato conservato nella sua parte posteriore. 

parte posteriore del Palazzo Caetani Traietto
parte posteriore del Palazzo Caetani Traietto
Il nome attuale del palazzo deriva dal marchese Leonardo Traietto Paggi che l'acquistò nel 1872.
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Piazza Innocenzo III
Sulla Piazza Innocenzo III sorgono notevoli edifici di epoca tardo-medievale tra i quali la facciata laterale sinistra della Cattedrale di Santa Maria Annunziata con le sue tre absidi, capolavoro dell'arte romanico-gotica, e la Loggia di Bonifacio VIII.

edifici medievali di Piazza Innocenzo III
La Cattedrale di Santa Maria Annunziata venne costruita per volere del vescovo Pietro dei Principi di Salerno tra il 1072 e il 1104, sopra una chiesa paleocristiana.
Si racconta che venne edificata grazie alla munificenza dell'Imperatore d'Oriente Michele VII che il vescovo aveva guarito da un morbo con l'intercessione di S.Magno.

La Cattedrale è ricordata per essere stata il luogo in cui  fu firmato, dai legali di Federico Barbarossa e il Papa Alessandro III, il trattato Pactum Anagninum dopo la sconfitta di Legnano (1176), il luogo in cui fu eletto Papa Innocenzo IV (1243), dove vennero scomunicati l'antipapa Vittore IV e l'Imperatore Federico Barbarossa (1160), per la seconda volta Federico II (1239) e suo figlio Manfredi (1254).
Vennero anche qui canonizzati Sant'Edoardo re d'Inghilterra (1161), Bernardo da Chiaravalle (1174) e Santa Chiara (1255).

La facciata in pietra arenaria è in stile romanico-campano con influssi lombardi, con cuspide e tre portali.

facciata della Cattedrale di Santa Maria Annunziata
Sul portale centrale, in alto a destra, si trova un altorilievo zoomorfo che rappresenta un bue e un lupo: si racconta che un bue, mentre trainava un carro carico di pietre per la costruzione della chiesa, fu assalito da un lupo, che venne ammansito da Pietro da Salerno e convinto a trainare il carro insieme al bue.

bassorilievo con bue e lupo ed elementi scultorei decorativi di recupero
Addossate alla facciata vi sono semicolonne.
Elementi scultorei classici di recupero decorano i portali.

archivolto con ghiera sporgente del portale centrale della Cattedrale di Santa Maria Annunziata

Il campanile del XII secolo in stile romanico-lombardo, sorge isolato davanti alla facciata della chiesa.

campanile della Cattedrale di Santa Maria Annunziata
campanile della Cattedrale di Santa Maria Annunziata







E' alto 30m e diviso in cinque piani.
Nella base vi sono alte arcate a tutto sesto e nei piani superiori è aperto da monofore, bifore e trifore.











campanile della Cattedrale di Santa Maria Annunciata visto da Piazza Innocenzo III
Uno stretto passaggio collega il sagrato della Cattedrale con Piazza Innocenzo III, che come ho detto, è caratterizzata dalla coreografica e imponente facciata laterale della Cattedrale.

facciata laterale della Cattedrale di Santa Maria Annunciata
Sul corpo a forma parallepipeda del transetto, decorato da archetti in pietra bianca, si affiancano le tre absidi scandite da lesene che vengono unite da coppie di archetti.

esterno del transetto con archetti in pietra
absidi della Cattedrale di Santa Maria Annunciata
coronamento delle absidi della Cattedrale di Santa Maria Annunciata
Il coronamento dell'abside maggiore è costituito da una loggetta con decorazione marmorea.

loggetta dell'abside maggiore della Cattedrale di Santa Maria Annunciata
Archetti pensili si poggiano, in modo alternato, su colonne e mensole con figure.
Corona la loggetta una cornice scolpita con palmette.
In quest'abside vi è anche una monofora archivoltata e affiancata da colonnine.

Sul fianco della Cattedrale sporge il corpo della Cappella Caetani e, sopra ad una loggia ad arcate vi è una terrazza.

esterno della Cappella Caetani, loggia ad arcate e terrazza della Cattedrale di Santa Maria Annunciata
Un'edicola con la statua di Papa Bonifacio VIII, seduto e benedicente, si trova sopra alla terrazza.

edicola con la statua di Bonifacio VIII

L'interno della Cattedrale è diviso in tre navate da colonne e pilastri alternati; le navate terminano con tre absidi.

interno della Cattedrale di Santa Maria Annunziata
colonne, pilastri e volte della Cattedrale di Santa Maria Annunziata
Il pavimento cosmatesco è opera di Cosma di Jacopo di Lorenzo (1224/1227) e dei figli Luca e Jacopo (che eseguirono anche quello della cripta).

pavimento cosmatesco della Cattedrale di Santa Maria Annunciata
pavimento cosmatesco della Cattedrale di Santa Maria Annunciata
pavimento cosmatesco della Cattedrale di Santa Maria Annunciata
pavimento cosmatesco della Cattedrale di Santa Maria Annunciata
pavimento cosmatesco della Cattedrale di Santa Maria Annunciata

Le sedie trasparenti della navata permettono di apprezzare meglio il pavimento.

sedie trasparenti nella Cattedrale

Il soffitto è a volte ogivali costolonate.

soffitto con volte ogivali della navata
arco ogivale dell'abside





volte della navata laterale sinistra
Il presbiterio è innalzato sopra un basso gradino e separato da una balaustra con intarsi cosmateschi.

presbiterio della Cattedrale di Santa Maria Annunziata
balaustra cosmatesca
Il cero pasquale è composto da una colonna tortile con tarsie marmoree, poggiante su sfingi, e da un telamone reggi cero.

La sedia episcopale è sostenuta da due leoni e decorata con un disco, che avrebbe formato un'aureola intorno alla testa del vescovo.

sedia episcopale
Sopra l'altare si trova un ciborio di stile romano con loggette su colonnine sovrapposte.

ciborio della Cattedrale di Santa Maria Annunziata
La sedia episcopale, il coro con due amboni, il cero pasquale e il ciborio e le transenne sono opera del Vassalletto.

Le decorazioni parietali "a finto bugnato" e gli affreschi dei catini absidali sono degli anni '30 e '40.

decorazioni "a finto bugnato"
Sono pochi gli affreschi medievali che si sono conservati dopo che alla chiesa venne dato nel XVII secolo un aspetto barocco (eliminato dopo l'Unità d'Italia).

controfacciata della Cattedrale di Santa Maria Annunziata decorata "a finto bugnato"
Sono del XIII secolo gli affreschi della Vergine col Bambino e la testa di S.Pietro sul pilastro sinistro vicino al presbiterio.

Vergine col Bambino e la testa di S.Pietro (XIII secolo)
Del XIV secolo è la lunetta sopra il portale maggiore che rappresenta la Vergine col Bambino affiancata da S.Magno e Santa Secondina.

lunetta del portale maggiore: Vergine col Bambino affiancata da S.Magno e Santa Secondina (XIV secolo)
L'affresco della Madonna in trono col Bambino tra S.Caterina d'Alessandria e S.Antonio abate (posto dietro ad una grata sul muro esterno sinistro della chiesa), è di scuola senese del XV secolo.

Madonna in trono col Bambino tra S.Caterina d'Alessandria e S.Antonio abate (XV secolo)
Nelle tre absidi vi sono pitture di epoca moderna.

Nella calotta absidale maggiore sono dipinti il Padre Eterno,  l'Annunciazione e Santi anagnini (Pietro e Giovanni Gagliardi XIX secolo).

calotta abside maggiore: Padre Eterno e Annunciazione 
Nell'emiciclo absidale vi è rappresentata una Teoria di Apostoli con S.Giovanni Battista (Borgogna- XVII secolo).

Teoria di Apostoli con S.Giovanni Battista - Santi anagnini
Teoria di Apostoli con S.Giovanni Battista
Nella calotta dell'abside sinistra sono raffigurati Discepoli di Emmaus e Angeli adoranti, e in quella dell'abside destra la Morte di S.Giuseppe e il Matrimonio di S.Giuseppe e la Vergine (Pietro e Giovanni Gagliardi XIX secolo).

abside della navata sinistra
calotta absidale navata sinistra: Discepoli di Emmaus
calotta abside destra: Morte di S.Giuseppe
Matrimonio di S.Giuseppe e la Vergine

Sulla navata sinistra si trova la gotica Cappella Caetani, costruita nel XIII secolo per accogliere le spoglie di alcuni famigliari di Papa Bonifacio VIII.

Cappella Caetani
Sul lato esterno della cappella, come già detto, si trovano la loggetta con stemmi della famiglia Caetani e la statua di Bonifacio VIII.

affreschi trecenteschi della Cappella Caetani
La cappella è decorata con affreschi trecenteschi.

affresco della tribuna: Madonna con Bambino, Santi e committenti
particolare della tribuna con cuspide e pinnacoli
altare della Cappella Caetani


Due sarcofagi decorati con stemmi della famiglia e disegni cosmateschi, sono sormontati da una tribuna con cuspide su colonnine e pinnacoli.
L'altare ha colonnine angolari.



sarcofagi della Cappella Caetani

La barocca Cappella Lauri e il Battistero con catino romanico si trovano anch'essi sul lato sinistro della Cattedrale. 

catino romanico del Battistero
affresco della Pietà nel Battistero
Sulla navata destra si trova la Cappella Raoli con dipinti ottocenteschi e la Madonna della Misericordia donata da Leone XIII.

Cappella Raoli della Cattedrale di Santa Maria Annunziata
Madonna della Misericordia nella Cappella Raoli della Cattedrale di Santa Maria Annunziata

Ma sicuramente non si può dire di aver visitato la Cattedrale di Anagni senza essere scesi nella Cripta di S.Magno, la denominata "Cappella Sistina del Medioevo", per i suoi mirabili cicli di affreschi duecenteschi.

ingresso alla Cripta di S.Magno
Gli affreschi sono di autori ignoti (almeno tre "Maestri"), eseguiti tra il 1104 e il 1230 in stili diversi.
Ricoprono le 21 volte, gli archi e le pareti delle tre navate della cripta, occupando 540 m².
Fu usata una miscela di colori sconosciuta, che ne garantisce la conservazione.

Gli affreschi sono d'impronta ermetica, e fondono scienza e fede.
I tre cicli dipinti sulle volte raffigurano il primo argomenti biblici del Vecchio Testamento, il secondo temi dell'Apocalisse e il terzo la Creazione del Mondo e dell'Uomo, vista sotto il profilo scientifico-astronomico.

I cicli ricalcano la suddivisione della storia dell'uomo fatta da Sant'Agostino:
- Ante legem, la legge di natura, dalla caduta a Mosè
- Sub lege, la legge scritta, da Mosè a Cristo
- Sub gratia, lo stato di grazia, da Cristo a noi.

E' stata rappresentata la nascita dell'Universo con la ruota dei segni zodiacali.

La nascita dell'Uomo è raffigurata con un uomo nudo circondato da quattro sezioni di colore differente, i quattro elementi (bile nera, flegma, bile gialla e sangue), che rappresentano i quattro elementi del corpo, quattro come gli elementi del cosmo (acqua, terra, aria e fuoco) e come l'età dell'uomo (infanzia, adolescenza, maturità e vecchiaia), e le stagioni.
Sulle pareti sono stati dipinti Galeno e Ippocrate che hanno formulato i quattro elementi.

In questo ciclo è rappresentato tutto lo scibile della filosofia e della cultura medievale. 

Sulle pareti invece sono affrescate scene della vita di S.Magno, patrono della città, e di altri Santi e Martiri anagnini.

Del 1231 è il pavimento cosmatesco, rimasto inalterato.

Adiacente alla cripta si trova l'Oratorio di Thomas Becket.

L'oratorio del XII secolo sorse su un mitreo del I/II secolo d.C.

Sulle pareti è affrescata una Teoria di Santi Benedettini che si muove verso l'altare dove è raffigurato il Salvatore in trono.
Poco leggibile è invece il Martirio dell'arcivescovo di Canterbury a cui l'oratorio è dedicato.

accesso alla Cripta di S.Magno e all'Oratorio di Thomas Becket
L'accesso alla cripta e all'oratorio avviene tramite due scale poste a metà delle navate laterali, e la visita avviene solo all'interno di un percorso museale.
Al momento dell'acquisto del biglietto bisogna prenotare il turno di visita alla cripta.
La luce che illumina i due ambienti permette una visita di soli 20', per non deteriorare gli affreschi.
Per lo stesso motivo non si possono scattare foto (ed è per questo che qui non trovate immagini di questo capolavoro che meriterebbe un intero post!).

Il Museo della Cattedrale di Anagni offre la possibilità di visitare la Biblioteca, la Sala Capitolare, le Sagrestie, la Cappella del Salvatore, il Tesoro, la Cripta di S.Magno, l'Oratorio di Thomas Becket e il Lapidario.

ingresso del Museo della Cattedrale di Anagni

Salendo al primo piano il primo ambiente visitabile è la Biblioteca.

Biblioteca
Sono qui conservati in armadi del XX secolo 1814 volumi datati dal XV al XX secolo.

Si trova qui una copia del XVI secolo del Corpus Iuris Civilis, la raccolta di materiale di diritto romano (V secolo d.C.), voluto da Giustiniano.

volumi antichi della Biblioteca
In questa sala vi sono anche conservati il Paliotto di S.Magno, un pannello in legno e argento con l'effige del patrono di Anagni, e il dipinto dell'Annunciazione (XIX secolo) di Pietro Gagliardi, ultimo bozzetto per la calotta dell'abside centrale della Cattedrale.

Paliotto di S.Magno
Annunciazione (Pietro Gagliardi XIX secolo)
L'ambiente che segue è la Sala Capitolare, dove si svolgevano le assemblee dei canoni addetti alla chiesa.

Sala Capitolare
Ha una volta affrescata con motivi decorativi e putti alati che reggono una ghirlanda di rose.

soffitto della Sala Capitolare
Il mobilio in stile impero (XIX secolo) è in legno di noce e mogano.
Ad ogni canonico spetta un armadio e una seduta contrassegnati da un numero.

armadi e sedie dei canonici nella Sala Capitolare
teche della Sala Capitolare

reliquiario di S.Oliva

Le tre Sagrestie furono ricavate nel XIX secolo chiudendo un portico che affacciava sul chiostro.

Sagrestia
Sagrestia
Sono arredate con armadi di noce del XIX secolo e conservano preziosi oggetti in oro e argento, e i busti-reliquiari dei due patroni della città, S.Pietro vescovo e S.Magno, portati in processione il 19 agosto.

Si passa quindi nella Sala del Tesoro.

Sala del Tesoro
Nelle teche vengono conservati paramenti liturgici, mitre e borse molto antiche.
Ma l'ggetto più importante è il cosiddetto cofanetto di Thomas Becket, un'opera di Limoges del XII secolo, dove su piastre di rame, incise e decorate con smalti, sono raffigurate scene del martirio dell'arcivescovo assassinato a Carnterbury.
(NO FOTO)

Da questa sala si può accedere alla Cappella del Salvatore.

Cappella del Salvatore
La cappella fu fatta costruire e consacrata al Salvatore e a S.Benedetto dal vescovo Pietro da Salerno, ed utilizzata per le sue celebrazioni private.
Nel tempo subì delle trasformazioni e si chiuse il suo originale collegamento con la Cattedrale.

Sono conservati gli strati sovrapposti d'intonaco con tre fasi successive di decorazioni.


resti di pittura delle tre fasi decorative e crocifisso ligneo del XV secolo
Nella piccola abside è raffigurato Cristo in trono affiancato da S.Magno e Santa Secondina.

decorazione della piccola abside
L'altare, assemblato con marmi di recupero, risale all'epoca della costruzione della cappella.
La cattedra episcopale è del XIII secolo.
Il crocifisso ligneo è del XV secolo e un meccanismo alla base del collo, permetteva la fuoriuscita della lingua, da azionare durante le processioni (!!!!).
La statua di S.Antonio abate proviene dall'ex Chiesa di Sant'Antonio abate ed è stata scavata in un unico tronco di legno.

statua lignea di Sant'Antonio abate
Infine, dopo aver visitato l'interno della Cattedrale, la sua cripta e l'oratorio, si termina il percorso museale con il Lapidario, allestito nell'antico chiostro.

chiostro della Cattedrale
portico del chiostro/lapidario
lapidarium
Sono qui presenti: lapidi romane, paleocristiane, medievali e più moderne.

decorazioni cosmatesche
decorazioni cosmatesche
lapide iscritta
lapidi iscritte e riutilizzate
reperti antichi
Sono conservati l'arredo liturgico della Cattedrale carolingia (IX secolo) e mosaici cosmateschi (XIII secolo)

www.cattedraledianagni.it
Orario: novembre/marzo    9.00/13.00  15.00/18.00
             aprile/ottobre         9.00/13.00  15.00/19.00
Costo:  9€

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Tra il 1159 e il 1163 venne costruito il Palazzo Civico, con progetto del bresciano Jacopo d'Iseo.
Il palazzo venne poi rimodellato in forme goticizzanti.

Palazzo Civico
Il Palazzo Civico affaccia su Corso Vittorio Emanuele. 

facciata del Palazzo Civico su Corso Vittorio Emanuele
stemmi sulla facciata del Palazzo Civico su Corso Vittorio Emanuele
facciata del Palazzo Civico su Corso Vittorio Emanuele
facciata del Palazzo Civico su Corso Vittorio Emanuele
Sotto la costruzione un passaggio a volta permetteva di accedere all'antica Piazza Comunale, dove veniva svolto il mercato e si amministrava la giustizia.

passaggio ad archi al di sotto della Sala della Ragione del Palazzo Civico
Il palazzo è costituito da due preesistenti edifici, uniti da questo passaggio.

affresco del passaggio del Palazzo Civico
affresco del passaggio del Palazzo Civico
Il passaggio è costituito da otto archi di pietra a tutto sesto che sostengono la Sala della Ragione, sede del tribunale e luogo in cui si riunivano i rappresentanti della città.

Su questa stessa facciata si trovano tre bifore, all'angolo la quatrocentesca Loggia del Banditore, con cornicione decorato, e due trifore ad archi intrecciati in un corpo avanzato.

trifore, Loggia del Banditore e bifore del Palazzo Civico
Un monumentale scalone esterno dà accesso al piano superiore.

scalone monumentale del Palazzo Civico
Sulle pareti esterne del palazzo si trovano gli stemmi dei Caetani e stemmi comunali.
Il Palazzo Civico fu infatti residenza di Papi, Cardinali, governatori e rappresentanti politici.

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Lo storico tedesco Gregorovius definì Anagni "Una delle più belle terrazze d'Europa".
Basta girovagare per le sue vie, vicoli e piazze per accorgersi del suo ricco passato medievale, che ha lasciato sulle facciate delle case e dei palazzi la sua impronta.

vicolo di Anagni
vicolo di Anagni



vicolo di Anagni
palazzo con portico lungo Corso Vittorio Emanuele
facciata medievale di un palazzo di Anagni
palazzo medievale con portico
palazzo antico di Corso Vittorio Emanuele
ingresso di palazzo antico


particolare delle colonne di un portico di un palazzo
lungo Corso Vittorio Emanuele
ingresso di un palazzo antico






















Ma anche le chiese sorte su edifici più antichi e con aspetto barocco, raccontano la storia di Anagni, come la Chiesa di San Giovanni De Duca, sorta su un edificio romano facente parte del Foro e ricostruita nel 1700, la Chiesa di Sant'Andrea, sorta sui resti di una preesistente chiesa, la Chiesa di Santa Chiara con il suo monastero, o la Chiesa Madonna di Loreto sulla centrale Piazza Cavour.

Chiesa di San Giovanni De Duca
Chiesa di S.Giovanni De Duca
Piazza Cavour e Chiesa Madonna di Loreto


RISTORANTE                           CANTINA DELLA VALLE
                                                   Via della Valle/Via Garibaldi
                                                   328 8178425

GIUDIZIO
Se si vuole pranzare in un ambiente medievale, gustare cibi semplici e genuini della zona, e contemporaneamente ascoltare storie e leggende di Anagni, questa cantina è il posto giusto per passare un momento immersi nella storia.

ingresso della Cantina della Valle
Il locale si trova davanti alla Porta S.Francesco, ed era anticamente un piccolo convento francescano, sorto probabilmente su un sito ancora più antico, visto che si sono qui trovate, durante i lavori di restauro, alcune monete romane.

monete romane qui ritrovate
L'ambiente piccolo e famigliare, ha cercato nella sua semplicità di mantenere l'atmosfera dei tempi passati.

ambientazione del locale
decorazioni contadine sulle pareti della cantina
Il menù è fisso (25€) e comprende diverse portate di antipasti, un primo a scelta tra due, e un dolce col caffè, vino e acqua.

antipasto
antipasto
antipasto
antipasto
antipasto
antipasto
primo piatto
ciambelline al vino

Inoltre la padrona del locale racconta aneddoti e storie mischiate a leggende sulla città durante la degustazione dei piatti da lei preparati.

Una sosta piacevole e gustosa per continuare poi la visita della città.  


CONCLUSIONI
Anagni è una tra le cittadine vicine a Roma più ricche d'arte e di storia, sicuramente da visitare.
Il centro storico della città mantiene il suo aspetto antico nonostante la parziale demolizione dovuta ai bombardamenti alleati della seconda guerra mondiale e le insegne publicitarie e le serrande di negozi tra archi antichi dei palazzi, o le automobili parcheggiate in piazze storiche.
I suoi siti artistici custodiscono ambientazioni e gioielli d'arte davvero notevoli.

tra passato e...presente

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