domenica 24 luglio 2016

Roma: la Basilica di Santa Maria del Popolo, uno scrigno di tesori


In Piazza del Popolo, adiacente alle Mura Aureliane e a Porta Flaminia, si trova una delle chiese più belle di Roma: la Basilica di Santa Maria del Popolo.

facciata della Basilica di Santa Maria del Popolo e Porta Flaminia
La chiesa sorge dove in epoca romana vi erano i sepolcri dei Domizi Enobarbi, la gens a cui apparteneva l'imperatore Lucio Domizio Enobarbo, ovvero Nerone.
Secondo Svetonio le ceneri di Nerone era state qui sepolte in un'urna di porfido.
Si credeva che questo luogo fosse infestato dai demoni che si palesavano sotto forma di corvi e che lo spirito di Nerone qui vagasse la notte.

Si raccontava che sopra il sepolcro di Nerone fosse cresciuto un pioppo, in latino populus.

Per esorcizzare queste credenze, Papa Pasquale II nel 1099 decise, anche come ringraziamento per la conquista di Gerusalemme nella Prima Crociata, di tagliare il pioppo, disperdere le ceneri dell'imperatore nel Tevere, distruggere il sepolcro e di erigere al suo posto una piccola chiesa dedicata alla Madre di Dio e degli uomini, la Madonna del Popolo.

Nel 1227 Papa Gregorio IX consacrò una nuova chiesa costruita in stile gotico e trasferendo qui dal Laterano un'icona bizantina (1231).
Rimane di quell'epoca il campanile in stile tardo gotico, con pinnacoli agli angoli e cuspide conica rivestita in cotto.

campanile della Basilica di Santa Maria del Popolo
Si deve a Papa Sisto IV Della Rovere l'attuale chiesa.
Fu infatti realizzata nel 1477 la nuova facciata da Baccio Pontelli e da Meo di Caprina (come riporta il Vasari), o come alcuni ritengono più probabilmente da Andrea Bregno.

Sisto V annovera la Basilica Santa Maria del Popolo tra le sette chiese da visitare nell'Anno Santo del 1625 per ottenere le indulgenze, al posto della Chiesa di S.Sebastiano, perché in quell'anno era scoppiata un'epidemia fuori le mura, dove la chiesa si trovava.

Fu poi Papa Alessandro VII Chigi ad assegnare a Gian Lorenzo Bernini il compito di rimodernare la chiesa.

facciata della Basilica di Santa Maria del Popolo
La facciata, preceduta da una scalinata che aveva la funzione di proteggere la chiesa dagli allagamenti del Tevere, era stata costruita con lastre di travertino provenienti da altri antichi edifici.
I due ordini della facciata decorati con lesene, terminavano con un timpano triangolare con stemma di Sisto IV.

Bernini eliminò le bifore della facciata e gli elementi interni del rosone centrale, per dare più luce all'interno della chiesa.
Aggiunse i mezzi timpani curvi in corrispondenza delle navate laterali e ghirlande floreali.
Furono messi a coronare il timpano i monti e le stelle, simboli araldici della famiglia Chigi alla quale il Papa apparteneva, e ai lati due candelabre.

La facciata presenta tre portali: quello centrale  è sormontato da una lunetta nella quale è rappresentata una Madonna col Bambino, opera della bottega di Andrea Bregno,

L'interno della chiesa è a croce latina, a tre navate, con quella centrale più alta rispetto a quelle laterali.

navate della Basilica di Santa Maria del Popolo
Dividono le navate pilastri con grandi arcate, quattro per ogni lato della navata centrale.
Ogni pilastro ha quattro semicolonne composite in blocchi di travertino.

Durante il rifacimento settecentesco della chiesa attuato dal Bernini, le arcate, i pilastri e le semicolonne furono coperti da intonaco (rimosso poi da Antonio Munoz nel XX secolo), ad imitare marmo venato grigio.

Inoltre venne aggiunta una cornice aggettante con coppie di statue in stucco di Sante realizzate da artisti vicini al Bernini, tra i quali Ercole Ferrata e Antonio Raggi.
 
soprarchi della navata centrale con statue di Sante
soprarchi della navata centrale con statue di Sante
soprarchi della navata centrale con statue di Sante
Le navate laterali hanno volte a crociera.
In ognuna delle due navate laterali si trovano quattro cappelle.

navata laterale sinistra
Navata laterale destra:

La prima cappella della navata destra è chiamata Cappella Della Rovere o Cappella del Presepio o Cappella di S.Girolamo.

Cappella della Rovere
La cappella è a pianta esagonale con volta stellata e costolonata.
La balconata marmorea che la chiude è opera di Andrea Bregno e forse di Giovanni Dalmata.
 
Cappella della Rovere
La decorazione pittorica venne commissionata nel XV secolo da Domenico Della Rovere al Pinturicchio che dipinse la Natività con S.Girolamo per l'altare e le lunette con affreschi della Vita di S.Girolamo nei sei spicchi della volta (Tiberio d'Assisi lo aiutò probabilmente nell'opera delle lunette).
Forse la figura in secondo piano sulla sinistra della Natività con S.Girolamo è un autoritratto di Pinturicchio.
La cornice a candelabri e tralci di rovere che circonda l'opera è in marmo.

Natività con S.Girolamo (Pinturicchio - XV sec.)
lunette della volta: scene della Vita di S.Girolamo (Pinturicchio - XV sec.)
Sulla parete sinistra si trova il monumento sepolcrale dei cardinali Domenico Della Rovere e del fratello Cristoforo, opera di Andrea Bregno, con Madonna nella lunetta attribuita a Mino da Fiesole.

monumento sepolcrale dei cardinali Domenico e Cristoforo Della Rovere (Andrea Bregno - XV sec.)
lunetta: Madonna (attr. Mino daFiesole)
Sulla parete destra della cappella si trova invece il monumento funebre del cardinale Giovanni de Castro attribuito a Francesco da Sangallo (XVI secolo), che un tempo si trovava nella controfacciata.
Le statue ai lati del sarcofago rappresentano la Giustizia e la Carità.

monumento funebre del cardinale Giovanni de Castro (attr. Francesco da Sangallo - XVI sec.)
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La seconda cappella della navata destra è la Cappella Cybo, dedicata a S.Lorenzo.

Cappella Cybo
Originariamente fu decorata dal Pinturicchio nel XV secolo, ma venne poi ampliata nel 1680 dall'architetto Carlo Fontana (allievo del Bernini), per il cardinale Alderano Cybo.

La cappella ha una pianta a croce greca ed è decorata con marmi rari verdi e neri.
Le sedici colonne in diaspro di Sicilia hanno capitelli e basi in marmo bianco.

decorazione marmorea della Cappella Cybo
La cupola con la raffigurazione dell'Eterno in gloria è stata affrescata da Luigi Garzi.

cupola: l'Eterno in gloria (Luigi Garzi)
Francesco Cavallini eseguì i monumenti funebri dei cardinali Lorenzo e  Alderano Cybo.

monumento funebre del cardinale Alderano Cybo (Francesco Cavallini - XVII sec.)
monumento funebre del cardinale Lorenzo Cybo (Francesco Cavallini - XVII sec.)
Le due tele che si trovano nel vestibolo furono dipinte da Daniele Seyter: Martirio di S.Lorenzo e Martirio di S.Caterina. (XVII secolo)

Martirio di S.Lorenzo (Daniele Seyter - XVII sec.)
Martirio di S.Caterina (Daniele Seyter - XVII sec.)
Carlo Maratta dipinse ad olio su pietra la pala d'altare dell'Immacolata Concezione e Santi (1686).

Immacolata Concezione e Santi (1686 Carlo Maratta)
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La terza cappella della navata destra è la Cappella Basso Della Rovere, dedicata a S.Agostino.

Cappella Basso Della Rovere
Il cardinale Girolamo Basso Della Rovere (nipote di Papa Sisto IV) la fece affrescare da collaboratori del Pinturicchio nel 1484 e vi fece porre una balaustra marmorea.

Nella parte bassa delle pareti vi è un fregio monocromo illusivo realizzato da Jacopo Ripanda (XV secolo).
Il fregio fu restaurato da Vincenzo Camuccini nell'Ottocento.
 
Sugli schienali di finti sedili sono rappresentati la Disputa di S.Agostino con i pagani, il Martirio di S.Pietro, il Martirio di S.Caterina d'Alessandria e la Decollazione di S.Paolo.

fregio monocromo: Martirio di S.Pietro (Jacopo Riparda - XV sec./Vincenzo Camuccini - XIX sec.)
fregio monocromo: Disputa di S.Agostino con i pagani (Jacopo Riparda - XV sec./Vincenzo Camuccini - XIX sec.)
fregio monocromo: Martirio di S.Caterina d'Alessandria (Jacopo Riparda - XV sec./Vincenzo Camuccini - XIX sec.)
fregio monocromo: Decollazione di S.Paolo (Jacopo Riparda - XV sec./Vincenzo Camuccini - XIX sec.)
L'affresco sull'altare della Madonna col Bambino in trono e Santi e il Dio Padre benedicente della lunetta che lo sormonta, sono opera di aiuti del Pinturicchio.

Madonna col Bambino in trono e Santi (aiuti del Pinturicchio - XV sec.) - lunetta: Padre Eterno benedicente (aiuti del Pinturicchio - XV sec.)
Sulla parete sinistra è affrescata l'Assunzione della Vergine (aiuti del Pinturicchio).

Assunzione della Vergine (aiuti di Pinturicchio - XV sec.)
Nelle lunette della volta sono raffigurate le Storie della Vita di Maria: la Nascita, la Presentazione al Tempio, l'Annunciazione, lo Sposalizio e la Visitazione.

lunette della volta della cappella con Storie della Vita di Maria
In questa cappella si trova il monumento funebre del cardinale Girolamo Basso Della Rovere (scuola del Bregno).

monumento funebre del cardinal Girolamo Basso Della Rovere
particolare del monumento funebre del cardinal Girolamo Basso Della Rovere
Nella lunetta che sormonta il monumento, l'affresco che raffigura una Pietà è attribuita ad Antonio da Viterbo (detto il Pastura).

Pietà (Antonio da Viterbo)
Di Gianfranco Cristoforo Romano è invece la Pietà del gradino dell'altare.

gradino d'altare: Pietà (Gianfranco Cristoforo Romano)
Il pavimento quattrocentesco ha elementi ceramici policromi di Deruta.

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La quarta cappella della navata destra è la Cappella Costa, dedicata a S.Caterina d'Alessandria.

Cappella Costa
Inizialmente apparteneva al cardinal Domenico Della Rovere, che la cedette nel 1488 al potente cardinale Giorgio Costa.

La cappella ha una forma poligonale chiusa da una balaustra.
Le pareti sono decorate con finti pilastri con candelabre, girali e fiori dipinti.

Cappella Costa
Un artista vicino stilisticamente a Melozzo da Forlì ha affrescato le quattro lunette vicino all'altare raffigurandovi i Dottori della Chiesa: S.Ambrogio, S.Agostino, S.Girolamo e S.Gregorio Magno (XV secolo).

lunette con i Dottori della Chiesa
Sulla parete sinistra il monumento funebre del Cardinale Giorgio Costa realizzato dalla bottega di Andrea Bregno (XVI secolo), fronteggia il quattrocentesco monumento funebre di Marcantonio Albertoni (cavaliere romano), realizzato da Jacopo di Andrea da Firenze.
Sulla parete sinistra si trova anche il monumento funebre di Vincenzo Casciani opera di Luigi Poletti e Matteo Kassel (XIX secolo).

monumento funebre del Cardinale Giorgio Costa (a sinistra - bottega di Andrea Bregno - XVI sec.) e monumento di Vincenzo Casciani (a destra - Luigi Poletti e Matteo Kassel - XIX sec.)
monumento funebre di Marcantonio Alberoni (Jacopo di Andrea da Firenze - XV sec.)
L'ancona in marmo posta sopra l'altare è stata realizzata da Gian Cristoforo Romano (XV secolo).
Il trittico scolpito rappresenta Santa Caterina, S.Vincenzo e Sant'Antonio da Padova.

altare con ancona (Gian Cristoforo Romano - XV sec.) e monumento funebre del Cardinale Pietro Foscari (davanti all'altare - Giovanni di Stefano da Siena - XV sec.)
Al centro della cappella è stato posto il monumento funebre del cardinale Pietro Foscari, opera di Giovanni di Stefano da Siena in marmo e bronzo (XV secolo), originariamente collocato nella scomparsa Cappella Foscari, che si trovava vicino al presbiterio.

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Navata laterale sinistra:

La prima cappella della navata sinistra è la Cappella Montemirabile o Battistero, dedicata a S.Giovanni Battista.

Cappella Montemirabile/Battistero
Prende il nome dal vescovo che fece erigere qui la sua sepoltura nel XV secolo.
Divenne poi nel 1561 il Battistero della chiesa.

La tela sull'altare rappresenta il Battesimo di Gesù, opera di Pasquale Rossi (XVIII secolo).

Battesimo di Gesù (Pasquale Rossi - XVIII sec.)
Le due edicole poste ai lati dell'altare sono l'Edicola dell'Olio Santo e l'Edicola del Fonte Battesimale.
Le statue nelle nicchie facevano parte dell'altare maggiore primitivo quattrocentesco di Andrea Bregno, assemblate qui con elementi del XVII secolo.

Edicola dell'Olio Santo, altare e Edicola del Fonte Battesimale
Sulla parete sinistra vi è il monumento funebre del Cardinal Antoniotto Pallavicini opera della bottega di Andrea del Bregno (XVI secolo).
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La seconda cappella dell navata sinistra è una delle più belle della chiesa, è la Cappella Chigi.

Cappella Chigi
Fu concessa al banchiere fiorentino Agostino Chigi da Papa Giulio II Della Rovere.
Fu progettata da Raffaello (1513).
Morto Raffaello, continuò i lavori il Lorenzetto.

La cappella è a pianta centrale.
I cartoni per i mosaici della cupola a cassettoni dorati furono disegnati da Raffaello e i mosaici vennero realizzati da Luigi Pace (1516).

cupola della Cappella Chigi
Nei mosaici vi sono rappresentati Dio Padre creatore del firmamento e i Simboli del Sole e dei Sette Pianeti.
I pianeti sono rappresentati da divinità pagane accompagnate ognuna da un angelo. 

cupola: Dio Padre creatore del firmamento (1516 Luigi Pace - su disegni di Raffaello)
cupola: Simboli dei Sette Pianeti e del Sole (1516 Luigi Pace - su disegni di Raffaello)
cupola: Simboli dei Sette Pianeti e del Sole (1516 Luigi Pace - su disegni di Raffaello)
cupola: Simboli dei Sette Pianeti e del Sole (1516 Luigi Pace - su disegni di Raffaello)
cupola: Simboli dei Sette Pianeti e del Sole (1516 Luigi Pace - su disegni di Raffaello)
cupola: Simboli dei Sette Pianeti e del Sole (1516 Luigi Pace - su disegni di Raffaello)
Nel tamburo Francesco Salviati ha realizzato la Creazione e il Peccato Originale (XVI secolo).
Sempre di Francesco Salviati sono le Allegorie delle Stagioni dipinte nei tondi dei pennacoli.

affreschi dei pennacoli e del tamburo della cupola (XVI sec. - Francesco Salviati)
I disegni per le tombe a piramide di Agostino Chigi e del fratello Sigismondo sono di Raffaello.
Vennero realizzate dal Lorenzetto, da Raffaello da Montelupo e poi dal Bernini (a cui si deve la particolare forma a piramide).

monumento funebre di Agostino Chigi e nella lunetta Aronne (1653 Raffaello Vanni)
monumento funebre di Sigismondo Chigi e nella lunetta Davide (1653 Raffaello Vanni)
Nella lunetta della parete sinistra (sopra il monumento funerario di Sigismondo Chigi), Raffaello Vanni ha rappresentato Davide, mentre nella lunetta della parete destra (sopra al monumento funebre di Agostino Chigi), lo stesso autore ha dipinto Aronne (1653).

Sebastiano del Piombo è l'artista che, con la tecnica di dipingere ad olio su peperino, ha realizzato sull'altare la Nascita della Vergine (XVI secolo).
A portare a termine l'opera fu poi Francesco Salviati.

Nascita della Vergine (XVI sec. - Sebastiano del Piombo/Francesco Salviati)
Il palliotto in bronzo dell'altare con la raffigurazione di Cristo e la Samaritana è stato eseguito dal Lorenzetto (1522).

paliotto: Cristo e la Samaritana (1522 Lorenzetto)
Per volere di Papa Alessandro VII Chigi (pronipote di Agostino Chigi), tra il 1652 e il 1656 intervenne a terminare i lavori Gian Lorenzo Bernini .

Le statue dei Profeti della Resurrezione occupano le quattro nicchie della cappella: Giona che esce dalla balena di Lorenzetto (1520 su disegno di Raffaello), il Profeta Elia di Lorenzetto, portato a termine da Raffaello da Montelupo (1552), Abacus e l'Angelo  e Daniele nella fossa de leoni del Bernini (1656/1661).

Profeta Elia (1552 Lorenzetto/Raffaello da Montelupo)
Giona che esce dalla balena (1520 Lorenzetto)
Abacuc e l'Angelo (Bernini)
Daniele nella fossa dei leoni (Bernini)
Al centro del pavimento vi è un disco ad intarsio marmoreo (eseguito forse su disegno del Bernini), che raffigura la Morte alata che sostiene lo stemma dei Chigi.
Nelle lettere maiuscole della scritta che l'accompagna "Mors.aD.CaeLos" è celata una data in numeri romani: MDCL, 1650 anno giubilare nel quale venne realizzato l'intarsio.

disco ad intarsio marmoreo: la Morte alata
La Cappella Chigi è stata citata nel famoso libro di Dan Brown Angeli e Demoni (da cui è stato tratto anche un film), rappresentando un indizio nella soluzione del giallo.

Nella navata, al di fuori della cappella si trova il monumento funebre di Maria Flaminia Odescalchi (moglie di Ferdinando Chigi), che morì a vent'anni dando alla luce il terzo figlio.
L'opera è di Paolo Posi(1771).

monumento funebre di Maria Flaminia Odescalchi
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La terza cappella della navata sinistra è la Cappella Mellini, dedicata a S.Nicola da Tolentino.

Cappella Mellini
La pala d'altare raffigura la Vergine col Bambino, S.Agostino e S.Nicola da Tolentino, opera di Agostino Masucci (XVIII secolo).

La volta con le Storie della Vita di S.Nicola da Tolentino e le lunette con le Virtù Cardinali sono state affrescate da Giovanni Mannozzi da S.Giovanni (XVII secolo).

volta: Storie della Vita di S.Nicola da Tolentino (XVII sec. - Giovanni Mannozzi da S.Giovanni ) - lunette: Virtù Cardinali (XVII sec. - Giovanni Mannozzi da S.Giovanni )
Si trovano qui alcune sepolture dei membri della nobile famiglia romana dei Mellini.
I monumenti sepolcrali quattrocenteschi di Pietro Mellini, grande giurista e grande collezionista d'arte, e di suo fratello Giovanni Battista, furono inglobati in strutture successive.

Il busto del Cardinale Giovanni Garcia Mellini e il busto di Urbano Mellini sono opera di Alessandro Algardi (XVII secolo).

monumento funebre del Cardinale Giovanni Garcia Mellini (a sinistra - XVII sec. - Alessandro Algardi) e busto di Urbano Mellini (a destra - XVII sec. - Alessandro Algardi
Il busto di Savio Mellini è invece di Pierre-Etienne Monnot, come anche i busti di Pietro Mellini e del Cardinale Paolo Antonio Mellini (XVIII secolo).
Il monumento funebre di Pietro Mellini è attribuito al Dalmata ed è del XV secolo.

busto di Savio Mellini (XVIII sec. - Pierre-Etienne Mannot) / busti di Pietro Mellini e del Cardinale Paolo Antonio Mellini (XVIII sec. - Pierre-Etienne Monnot) / monumento funebre di Pietro Mellini (XV sec. - attribuito al Dalmata)
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La quarta cappella della navata sinistra è la Cappella Cybo-Soderini, dedicata al Santissimo Crocifisso.

La cappella, dopo essere stata della famiglia Cybo, passò nel XIX secolo a Lorenzo Soderini.
Sull'altare vi è posto un Crocifisso ligneo del XV secolo.

Sulla volta e sulle pareti sono stati dipinti da Pieter Van Lint le Storie della Vera Croce, Angeli e Profeti (XVII secolo).

Storie della Vera Croce (XVII sec.  Pieter Van Lint)
Storie della Vera Croce (XVII sec.  Pieter Van Lint)
volata: Storie della Vera Croce, Angeli e Profeti (XVII sec.  Pieter Van Lint)
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Il transetto, rinnovato dal Bernini, ha due absidi con ognuna un altare, due cappelle e una cantoria (realizzata da Antonio Raggi), con angelo e putto reggistemma di Papa Alessandro VII in stucco.
Prima dell'intervento del Bernini, al posto delle attuali quattro cappelle, nel transetto vi erano solo due cappelle laterali all'altare maggiore.

Angelo e putto reggistemma del transetto destro (dis.Bernini)
I due grandi organi (oggi ne rimane uno solo) furono realizzati su disegno del Bernini, con canne avvolte dai rami di rovere dello stemma di Papa Giulio II.

cantoria del transetto destro con organo a canne con rami di rovere (XVII sec. - Antonio Raggi su dis.Bernini), Angelo e putto reggistemma di Papa Alessandro VII Chigi
cantoria del transetto sinistro (XVII sec. - Antonio Raggi su dis.Bernini), Angelo e putto reggistemma di Papa Alessandro VII Chigi
Fino al XVI secolo nel transetto vi erano anche due tele di Raffaello: il Ritratto di Giulio II (oggi alla National Gallery di Londra) e la Madonna del Velo o Madonna di Loreto (oggi al Musée Condé di Chantilly).
Le due tele furono vendute dai frati nel 1591al Cardinale Paolo Emilio Sfondrato.

Nel transetto destro si trova un altare disegnato dal Bernini, con cornice e Angeli realizzati da Ercole Ferrata (a destra) e da Arrigo Giardè (a sinistra).
La pala d'altare di Giovanni Maria Morandi (XVII secolo), rappresenta la Visitazione.

transetto destro
altare transetto destro (dis.Bernini - angelo a destra di Ercole Ferrata - Angelo a sinistra di Arrigo Giardè):Visitazione (XVII sec. - Giovanni Maria Morandi)
Sulla parete destra si trova il monumento funebre del Cardinale Ludovico Podocataro.
Il Cardinale era il medico di Papa Innocenzo VIII Cybo, era il Rettore dell'Università di Padova e fu anche segretario di Papa Alessandro VI Borgia.

Il monumento, opera della bottega di Andrea Bregno, è composto dal sarcofago sul quale è ritratto il Cardinale disteso, attorniato dalle Allegorie di Giustizia, Fede, Speranza e Carità.
Il tutto è racchiuso in un'architettura a timpano.
Sotto un'iscrizione vi è un bassorilievo con una Pietà.

monumento funebre del Cardinale Ludovico Podocataro: Pietà (XV sec. - bottega di Andrea Bregno)
Le due cappelle che si trovano nel transetto destro sono la Cappella di Santa Rita da Cascia e la Cappella Feoli.
Furono costruite durante il riassetto voluto da Papa Alessandro VII.

Cappelle del transetto destro
La cappella di destra è la Cappella di S.Rita da Cascia , dedicata a S.Rita solo nel 1901.

Cappella di S.Rita da Cascia
Sono conservati in questa cappella i resti mortali di alcuni membri della famiglia Cicada, che occuparono la Cappella Cybo sino all'intervento dell'architetto Carlo Fontana.
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La cappella di sinistra del transetto destro è la Cappella Feoli, dedicata a Tommaso da Villanova.

Cappella Feoli
Originariamente qui si trovava un sacello dedicato a S.Lucia dove vennero conservate le memorie funerarie dei Borgia (Vannozza Cattanei e suo figlio Giovanni, uno dei quattro avuti da Papa Alessandro VI Borgia), andate disperse. 

La volta è stata decorata con lo Spirito Santo e i Quattro Evangelisti da Casimiro de Rossi nel XIX secolo, dopo essere stata restaurata da Pietro Feoli.

La tela che sull'altare rappresenta S.Tommaso da Villanova è un'opera di Casimiro de Rossi (XVII secolo).

S.Tommaso da Villanova (XVII sec. - Casimiro de Rossi)
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Gli Angeli dell'altare del transetto sinistro (anche questo realizzato su disegno del Bernini), sono opera di Antonio Raggi (quello di destra) e Giovanni Antonio Mari (quello di sinistra).

Sopra l'altare si trova la pala di Bernardino Mei che rappresenta la Sacra Famiglia con Angeli e strumenti della Passione (XVII secolo).

Sacra Famiglia e Angeli con gli strumenti della Passione (XVII sec. - Bernardino Mei)

In questo braccio del transetto si trova, sulla parete sinistra, il monumento funebre del Cardinale Bernardino Lonati della scuola del Bregno (1500).

Le due cappelle del transetto sinistro sono la Cappella Cerasi e la Cappella Theodoli.

Cappella Theodoli e Cappella Cerasi

La cappella più vicina all'altare maggiore è la Cappella Cerasi, dedicata alla Vergine e ai Santi Pietro e Paolo.

Cappella Cerasi
La cappella era appartenuta al Cardinale Pietro Foscari, sepolto qui fino al XVI secolo in un sarcofago marmoreo con statua bronzea, prima di essere spostato nella Cappella Costa della navata destra.

Questa bellissima cappella ha visto all'opera tre grandi artisti del Seicento: Annibale Carracci e Caravaggio che si occuparono della decorazione pittorica, e Carlo Maderno, che si occupò della realizzazione architettonica.

L'Assunzione della Vergine posta sopra l'altare è opera di Annibale Carracci (1601).

Assunzione della Vergine (1601 - Annibale Carracci)
 Caravaggio ha dipinto per questa cappella due delle sue opere più note: la Conversione di Saulo (1601) e la Crocifissione di S.Pietro (1601).

Conversione di Saulo (1601 - Caravaggio)
Crocifissione di S.Pietro (1601 - Caravaggio)
Le opere gli furono commissionate dal Cardinale  Tiberio Cerasi, tesoriere di Papa Clemente VIII.
Morto il Cardinale, gli esecutori testamentari non furono soddisfatti del lavoro del Caravaggio che dovette dipingere altre due nuove tele: la prima Crocifissione di S.Pietro andò perduta, mentre la prima Conversione di Saulo è andata a far parte della Collezione Odescalchi.
Ma forse fu lo stesso Caravaggio a voler ridipingere le tele.

La cappella fu affrescata da Giovan Battista Ricci e da Innocenzo Tacconi su disegno di Annibale Carracci.
Nella volta sono stati dipinti da Innocenzo Tacconi l'Incoronazione della Vergine (al centro) e le Visioni dei Santi Pietro e Paolo (ai lati).

volta della cappella: Incoronazione della Vergine e Visioni dei Santi Pietro e Paolo (XVII sec. - Innocenzo Tacconi)
Nella volta dell'atrio della cappella Giovan Battista Ricci ha dipinto lo Spirito Santo e gli Evangelisti, mentre nelle lunette i Dottori della Chiesa.

volta dell'atrio della cappella: Spirito Santo e gli Evangelisti (XVII sec. - G.B.Ricci)
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L'altra cappella del transetto sinistro è la Cappella Theodoli, dedicata a S.Caterina e a S.Girolamo.

Cappella Theodoli
Giulio Mazzoni è l'autore della statua di S.Caterina posta sull'altare (XVII secolo).

S.Caterina (XVII sec. - Giulio Mazzoni)
Le pareti e la volta sono sempre state affrescate da Giulio Mazzoni (XVII secolo).
Vi sono rappresentati Dio Padre, gli Evangelisti, Storie di S.Girolamo e di Santa Caterina d'Alessandria.

volta della cappella: Dio Padre, Evangelisti, Storie di S.Girolamo e di Santa Caterina d'Alessandria (XVII sec. - Giulio Mazzoni)
Giacomo Triga ha realizzato invece l'Arcangelo Gabriele e la Vergine Annunciata posti ai lati dell'ingresso della cappella (XVIII secolo).

Vergine Annunciata (XVIII sec. - Giacomo Triga)
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Il quattrocentesco presbiterio venne modificato da Donato Bramante nel Cinquecento per volere di Alessandro VI Borgia.

presbiterio e coro
Bramante allungò l'abside a conchiglia creando un coro quadrangolare e un arcone a lacunari.
La volta a crociera venne trasformata in una volta a vela.

Papa Giulio II Della Rovere fece del coro la cappella della sua famiglia.

Venne affrescata la volta dal Pinturicchio (1508/1509) con una tecnica che simula il mosaico.

volta a vela del coro
Vennero raffigurati Evangelisti e Sibille separati da grottesche negli scomparti che contornano l'Incoronazione della Vergine dipinta dentro un clipeo.
In corrispondenza dei pinnacoli, sono raffigurati entro clipei i Dottori della Chiesa, seduti su troni in edicole architettoniche.

Le originali finestre del coro furono ampliate dal Bramante con due serliane.
Le vetrate figurate delle finestre sono opera di Guillaume de Marcillat, con l'apporto esecutivo di Maestro Claudio.
Sono state forse eseguite su disegno del Bramante.

Nelle vetrate sono raffigurati gli episodi della Storie della Vita della Vergine (Natalità della Vergine, Presentazione al Tempio, Sposalizio della Vergine, Annunciazione, Visitazione e Incontro alla Porta Aurea) e Storie dell'infanzia di Gesù (Natività, Adorazione dei Pastori, Adorazione dei Magi, Circoncisione, Fuga in Egitto, Disputa coi Dottori).

Nell'arco della serliana è rappresentato lo stemma di Giulio II.


serliana del coro
serliana del coro


































Sulle pareti laterali vennero sistemati il monumento sepolcrale del Cardinale Ascanio Sforza (fratello di Ludovico il Moro), e il monumento sepolcrale del Cardinale Antonio Basso Della Rovere (parente del Papa Giulio II Della Rovere)
I due monumenti furono realizzati dal Sansovino (1505/1507).

Per volere del Cardinale Antonio Sauli nel 1627 venne modificato l'assetto del presbiterio: venne infatti sostituito con un nuovo e più grande altare in marmo (arretrato rispetto al precedente), quello quattrocentesco di Andrea Bregno, oggi conservato nella Sacrestia.

Il nuovo altare maggiore seicentesco oscura in parte la visuale del coro.
L'altare è composto da quattro colonne in marmo nero, sormontate da un timpano sulla cui sommità si trovano due angeli in stucco.

altare maggiore (XVII sec.)
timpano dell'altare maggiore con angeli in stucco
Al centro dell'altare vi è la Madonna del Popolo col Bambino benedicente, l'icona del XIII secolo attribuita al Maestro di S.Saba, la tavoletta in legno dipinta su fondo oro, traslata qui da Papa Gregorio IX dalla Cappella del Salvatore in Laterano.
La tradizione popolare la vorrebbe dipinta da S.Luca, il primo ritrattista della Vergine.

Madonna del Popolo col Bambino benedicente (XIII sec. - attr. al Maestro di S.Saba)
Davanti all'altare maggiore si trova oggi l'opera in ferro, bronzo e travertino di Alfiero Nena Cristo Lux Mondi (1990).

Cristo Lux Mondi (1990 - Alfiero Nena)

E' stata sempre voluta dal Cardinale Sauli la decorazione in stucco dorato dell'arcone d'ingresso al coro con la Leggenda della fondazione della chiesa.

stucchi dorati dell'arcone del coro: Leggenda della fondazione della chiesa

Alla destra dell'altare del braccio destro del transetto si può accedere al corridoio che conduce alla Sacrestia.

Lungo il corridoio sono stati sistemati  alcuni monumenti funebri ed elementi marmorei che provengono dalla chiesa e dal convento demolito.

Trittico marmoreo con Sant'Agostino, la Vergine e Santa Caterina d'Alessandria (attribuito alla bottega del Bregno)
particolare del Trittico marmoreo con Sant'Agostino, la Vergine e Santa Caterina d'Alessandria (attribuito alla bottega del Bregno)
monumento funebre dei pittori fratelli Alessandro, Giovanni e Cherubino Alberti (XVI sec.)
monumento funebre del Cardinale Carlo Traversari (XVI sec.)
Nella Sacrestia è stato posto l'altare maggiore quattrocentesco di Andrea Bregno, fatto costruire nel 1473 dal Cardinale Rodrigo Borgia, futuro Papa Alessandro VI.

Sacrestia della Basilica di Santa Maria del Popolo
Un'iscrizione riporta il nome dell'autore e la data dell'esecuzione, ricordando che il figlio di 7 anni del Bregno perse la vita cadendo dai ponteggi della costruzione dell'altare.

altare di Andrea Bregno con Vergine col Bambino (Leonardo Besozzo - XV sec.)
Dove era posizionata la Madonna del Popolo (oggi nell'altare maggiore che ha sostituito questo), vi è ora Vergine col Bambino di Leonardo di Besozzo (XV secolo).

Sulle pareti laterali della Sacrestia vi sono due monumenti funebri: la Tomba di Giovanni Ortiega Gomiel (attr. al Bregno - XV secolo), arcivescovo di Burgos, e
la Tomba di Pietro Gugliemo Rocca, vescovo di Salerno (bottega del Bregno - XV secolo).

Tomba di Pietro Guglielmo Rocca (bottega del Bregno - XV sec.)
Tomba del Cardinale Giovanni Ortega Gomiel (attr.Bregno - XV sec.)
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All'intersezione tra il transetto e la navata centrale si trova la cupola quattrocentesca a padiglione, la prima di forma ottagonale costruita a Roma.

cupola e affresco Gloria della Vergine (Raffaello Vannni - XVII sec)
La cupola si erge su un tamburo ottagonale traforato da finestre.
Nella cupola è stata dipinta la Gloria della Vergine da Raffaello Vanni (XVII secolo).

Gli affreschi sui pinnacoli con Eroine bibbliche, commissionati da Papa Alessandro VII, sono opera di Raffaello Vanni (XVII secolo).

Eroine bibbliche (XVII sec. - Raffaello Vanni)
Eroine bibbliche  (XVII sec. - Raffaello Vanni )


Eroine bibbliche  (XVII sec. - Raffaello Vanni)

Eroine bibbliche  (XVII sec. - Raffaello Vanni)
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Sulla controfacciata vi sono in alto due Angeli disegnati dal Bernini.

controfacciata con Angeli (dis.Bernini)
Come subito si nota la chiesa è ricca di tombe e monumenti sepolcrali.
Sul pavimento vi sono lastre sepolcrali medievali e rinascimentali.

Eccone alcune tra quelle che non hanno trovato collacazione all'interno delle cappelle...

Entrando nella chiesa, sul lato sinistro della controfacciata, si trova la tomba di Maria Eleonora Boncompagni Ludovisi, principessa di Piombino.

tomba di Maria Eleonora Boncmpagni Ludovisi
Il monumento si presenta come una lastra di marmo policromo in cui si notano un teschio alato e il drago alato, simbolo della famiglia Boncompagni-Ludovisi.

Ma soprattuto è il vicino monumento sepolcrale che attira l'attenzione per il suo gusto "macrabo": è la tomba di Giovan Battista Gisleni, architetto, scenografo e musicita che morì nel 1672, del quale il monumento mostra il ritratto in rilievo.

tomba di Giovan Battista Gisleni (XVII sec.)
Dietro una grata viene imprigionato uno scheletro in marmo giallo avvolto in un sudario bianco.
Nella parte alta del monumento è scritto in latino "NEQUE HIC VIVUUS", mentre nella parte bassa si legge "NEQUE ILLIC MORTUUS".
La traduzione suona così: "Nè qui vivo, nè là morto", nel senso che non si vive a pieno perché si ha la consapevolezza di dover morire, e non si muore completamente se si spera in un'altra vita.

Completano il monumento lo stemma dei Chigi e i motti racchiusi in due tondi che lo fiancheggiano, che in latino dicono:  "IN NIDULO MEO MORIAM" e "UT PHOENIX MULTIPLICABO DIES" (morirò nel mio nido /come la fenice moltiplicherò i giorni).

Nella navata sinistra si trova il monumento funerario di Agostino Chigi, opera in marmo di Adolfo Apolloni (1915), decorato con le personificazioni della vita terrena e della vita eterna, a fianco dell'iscrizione dedicatoria.

monumento funerario di Agostino Chigi (XIX sec. - Adolfo Apolloni)
particolare del monumento funerario di Agostino Chigi (XIX sec. - Adolfo Apolloni)
Il convento della Basilica di Santa Maria del Popolo, nel quale ha soggornato anche Martin Lutero, si articolava originariamente intorno a due chiostri: il chiostro quattrocentesco era stato affrescato dal Pinturicchio.
Nel 1800 l'antico convento venne distrutto per realizzare l'attuale Piazza del Popolo da Giuseppe Valadier, che costruì anche il nuovo convento.


Orario: feriali   7.15/12.30   16.00/19.00
             venerdì/sabato          7.30/19.00
             festivi   7.30/13.30   16.30/19.30


CONCLUSIONI
La Basilica di Santa Maria del Popolo è un gioiello rinascimentale, dove gli elementi dell'epoca barocca apportati dal grande genio che è stato il Bernini, si sono coniugati armoniosamente con lo stile originario cistercense.
Forse più di altre chiese questa basilica possiede un gran numero di monumenti sepolcrali, anche questi veri capolavori d'arte delle diverse epoche.
Sicuramente la visita della basilica richiede una certa attenzione, per non farsi sfuggire ogni piccolo particolare, che la rende unica dal punto di vista artistico.