sabato 2 aprile 2016

Roma: Villa Torlonia e il suo parco


Roma ha la fortuna di possedere numerose ville pubbliche, un tempo proprietà delle famiglie aristocratiche della città, costruite al di fuori delle mura come residenze estive per fuggire alla calura, e divenuti luoghi di ostentazione di ricchezza, prestigio e potere.

Sulla Via Nomentana, poco fuori Porta Pia, sorge la più recente delle ville nobiliari di Roma, Villa Torlonia, circondata da un parco di 132.000 mq che comprende uno dei pochi esempi di giardino "all'inglese" a Roma.

Nel Seicento questa zona era fiancheggiata da "vigne" con pochi edifici rurali, proprietà di alcune famiglie nobili quali i Massimo, i Patrizi, i Pamphilj.

Tra il XVII e il XVIII secolo l'area dove sorge Villa Torlonia era infatti di proprietà della famiglia Pamphilj: era una tenuta con funzione agricola.
Nel 1760 la proprietà passò al cardinale Girolamo Colonna che comprò terreni confinanti e la proprietà divenne una "vigna" della sua nobile famiglia.
Nel 1797 la tenuta venne venduta al banchiere Giovanni Torlonia, da poco divenuto marchese di Romavecchia e Turrita.

stemma della famiglia Torlonia
Giovanni Torlonia era figlio di Marin Tourlonias, che aveva ricevuto una pensione vitalizia dal cardinal Acquaviva presso il quale aveva lavorato come cameriere, ed era divenuto commerciante di sete e broccati di Lione e fondatore di una piccola banca. Marin Tourlonias a sua volta era figlio di Antoine Tourlonias, un povero contadino francese dell'Alvernia arrivato a Roma al seguito delle truppe francesi. Il nome della famiglia che si era trasferita in Italia fu naturalizzato da Tourlonias in Torlonia.
Giovanni Torlonia divenne il banchiere di molte famiglie aristocratiche romane ed europee, e quei nobili che non riuscivano a saldare i loro debiti (dovuti alle conseguenze della Rivoluzione francese, dell'invasione napoleonica e della repubblica romana), svendevano i loro palazzi, ville e le loro collezioni di antichità all'emergente famiglia Torlonia.

Giovanni Torlonia, che più tardi sarà nominato Principe di Civitella Cesi da Papa Pio VII, volle trasformare la tenuta agricola acquistata nella sua residenza, e affidò a Giuseppe Valadier il progetto di realizzarla.

Valadier iniziò i lavori nel 1806 trasformando due edifici già esistenti (l'edificio padronale e il Casino Abbati), nel Casino Nobile e nel Casino dei Principi (ai quali verrà dedicato un post a parte).

Casino Nobile
Casino dei Principi
Valadier realizzò anche le Scuderie Vecchie, tra il 1805 e il 1806. 

Scuderie Vecchie
Erano gli alloggi per i cocchieri e i giardinieri, oltre che il ricovero per i cavalli.
Avevano l'aspetto di una loggia ornata da statue.
Furono poi trasformate da Giovan Battista Caretti in un edificio a due piani con elementi neogotici.

Scuderie Vecchie
Scuderie Vecchie
Quando nel 1947 la famiglia Torlonia tornò in possesso della villa demolì parte delle Scuderie Vecchie perché ridotte a rudere.
Furono in seguito restaurate e adibite ad ospitare la Biblioteca dell'Accademia delle Scienze.


Vicino alle Scuderie Vecchie sorgono le Scuderie Nuove, un edificio basso di color giallo, più recente, che oggi ospita un centro anziani.

Fu sempre opera di Valadier la costruzione dell'ingresso principale alla villa, in asse con il palazzo, ingresso che fu demolito durante i lavori d'ampliamento della Via Nomentana.

Si conservano quattro delle sei sfingi che a due a due erano l'ornamento dei pilastri dell'ingresso progettato da Valadier.
Oggi si trovano posizionate davanti alle entrate del Casino dei Principi.

coppia di sfingi dei propilei all'ingresso principale del Casino dei Principi
coppia di sfingi dei propilei all'ingresso secondario del Casino dei Principi
L'attuale ingresso sulla Via Nomentana fu costruito tra il 1905 e il 1911 ed è opera di Enrico Gennari.

ingresso a Villa Torlonia su Via Nomentana
ingresso a Villa Torlonia su Via Nomentana
 E' composto da due propilei con base in bugnato e lastre di travertino, e logge con capitelli ionici e compositi nella parte superiore.

un propileo dell'ingresso di Villa Torlonia
un propileo dell'ingresso di Villa Torlonia
Accanto alle logge si trovano le copie di statue in marmo realizzate da Bartolomeo Cavaceppi di copie di statue romane antiche, ora conservate nel Casino Nobile: Pandora, un Fauno, la Pudicitia, un'Amazzone.

Amazzone (copia di Bartolomeo Cavaceppi dell'"Amazzone Mattei" dei Musei Capitolini -- Casino Nobile)
Fauno (copia di Bartolomeo Cavaceppi del "Fauno Bianco" dei Musei Capitolini -- Casino Nobile)
Pandora (copia di Bartolomeo Cavaceppi di "Pandora" dei Musei Capitolini- Casino Nobile)
Pudicitia (copia di Bartolomeo Cavaceppi di "Pudicitia" dei Musei Capitolini- Casino Nobile)
La cancellata è in ferro battuto.
I pilastri tra le ante della cancellata sorreggono globi di vetro sui quali si trovano aquile in bronzo ad ali spiegate con la cometa che si trova sullo stemma dei Torlonia.

globo di vetro con aquila in bronzo
ATTENZIONE: è qui che si trova la biglietteria dei musei interni alla villa.

Giuseppe Valadier si occupò anche della risistemazione della zona settentrionale del parco, delineando viali di lecci rettilinei, simmetrici e perpendicolari tra loro.

parte settentrionale del parco
parte settentrionale del parco
Giovanni Torlonia sposò Anna Maria Schulteiss ed ebbe cinque figli tra i quali Alessandro Raffaele che ereditò la villa alla morte del padre nel 1829,  e che ricevette nel 1833 dal fratello maggiore Carlo gran parte del patrimonio della famiglia in cambio di un vitalizio.

Nel 1832 Alessandro Torlonia avviò un progetto di abbellimento della villa e la costruzione di alcuni fabbricati: il Tempio di Saturno, le Finte rovine, la Tribuna con fontana, un Anfiteatro, una Cappella e una Caffè-House (gli ultimi tre non più esistenti).
Fu incaricato Giovan Battista Caretti della realizzazione di questo ampliamento.
I lavori durarono dieci anni.

Il Tempio di Saturno, costruito tra il 1836 e il 1838, aveva l'intento di imitare i templi dell'antichità.

Tempio di Saturno di Villa Torlonia
Questo edificio (ancora da restaurare), ebbe come modello il Tempio di Esculapio edificato sull'isola del laghetto artificiale del Giardino del Lago di Villa Borghese, opera di Mario e Antonio Asprucci (1786).

Tempio di Esculapio a Villa Borghese
Il finto tempio, la cui parte retrostante è rimasta incompiuta, è costituito da un pronao di quattro colonne doriche in granito, con frontone in terracotta decorato da Vincenzo Gajassi con l'Allegoria della Vita Umana.
Al centro del frontone è raffigurato Saturno, dio del Tempo, tra un leone e un serpente, con la falce in mano.
Ai lati sono invece rappresentate le quattro stagioni.

frontone del Tempio di Saturno
Il timpano era adornato con busti oggi scomparsi.
Sul portone si trova un rilievo in terracotta (XVIII secolo), che rappresenta Bacco che dona la vite.
Ai lati del rilievo vi sono due maschere teatrali realizzate in stucco.

colonne doriche del pronao e rilievo di Bacco che dona la vite
Sui lati interni dell'edificio vi sono i calchi di alcuni altorilievi conservati nel Palazzo dei Conservatori.
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Anche le Finte Rovine sono state realizzate per ricreare quel gusto "archeologizzante" di moda all'epoca, dettato dall'intensificarsi degli scavi a Roma e anche nelle tenute dei Torlonia.

Finte Rovine
Le Finte Rovine vengono anche chiamate ninfeo o edificio termale, e sono addossate al muro di cinta che confina con Via Alessandro Torlonia.

Sono costituite da un muro in cortina nel quale, accanto ad un grande nicchione centrale con volta decorata da lacunari a losanghe (che ricorda la nicchia del Tempio di Venere e Roma sul Palatino), sono state create sei nicchie (tre per parte), divise da paraste di ordine corinzio.

Un tempo le nicchie contenevano delle statue, tra esse un'Afrodite e due togati, provenienti dalla Collezione di Bartolomeo Cavaceppi acquistata da Giovanni Torlonia nel 1800, conservate oggi nel Casino Nobile.

Afrodite (I/II sec.d.C. - restauro di B.Cavaceppi - Casino Nobile)
Togato (I sec.d.C - restauro di B.Cavaceppi - Casino Nobile)
Sono stati inseriti nella finta composizione alcuni elementi di spolio: sul muro due frammenti di cornice (di provenienza sconosciuta), e a metà del catino absidale centrale cinque mensole.

Davanti al muro con nicchie si erge una fila di frammenti di colonne scanalate in travertino con basi attiche.
Alcuni frammenti di colonne giacciono a terra.
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La Tribuna con Fontana è una grande giardiniera composta da lastre di peperino, sulle quali trovano collocazione vasi di viburno.

Tribuna con Fontana (lato rivolto verso Via Nomentana)
lastre in peperino con vasi di viburno della Tribuna con Fontana
Si trova vicino alla collinetta artificiale realizzata da Jappelli, ad est del Casino Nobile.

Della decorazione originale del fronte rivolto verso Via Nomentana rimane nella nicchia centrale la fontana semicircolare barocca.
Nelle nicchie laterali si trovavano opere appartenute ai Torlonia: la statua della Danzatrice col dito al mento, copia di quella realizzata da Antonio Canova (oggi scomparsa), e il busto di Caracalla sono conservati nel Casino Nobile.

Danzatrice col dito al mento (copia di quella realizzata da Antonio Canova - Casino Nobile)
Caracalla (copia di B.Cavaceppi del Caracalla dei Musei Capitolini - Casino Nobile)
Sul muro marmoreo diviso da colonne del fronte rivolto verso la collina artificiale è posta una targa del committente con a lato due bassorilievi di putti.

Tribuna con Fontana (fronte verso la collina artificiale)

Tribuna con Fontana
Tribuna con Fontana
targa sulla Tribuna con Fontana
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L'Anfiteatro di forma ellittica, distrutto nel 1909, era decorato da bugnato e opus reticulatum.
Sulla sommità vi era una balaustra con piedistalli che sorreggevano candelabri.

Ci si poteva accede, tramite una scala segreta, direttamente dal piano nobile del Casino dei Principi, o assistervi dalla balconata del lato lungo del Casino stesso.
Al suo interno si poteva assistere a spettacoli di vario genere: esibizioni circensi, corse di cavalli e tauromachie.
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Non si conoscono i motivi della demolizione nel 1903 della Cappella di S.Alessandro, costruita nel 1835, posta tra il Laghetto del Fucino, il Teatro e la collinetta artificiale.

Della sua decorazione, attribuibile probabilmente a Carlo Aureli, sono stati trovati nel 1997 alcuni frammenti nei sotterranei del Teatro, oggi conservati nel Casino Nobile: una Formella con puttini, una Lunetta con Madonna e Santi (tra i quali Sant'Alessandro e S.Carlo, in riferimento ai due fratelli Torlonia), i frammenti del pavimento cosmatesco, una Formella con angelo e un Paliotto con due angeli.

Formella con puttini (Carlo Aureli - Casino Nobile)
Lunetta con Madonna e Santi (Carlo Aureli - Casino Nobile)
Frammenti di pavimento cosmatesco (XIX sec. - Casino Nobile)
Paliotto con due angeli (Carlo Aureli - Casino Nobile)
Formella con angelo (Carlo Aureli - Casino Nobile)
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Giovan Battista Caretti realizzò, lungo il muro di cinta sulla Via Nomentana, altre false rovine che andarono distrutte nel 1909 durante i lavori di ampliamento della strada: il Rudere di un Anfiteatro (a due ordini di arcate sovrapposte separati da un cornicione), e il Tempio di Minerva (un tempio periptero la cui cella si poteva vedere al di sopra del muro di cinta).

L'architetto Quintiliano Raimondi, subentrato al Caretti, si occupò poi della costruzione del Teatro (di cui tratterò in un altro post) e dell'Aranciera (o come oggi viene chiamata Limonaia).

Teatro di Villa Torlonia (lato meridionale)
Teatro di Villa Torlonia (lato settentrionale)
L'Aranciera, costruita in tufo tra il 1840 e il 1857, era un edificio destinato al ricovero di agrumi e fiori.

Aranciera
L'Aranciera, dalla pianta rettangolare, prende luce da finestre, portefinestre, e oculi.
Ha un soffitto a capriate e un pavimento a scacchiera in travertino e peperino.

Aranciera (facciata sud)
Aranciera (facciata nord)
Quando nel 1906 venne costruito il Villino Medievale, la sua facciata ovest fu inglobata nel nuovo edificio, e collegato a questo tramite una scala inserita tra finte rocce. 

scala tra finte rocce
Sulla facciata est vi sono affissi gli stemmi delle famiglie Torlonia e Colonna (famiglia di Teresa, moglie di Alessandro).

facciata dell'Aranciera con stemmi nobiliari dei Torlonia e dei Colonna
Oggi l'Aranciera ospita un Caffè-Ristorante.

Caffè-Ristorante all'interno dell'Aranciera
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L'architetto e paesaggista Giuseppe Jappelli invece si preoccupò della parte meridionale della villa, corredandola di viali irregolari, laghetti, ed edifici eclettici: la Capanna Svizzera(trasformata più tardi nella Casina delle Civette, di cui parlerò in un altro post), il Campo dei Tornei, la Torre, la Grotta e la Serra Moresca.

Il Campo dei Tornei, posto tra la Serra Moresca e il Teatro, è d'ispirazione medievale.

Campo dei Tornei
Le gradinate sono in peperino.
Su un lato del campo si trovano tre fatiscenti tende in legno, decorate con righe rosse e nere.

tende del Campo dei Tornei
Un tempo invece, per ricreare l'atmosfera dei tornei cavallereschi, esistevano due tende, in rame e ferro con figure in ghisa, una del principe e una della principessa Torlonia.
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Giuseppe Jappelli ideò la Serra Moresca ispirandosi al libro di Canavah Murphy "The Arabian Antiquities of Spain" e rifacendosi a citazioni "ariostesche".

Serra Moresca e tetto della Torre Moresca
Le decorazioni della serra, realizzate con l'aiuto di Giacomo Caneva, ricordano le moschee di Cordova e l'Alhambra di Granada.

Serra Moresca
Serra Moresca
Sul frontone dell'ingresso alla serra vi è una scritta in cufico-tamureo in ghisa, nella quale sono nascosti i nomi dei principi Alessandro e Anna Maria Torlonia.

ingresso alla Serra Moresca con scritta in cufico-tamureo
Finita di essere restaurata nel 2013, la Serra Moresca aspetta di trovare un'adeguata funzione.  

Dalla Serra Moresca proviene la statua in ghisa di Figura femminile con otre utilizzata come fontana, oggi posizionata all'ingresso secondario alla villa su Via Nomentana.

Figura femminile con otre (ingresso secondario di Via Nomentana)
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A ridosso del lato orientale della Serra Moresca si trova la Torre Moresca.

Torre Moresca dietro la Serra Moresca
Il suo accesso avveniva attraverso la Grotta con una scala elicoidale.
Era composta da tre piccoli ambienti posti su tre piani: al primo piano vi era uno stanzino, al secondo piano una cucina, mentre al terzo piano una sala da pranzo esagonale a decorazioni moresche, con pavimenti e soffitti a disegni colorati.
Le finestre avevano vetri variopinti, i muri esterni imitavano mattoni, mentre internamente erano dipinti in giallo con tondi azzurri.
Uno strano meccanismo permetteva ad un tavolo di salire dalla cucina già imbandito e prendere il posto di un salotto circolare che occupava il centro della saletta, il quale nello stesso tempo diveniva un baldacchino.
Una particolarità alquanto bizzarra era costituita dai davanzali delle finestre che erano delle vasche per pesci.
Anche se dal 2013 la torre è stata restaurata, oggi non è ancora aperta al pubblico.
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La Grotta, che si trovava anch'essa a ridosso della Serra Moresca, fu in gran parte demolita nel 1908.

Era possibile percorrerla in carrozza per le sue dimensioni.
Trovavano spazio al suo interno due piccoli laghi, e l'adornavano piante, stalagmiti e stalattiti.

Giuseppe Jappelli fu responsabile del gusto scenografico che assunse la parte meridionale del parco, con percorsi liberi sinuosi e costruzioni esotiche, del romantico giardino "all'inglese" da lui creato.


Tra il Teatro e la Casina delle Civette si trova un piccolo specchio d'acqua chiamato Lago del Fucino in ricordo dell'opera di bonifica della piana del lago del Fucino da parte della Società di cui era divenuto l'intero proprietario Alessandro Torlonia.

Laghetto del Fucino
I lavori  di bonifica del terzo lago d'Italia per estensione iniziarono nel 1855 e proseguirono per 24 anni impiegando 4000 operai al giorno.
Solo per il prosciugamento della piana vennero spesi 24 milioni di lire.
Per l'impegno economico assunto il re concesse ad Alessandro Torlonia il titolo di Principe e una medaglia d'oro.

Disse Alessandro Torlonia:
"O Torlonia asciuga il Fucino, o il Fucino asciuga Torlonia".
Il laghetto artificiale  circondato da un boschetto di bambù fu creato nella prima metà dell'Ottocento.

Al di sotto di questo laghetto si trovavano le cantine della villa, con una ghiacciaia dove la neve d'inverno conservava i cibi.
Durante la seconda guerra mondiale vennero trasformate in un rifugio antiaereo e antigas.
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E' ottocentesca anche la grande vasca rettangolare posta davanti al prospetto meridionale del Palazzo Nobile.

vasca ottocentesca
 La vasca è affiancata su uno dei suoi lati corti da due fontane gemelle e lungo i suoi lati lunghi da grandi vasi su basi in peperino.

vasca ottocentesca con fontane gemelle
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Il 4 giugno e il 26 luglio (giorno dedicato a S.Anna) del 1842 furono innalzati i due obelischi presenti ancora nella villa, dedicati alla memoria di Giovanni e Anna Maria Torlonia (i genitori di Alessandro Torlonia).

obelisco dedicato a Giovanni Torlonia
dedica a Giovanni Torlonia sull'obelisco
Gli obelischi, creati ad imitazione di quelli egizi con iscrizioni in geroglifico, sono in granito rosa di Baveno, sono alti 10,28m, pesano 22 tonnellate e sono opera di Nicola Carnevali.
Impiegarono 47 giorni di viaggio per giungere dal Piemonte a Roma (navigando sul Po, sul Mar Adriatico, sul Mar Ionico, sul Mar Tirreno, sul Tevere e sull'Aniene).

L'obelisco dedicato a Giuseppe Torlonia è posto all'ingresso di Via Nomentana mentre l'altro, dedicato ad Anna Maria Torlonia, è posto tra il Teatro e il Casino Nobile.

obelisco dedicato ad Anna Maria Torlonia
Per l'innaugurazione del primo obelisco venne data una festa pubblica con banchetti, vino in abbondanza, fuochi d'artificio e musica, alla quale furono
presenti anche il Pontefice e il Principe Ludwing di Baviera.

Nei cartigli del pyramidion è iscritto il nome di Alessandro Torlonia, mentre in quelli del fusto è iscritto il nome del padre Giovanni.
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Furono due anche le colonne onorarie che Alessandro Torlonia volle erigere nel parco di Villa Torlonia: una la dedicò al fratello Carlo e venne innalzata vicino all'obelisco che egli aveva dedicato alla madre, la seconda, dedicata ai genitori, ora si trova davanti all'esedra del Teatro, dopo aver occupato uno spazio non noto.

Colonna onoraria dedicata a Carlo Torlonia
dedica di Alessandro Torlonia al fratello Carlo
colonna onoraria dedicata a Carlo Torlonia e obelisco dedicato ad Anna Maria Torlonia
colonna onoraria dedicata a Giovanni ed Anna Maria Torlonia
Alessandro Torlonia dedicò al fratello Carlo anche un'edicola mariana posta nella zona meridionale del parco, non lontana dal Campo dei Tornei.

edicola mariana dedicata a Carlo Torlonia
iscrizione sull'edicola mariana
La villa passò poi ad Anna Maria Torlonia, la figlia di Alessandro Torlonia che era andata in sposa a Giulio Borghese, e poi successivamente passò al figlio Giovanni, senatore e uomo eccentrico, che ricevette l'eredità della madre e del nonno.

Giovanni Torlonia jr fece costruire il Villino Medievale, il muro di cinta, il Villino Rosso, il Villino di guardiana e fece trasformare la Capanna Svizzera nella Casina delle Civette (alla quale dedicherò un post a parte).

Casina delle Civette
Il Villino Medievale fu costruito a ridosso dell'Aranciera.

facciata occidentale del Villino Medievale
Fu costruito per Giulio Borghese come volere testamentario della moglie Anna Maria Torlonia morta nel 1901.

Il progetto in stile neogotico iniziato nel 1906 fu di Enrico Gennari.
Il villino, di grandi dimensioni, comprendeva due torri, porticati e un'altana.

ingresso al Villino Medievale
facciata orientale del Villino Medievale (vista da Via Spallanzani)
portico del Villino Medievale
La costruzione si articola su tre piani: al piano terra il salone ha un soffitto in legno dipinto, mentre la sala al primo piano è decorata con gli stemmi della città e dei suoi rioni.

Dopo il restauro il villino (non visitabile), è divenuto la sede di Technotown, una
ludoteca tecnologico-scientifica per bambini dai 6 anni in su.
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Vicino al Villino Medievale si trova l'ingresso alla villa da Via Spallanzani.

Villino di guardiola
Qui fu fatto costruire il Villino di guardiola per l'apertura di un nuovo ingresso alla villa dettato appunto dalla costruzione del Villino Medievale, di cui è un modello nello stile in formato più piccolo.

Villino di guardiola visto da Via Spallanzani
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Il Villino Rosso prende il nome dal colore con il quale è stato dipinto esteriormente.

facciata esterna a Villa Torlonia del Villino Rosso
Venne costruito con progetto di Paolo Gianoli tra il 1920 e il 1922 in stile barocchetto tra Via Siracusa e Via Spallanzani, come residenza per l'Amministratore dei Torlonia.

particolari architettonici del Villino Rosso
Il suo aspetto esterno eclettico è dovuto a colonnine, archetti e bugnati, elementi architettonici neomedievali e neorinascimentali.
La facciata esterna alla villa si adatta all'incrocio delle due strade .

ingresso del Villino Rosso interno a Villa Torlonia
L'accesso all'edificio dal parco della villa avviene tramite un ponte costeggiato da alberi.

Le due sfingi poste  all'ingresso facevano parte di una fontana che prima si trovava davanti al Casino Nobile (poi demolita).

ingresso con sfingi del Villino Rosso
Oggi l'edificio è la sede dell'Accademia delle Scienze detta dei XL.
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Nel 1919 nella zona nord-ovest della villa furono scoperte delle catacombe ebraiche, due distinte catacombe poste su diversi livelli, riunite solo successivamente, che coprono un'area di 110 X 120m.
Pitture con simboli della religione ebraica e iscrizioni testimoniano la sepoltura di membri della comunità giudaica del III/V secolo d.C.
(le catacombe non sono aperte al pubblico).

Nel parco di Villa Torlonia, tra la Casina delle Civette e la Serra Moresca, è in progetto la costruzione del Museo della Shoah, in relazione alla presenza delle catacombe ebraiche e della residenza di Mussolini nel Casino Nobile.
Dopo un periodo d'abbandono della villa, Giovanni Torlonia invitò Benito Mussolini con la sua famiglia a vivere  al Casino Nobile (1925/1943), con un affitto simbolico di una lira all'anno.
Giovanni Torlonia si stabilì invece nella Casina delle Civette.

In questo periodo vennero apportate delle modifiche al Casino Nobile: al primo piano vennero costruite due stanze da bagno nella veranda di collegamento tra la camera da letto di Mussolini e quella di sua moglie Rachele, le cucine nel sottotetto e i lavatoi vennero spostati nell'attico.
Nel parco vennero piantate patate, grano e ortaggi, per creare un cosiddetto "orto di guerra", nelle Scuderie vennero creati un pollaio, un porcile e conigliere, l'Arancera venne data all'Istituto Luce per proiettare film e cinegiornali per la famiglia di Mussolini, il Campo dei Tornei venne trasformato in un campo da tennis, e al posto di un laghetto fu creato un galoppatoio.

Per proteggersi dai bombardamenti della guerra Mussolini fece costruire a Villa Torlonia due rifugi antiaerei e antigas (uno nelle cantine dei Torlonia poste nel parco, e uno nei sotterranei del Casino Nobile), e un bunker mai terminato.

rifugio antiaereo e antigas
porta del rifugio antiaereo e antigas


bunker di Mussolini
Nei sotterranei del Casino Nobile è venuto alla luce anche un colombario del II secolo a.C., e tre sepolture singole con gli scheletri di una donna, un uomo e un bambino.

sepoltura romana (II sec.)
Nel frattempo Giovanni Torlonia morì celibe nel 1938 senza lasciare eredi.
La Casina delle Civette divenne la residenza di Vittorio, figlio di Mussolini.
Il Casino dei Principi ospitò la vedova di Bruno, un altro figlio di Mussolini, deceduto in una missione aerea.

Nel giugno del 1944 la villa venne occupata dalle truppe anglo-americane che vi rimasero fino al 1947, arrecando gravi danni al parco e agli edifici: Costruirono tramezzi, giocarono a freccette sulle pareti affrescate, coprirono di smalto verde alcune porte.
Inoltre l'Arancera fu utilizzata come officina per la riparazione degli autocarri.
Altre testimonianze della presenza degli alleati si trovano all'ultimo piano del Casino Nobile : sulle pareti vi sono disegni a tempera di danzatrici e musicisti tra palme e uccelli variopinti. 

sala con graffiti nel Casino Nobile
graffito delle truppe anglo-americane
graffito delle truppe anglo-americane


graffito delle truppe anglo-americane
graffito delle truppe anglo-americane
Nel 1978 il Comune di Roma, per volere dell'allora sindaco e critico d'arte Giulio Carlo Argan, acquistò la villa per aprirla l'anno successivo come parco pubblico.

Dopo anni di abbandono degli edifici che componevano la tenuta dei Torlonia, tutta la villa versava in pessime condizioni.

Dopo i singoli restauri della Casina delle Civette (con l'allestimento del Museo della Vetrata artistica), del Casino Nobile (con il Museo della Villa e il Museo della Scuola Romana), del Casino dei Principi (con l'Archivio della Scuola Romana e con allestimenti di mostre temporanee), del Villino Rosso (che ospita l'Accademia delle Scienze di XL), delle Scuderie Vecchie (che ospitano la Bibblioteca dell'Accademia delle Scienze dei XL), della Scuderie Nuove (che ospita un centro anziani), dell'Arancera (oggi detta Limonaia che ospita un caffè-ristorante), del Villino Medievale (le cui mura ospitano Technotown, un museo per ragazzi con giochi a carattere tecnologico), del Teatro (riaperto alle rappresentazioni il 7 dicembre 2013) e della Serra Moresca (restaurata ma ancora in attesa di quale uso attribuirle), Villa Torlonia ha riacquistato gran parte del suo antico splendore ed è divenuta un punto d'incontro culturale e sociale, e di fruizione dell'area verde.

Sono anche visitabili i rifugi e il bunker incompiuto che durante la sua residenza a Villa Torlonia fece costruire Benito Mussolini (ai quali dedicherò un post a parte).
http://www.sotterraneidiroma.it/focus/bunker-mussolini

Durante i restauri del Casino Nobile nel 2006 è emersa anche la cosiddetta Finta Tomba Etrusca, una sala ipogea a cupola progettata circa cento cinquant'anni fa da Giovan Battista Caretti e dipinta forse da Brumidi, di enigmatica utilizzazione (forse utilizzata dal Principe Torlonia per incontri massonici), di cui si era persa memoria.
La sala, composta da circa 20m², è posta a una profondità di 2,50m, ed era raggiungibile attraverso gallerie sotterranee.
(la Finta Tomba Etrusca non è aperta al pubblico).

alberi secolari nel parco di Villa Torlonia
Il parco di Villa Torlonia, dopo anni di abbandono, di uso improprio (l'occupazione della villa da parte delle truppe anglo-americane che hanno abbattuto piante per le manovre dei loro mezzi militari, gli "orti di guerra" voluti da Rachele Mussolini,...), ha avuto bisogno di essere risistemato con l'impianto di piante e recuperato nei suoi arredi andati perduti.

parco di Villa Torlonia
Ad essere sincera, credo che molto ci sia ancora da fare, soprattutto per quel che riguarda le erbe e le piante infestanti che rischiano di ricoprire alcune strutture, e i prati che non hanno un aspetto molto curato.

Tra il Casino dei Principi, la colonna onoraria e il vicino obelisco, un gazebo è stato realizzato sul modello di uno andato perduto.

gazebo di Villa Torlonia
Quando la famiglia Torlonia abitava la villa, il parco era decorato con molte statue, provenienti dalle collezioni di altre famiglie nobili che erano state costrette a venderle (solo dalla Collezione Giustiniani provenivano 270 sculture).

Quando nell'Ottocento le famiglie aristocratiche romane e il Vaticano non poterono più investire le loro disponibilità economiche nell'arte, i Torlonia rappresentarono l'unica eccezione.

Alcune opere poi vennero alla luce negli scavi archeologici condotti nelle loro proprietà, come nella Villa dei Quintili sull'Appia Antica o Vulci (Tomba François).

Le statue che decoravano il parco sono andate in parte perse e in piccola parte sono presenti ancora in sito.

vaso a tazza 
statua colossale di Cerere






















Altre sono conservate nelle sale del Casino Nobile.

Athena Parthénos (II/III sec.d.C. - restaurata da B.Cavaceppi - posta nei pressi dei Propilei della villa)
statua del tipo della Grande Ercolanese o Cerere (II sec.d.C. - restaurata da b.Cavaceppi - era nei pressi delle Nuove Scuderie)
Diana cacciatrice (XIX sec. - Scuola di B.Thorvaldsen - era tra il Casino dei Principi e le Scuderie Vecchie)
Diana Gabina (copia del XIX sec. in ghisa della cosiddetta "Diana di Gabii" - era presso il Villino Medievale)
base moderna con frammento di sarcofago antico (III sec.d.C. - dal parco)
Decorava il parco anche una uccelliera, posta lungo il perimetro del parco, tra le Finte rovine, la collinetta artificiale e la Casina delle Civette.

Uccelliera
Oggi di questo arredo ornamentale rimane qualcosa di decadente e di difficile individuazione, tra rovi infestanti...al suo interno crescono alberi e non cantano più gli uccelli.

Uccelliera


www.museivillatorlonia.it
Orario parco:       ottobre/marzo         7.00/19.00
                             aprile/settembre      7.00/20.30
Orari musei:         martedì/domenica   9.00/19.00
Costi:  9,50€         Casino Nobile + Casina delle Civette
           7,50€         Casino Nobile
           6€              Casina delle Civette
           4€              audioguide


CONCLUSIONI
"In capo a tutto c'è Dio, padrone del cielo, poi viene il principe Torlonia, padrone della terra. Poi vengono le guardie del principe, poi vengono i cani delle guardie del principe. Poi il nulla, poi ancora il nulla, poi vengono i cafoni."
(da "Fontamara" di Ignazio Silone)
...e se visitando Villa Torlonia ancora oggi, nonostante le demolizioni, le incurie, gli abbandoni e le devastazioni degli ultimi anni, ci stupiamo della bellezza e magnificenza che poteva esprimere questa villa nei secoli passati, possiamo benissimo pensare che nell'immaginario collettivo, fino a pochi anni fa, questa famiglia, "divenuta" nobile, abbia da sempre rappresentato ricchezza e potere.
Speriamo di poter continuare a godere anche in futuro, noi semplici mortali, di quello che i principi fecero, e di vedere aperti al pubblico quegli edifici, che restaurati già da tempo, rischiano di cadere di nuovo nell'abbandono.