domenica 20 novembre 2016

La Basilica di S.Maria sopra Minerva, raro esempio di stile gotico a Roma


La Basilica di S.Maria sopra Minerva si trova a Roma nel Rione Pigna, molto vicina al Pantheon e ai resti di alcuni edifici civili e di culto dell'antica città.

Il toponimo "Minervum" da cui prende il nome la basilica deriva dalla presenza nell'area in epoca romana del Tempio di Minerva Chalcidica, costruito da Domiziano, sul quale si pensava fosse stata costruito un oratorio cristiano dedicato alla Vergine nell'VIII secolo.
In questa zona di Roma vi erano anche altri due templi: l'Iseum dedicato ad Iside (posto dove si trova la Chiesa di S.Stefano in Cacco) e il Serapeum dedicato a Serapide, ma in realtà la basilica si trova nell'area occupata dalla Saepta Iulia, la piazza porticata a ridosso del Pantheon, usata per le votazioni.
Come si è poi scoperto il Tempio di Minerva Chalcidica (= "Minerva Portiera"), il tempietto rotondo di cui nulla è rimasto visibile, sorgeva invece dove furono  poi costruiti la Chiesa di S.Marta (oggi sconsacrata) e il suo convento (oggi adibito a Distretto di Polizia).

L'oratorio, che corrisponderebbe nella chiesa attuale al braccio sinistro del transetto, venne in un primo tempo affidato alle suore basiliane, e successivamente nel 1275 passò ai frati predicatori, i domenicani, a quali si deve la costruzione della chiesa gotica iniziata nel 1280.
 
La costruzione della chiesa s'ispirava alla Chiesa di S.Maria Novella a Firenze, e forse fu realizzata su disegno dei frati domenicani Sisto Fiorentino e Ristoro da Campi, che progettarono la chiesa fiorentina.
La volta della navata centrale fu terminata solo nel 1453, e anche la facciata venne realizzata in questo periodo per volere di Francesco Orsini, a sue spese.

Nel '500 Baldassarre Peruzzi, Giovanni Battista da Sangallo e Antonio da Sangallo il Giovane furono impegnati nel rifacimento della Cappella del Coro, per potervi collocare le sepolture dei papi medicei Leone X e Clemente VII, che qui vennero collocati solo nel 1540.
Nel 1566 la chiesa divenne basilica minore, ma l'edificio fu terminato solo nel 1725 per volere di Benedetto XIII.

Di un ulteriore rifacimento della cappella se ne occuparono tra il 1603 e il 1616 Giovanni Fontana e Carlo Maderno.
Nel 1600 si ebbe anche un rifacimento delle cappelle del transetto, delle cappelle laterali e la riduzione a tutto sesto degli archi delle navate mediante una sovrastruttura in legno e stucchi.
Si ebbe così una trasformazione in stie barocco della chiesa ad opera del Bernini, del Baciccia e del Rinaldi.

Tra il 1848 e il 1855 si ebbe un restauro della basilica con l'eliminazione delle aggiunte barocche, sostituite da decorazioni policrome neogotiche lungo le pareti della navata centrale, del transetto e sulle volte.
Vennero rappresentati da Achille e Giuseppe Lega le figure degli Apostoli, dei Profeti e dei Dottori della Chiesa assisi in trono.

La facciata attuale della chiesa fu commissionata nel 1569 dal cardinale Antonio Barberini (fratello di papa Urbano VIII), passando da uno stile abruzzese romanico ad uno rinascimentale, ma i lavori finirono nel Settecento.

facciata della  Basilica di S.Maria sopra Minerva
Si presenta divisa in tre sezioni, separate da lesene.
Al centro si trova lo stemma di Pio V e lateralmente gli stemmi degli Orsini.
Si aprono sulla facciata tre portali del '400, sormontati da oculi.

Il portale centrale è sormontato da un timpano, mentre i portali laterali da lunette affrescate nel XIX secolo.

timpano del portale centrale con stemma di Papa Pio V
lunetta affrescata di un portale laterale: S.Domenico con Gesù Cristo
lunetta affrescata di un portale laterale: S.Domenico con la Vergine
Sulla destra della facciata si trovano delle lapidi che riportano l'altezza raggiunta dal Tevere durante le sue inondazioni (dal 1598 al 1870).

livelli delle inondazioni raggiunti dal Tevere
livelli delle inondazioni raggiunti dal Tevere
Dietro l'austerità della facciata si nasconde però la bellezza delle innumerevoli opere d'arte che la chiesa custodisce.

L'interno della chiesa, con transetto e un'abside profonda, è diviso in tre navate da dodici possenti pilastri a fascio.

interno della Basilica di S.Maria sopra Minerva
La navata centrale originariamente era coperta con capriate, che vennero sostituita da volte con la conseguente riduzione dello slancio tipico dello stile gotico.

Le sei campate hanno volte acute a crociera, decorate con il cielo empireo: stelle dorate su uno sfondo blu e raffigurazioni di Apostoli.
Nelle volte del transetto sono rappresentati gli Evangelisti (crociera) e i Dottori della Chiesa (bracci).
Nell'abside sono raffigurati i Profeti Maggiori.
I decoratori dell volte furono Bernardino Riccardi, Tommaso Greggia, Pietro Gagliardi e Raffaele Casnedi.


volte a crociera della navata centrale
particolare delle volte
particolare delle volte del transetto: Evangelisti e Dottori della Chiesa
Negli intradossi degli archi sono raffigurati Ritratti di Santi entro medaglioni, come anche sotto i rosoni della controfacciata.

Ritratti di Santi
Ritratti di Santi
I tre rosoni della facciata hanno vetrate decorate con la Madonna circondata da dodici Santi Domenicani (rosone centrale), e da angeli e stelle (rosoni laterali).

rosone centrale
rosone laterale
Altri sei rosoni, per ognuna delle due navate laterali, illuminano la chiesa, insieme ad altri due nel transetto e tre nell'abside.

uno dei rosoni della navata
Nella basilica numerose sono le opere d'arte presenti e i monumenti funebri di personaggi famosi.
Le navate laterali sono affiancate da sei cappelle barocche.

Nello spessore della facciata è stata ricavata la Cappella del Fonte Battesimale.
La cappella fu decorata e restaurata dal Raguzzini nel 1724 per commissione del Cardinale Scipione Borghese.

volta della Cappella del Fonte Battesimale
Sulla parete di fondo si trova la tela Noli me Tangere di Marcello Venusti (1576/1579). 

Noli me Tangere (Marcello Venusti - 1576/1579).
Sulla pareti destra il monumento funebre di Albano Ferragallo (autore ignoto del XVII secolo) e su quella sinistra il busto di Ladislao di Aquino (Francesco Mocchi 1621).

busto di Ladislao di Aquino (F.Mocchi 1621)
monumento funebre di Albano Ferragallo (autore ignoto del XVII secolo)
La navata laterale destra si apre inizialmente con la Cappella Caffarelli, commissionata anch'essa dal Cardinale Scipione Borghese.

Cappella Caffarelli
Sulla volta vi sono raffigurate le Scene della vita di S.Domenico (Gaspare Celio 1621), Santo al quale era originariamente dedicata la cappella. 

Sull'altare si trova la tela di S.Ludovico in estasi (Baciccio 1673), santo al quale la cappella fu ridedicata.

S.Ludovico Beltrado in estasi (Baciccio 1673)
Al centro del lunettone della parete di fondo si trova un S.Domenico (autore ignoto del XVII secolo).

S.Domenico (autore ignoto del XVII secolo)
Sulla parete sinistra l'affresco di Gaspare Celio rappresenta Cristo accoglie S.Domenico presentato dalla Vergine (1621), mentre sulla parete destra è rimasto solo un frammento di un affresco dello stesso autore.

Cristo accoglie S.Domenico presentato dalla Vergine (Gaspare Celio - 1621)
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Sulla destra della prima cappella si trova il monumento funebre di Antonio Castalio (1533).

monumento funebre di Antonio Castalio (1533)
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Sulla sinistra della cappella si trova il monumento funebre di Uberto Strozzi di Vincenzo De' Rossi da Fiesole (XVI secolo).

monumento funebre di Uberto Strozzi (Vincenzo De' Rossi da Fiesole XVI sec.)
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Sul primo pilastro della navata si trova il monumento funebre di Natale Mongardi, opera di Pietro Tenerani.

monumento funebre di Natale Mongardi (Pietro Tenerani)
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La seconda cappella è la Cappella Colonna, dedicata a S.Rosa da Lima e decorata con marmi in cui si allude alla Santa con la rappresentazione della rosa.

Cappella Colonna
Sulla volta Lazzaro Baldi ha rappresentato l'Incoronazione di S.Rosa da Lima e sui pennacchi figure allegoriche (1671).

volta: Incoronazione di S.Rosa da Lima (L.Baldi 1671)
pennacchi: figure allegoriche (L.Baldi 1671)
Sulle pareti della cappella vi sono le tele dell'Apparizione di Cristo a S.Rosa da Lima e l'Apparizione della Vergine a S.Rosa da Lima (Lazzaro Baldi 1671).

Apparizione di Cristo a S.Rosa da Lima (Lazzaro Baldi 1671)
Sull'altare una S.Rosa da Lima di Lazzaro Baldi (1668), lo stendardo della canonizzazione della Santa.

S.Rosa da Lima (L.Baldi 1668)
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Sul secondo pilastro si trova il monumento funebre del Monsignor Carlo Emanuele Vizzani, opera di Domenico Guidi (1661). 

monumento funebre del Monsignor Carlo Emanuele Vizzani (Domenico Guidi 1661)
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La terza cappella è la Cappella Gabrielli, dedicata a S.Pietro Martire.
Il sottarco (simboli degli Evangelisti, Scene allegoriche e veterotestamentarie) , i pilastri (Profeti e figure allegoriche) e la volta (Scene della vita di Cristo e i Quattro Evangelisti), sono stati decorati da Girolamo Muziano (1550).
Le lunette sono state decorate con Profeti e Sibille da Giovanni Battista Franco (detto il Samolei).

sottarco: Scene allegoriche e veterotestamentarie e simboli degli Evangelisti (Girolamo Muziano 1550)
volta: Scene della vita di Cristo e i Quattro Evangelisti (Girolamo Muziano 1550)
lunetta: Sibille (il Samolei 1550)
lunetta: Sibilla e Profetia (il Samolei 1550)
Il Samolei ha anche realizzato gli affreschi delle pareti laterali della cappella: una Resurrezione (parete destra) e un'Adorazione dei pastori (parete sinistra).

Adorazione dei pastori (il Samolei 1550)
Resurrezione (il Samolei 1550)
La tela sull'altare della Morte di S.Pietro Martire è di Bonaventura Lamberti (detto il Bolognese).

Morte di S.Pietro Martire (il Bolognese 1690/1693)
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Sul terzo pilastro è posto il monumento funebre di Alessandro Valtrino opera della scuola del Bernini (1637).

monumento funebre di Alessandro Valtrino (scuola del Bernini 1637)
Trovano posto qui anche il memoriale del pittore Bernardino Riccardi (1854) e il memoriale del vescovo polacco Antonio Valagin Manatusky (1869). 

memoriale di Bernardino Riccardi (1854) e il memoriale del Vescovo Antonio Valagin Manatusky (1869)
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Superato l'antico ingresso laterale, la quarta cappella è la Cappella dell'Annunziata.
Il Cardinale domenicano Juan de Torquemada elesse nel 1460 la cappella sede della Confraternita dell'Annunziata, che si occupava di dare una dote alle fanciulle povere per potersi sposare o per entrare in convento.
La tela d'altare di Antoniozzo Romano rappresenta proprio La Vergine consegna la dote alle fanciulle povere presentate dal Cardinale Torquemada (1500).

La Vergine consegna la dote alle fanciulle povere presentate dal Cardinale Torquemada (Antoniazzo Romano 1500)
Ai lati dell'altare un S.Domenico di Niccolò Stabbia (XVI secolo) e  un S.Giacinto (attribuito a Niccolò Stabbia XVI secolo).

ai lati dell'altare: a sinistra S.Domenico e a destra S.Giacinto (Niccolò Stabbia XVI secolo)
Lungo le pareti della cappella si trovano il monumento funebre del Cardinal Juan de Torquemada (ambito romano 1468), il monumento funebre del Cardinale Benedetto Giustiniani (1658) e il monumento funebre di Papa Urbano VII (Ambrogio Buonvicino 1613).

monumento funebre del Cardinale Juan de Torquemada (ambito romano 1468)
monumento funebre del Cardinale Benedetto Giustiniani (1658)
monumento funebre di Urbano VII (Ambrogio Buonvicino 1613)
La volta, il sottarco e le lunette sono state affrescate da Cesare Nebbia (1594/1614) con Storie della Vergine, Angeli musicanti e Infanzia di Gesù.

volta della cappella: Storie della Vergine, Angeli musicanti e Infanzia di Gesù (Cesare Nebbia 1594/1614)
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La quinta cappella è la Cappella Aldobrandini, eretta dal Cardinale Matteo Orsini e passata alla famiglia Aldobrandini nel 1587.

Cappella Aldobrandini
Quando il Cardinale Ippolito Aldobrandini divenne Papa col nome di Clemente VIII, la cappella venne rifatta da Giacomo della Porta, anche se i lavori furono terminati da Carlo Maderno.

Sull'altare della cappella si trova la tela Istituzione dell'Eucarestia di Federico Fiori (1607), affiancata a destra dalla statua di S.Pietro (Camillo Mariani 1600/1604) e il busto di un esponente della famiglia Aldobrandini (Ippolito Buzi 1600/1604), e a sinistra dalla statua di S.Paolo e il busto di Silvestro Aldobrandini (Camillo Mariani 1600/1604).

Istituzione dell'Eucarestia (Federico Fiori 1607)
S.Paolo (Camillo Mariani 1600/1604) e busto di Silvestro Aldobrandini (Camillo Mariani 1600/1604)
S.Pietro (Camillo Mariani 1600/1604)) e busto di un esponente della famiglia Aldobrandini (Ippolito Buzzi 1600/1604)
Disegnati da Giacomo della Porta, e realizzati da Nicolas Cordier, sono il monumento funebre di Silvestro Aldobrandini (padre del pontefice), affiancato dalle statue della Forza e della Prudenza (di Ippolito Buzzi), e il monumento funebre di Lesa Deti (madre del pontefice), affiancato dalle statue di Carità e Religione (di Camillo Mariani).

monumento funebre di Silvestro Aldobrandini (Giacomo della Porta/Nicolas Cordier 1611) - Forza e Prudenza (Ippolito Buzi)
monumento funebre di Lesa Deti (Giacom dellaPorta/Nicolas Cordier 1611) - Carità e Religione (Camillo Mariani)
La statua di S.Sebastiano della nicchia di fondo della parete destra è stata realizzata da Nicolas Cordier, mentre nella nicchia della parete sinistra, la statua di Clemente VIII è di Ippolito Buzi (1600/1604).

a destra della foto: S.Sebastiano (Nicolas Cordier)
a sinistra della foto: Clemente VIII (Ippolito Buzzi)
La volta e pennacchi della cappella furono affrescati da Cherubino Alberti con il Trionfo della Croce e Angeli portanti i simboli della Passione (1605/1611).

volta: Trionfo della Croce e Angeli recanti i simboli della Passione (Cherubino Alberti 1605/1611)
particolare della volta della Cappella Aldobrandini
Anche gli affreschi sulle pareti laterali sono di Cherubino Alberti (1605/1611): il Profeta Ezechiele (parete destra) e la Sibilla Eritrea (parete sinistra).
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A sinistra della Cappella Aldobrandini si trova il monumento funebre del Cardinale Francesco Bertazzoli, opera di Rinaldo Rinaldi (XIX secolo). 

monumento funebre del Cardinale Francesco Bertazzoli (Rinaldo Rinaldi XIX sec.)
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La sesta cappella è la Cappella di S.Raimondo di Penafort, fondata dal Cardinale Juan Diego De Coca nel XV secolo dedicandola ai SS. Paolo e Giovanni Battista.
Sull'altare con tarsie di marmi policromi vi è la tela S.Paolo e S.Raimondo di Penafort di Nicola Magnj (XVII secolo).

S.Paolo e S.Raimondo di Penafort (Nicola Magnj XVII sec.)
Sulla parete destra vi è il monumento funebre del Cardinale Juan Diego de Coca realizzato da Andrea Bregno (1465) e l'affresco Cristo giudice tra due angeli (scuola di Melozzo da Forlì).


monumento funebre del cardinale Juan Diego de Coca (Andrea Bregno 1465)
Sulla parete destra si trova il monumento funebre di Benedetto Sopranzi (scuola di Andrea Bregno 1495).

monumento funebre di Benedetto Sopranzi (scuola di Andrea Bregno 1495)
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A sinistra dell'ingresso della cappella, il dipinto S.Lucia e S.Agata posto sopra l'altare è di Girolamo Siciolante (1550).

S.Lucia e S.Agata (Girolamo Siciolante 1550)
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Si è giunti ora nel braccio destro del transetto della chiesa.

Sul lato occidentale si trova la piccola Cappella del Crocifisso, chiamata così per la presenza di un crocifisso ligneo del Quattrocento.

Cappella del Crocifisso
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Nella testata del braccio destro del transetto si trova la rinascimentale  Cappella dell'Annunciazione o Cappella Carafa.


Il Cardinale Oliviero Carafa, protettore dell'Ordine domenicano, ma anche grande avversario dei Turchi (nel 1472 comandò vittoriosamente la flotta papale permettendo alla Repubblica di Venezia l'annessione di Antalya), commissionò a Filippino Lippi di affrescare la cappella dedicata alla Vergine Annunziata e a S.Tommaso d'Aquino (1489/1492), con il quale il Cardinal Carafa condivideva l'ascendenza.

La bellezza e l'importanza del ciclo di affreschi della cappella merita di soffermarsi e di scrivere qualche parola in più!

Pilastri dipinti con grottesche (riferimento alla scoperta in quegli anni della Domus Aurea), affiancano l'affresco della parete di fondo della cappella.

affreschi della parete di fondo della cappella
L'affresco S.Tommaso d'Aquino presenta il Cardinale Carafa alla Vergine Annunziata è inquadrato in una trabeazione che poggia su pilastri marmorei decorati con candelabra dorate, a formare una pala d'altare.

S.Tommaso d'Aquino presenta il Cardinale Carafa alla Vergine Annunziata (Filippino Lippi)
Sullo scaffale in alto della rappresentazione, si trova una caraffa con un ramoscello d'olivo: è un'allusione al nome del committente Oliviero Carafa (olivo e Cara(f)fa), mentre in alto a sinistra, la volta a botte porta lo stemma dei Carafa: uno scudo con fasce rosse e bianche.
particolare dell'affresco: caraffa con il ramoscello d'olivo
particolare dell'affresco: scudo dei Carafa
Il resto della parete di fondo della cappella è decorato interamente con un affresco che rappresenta l'Assunzione della Vergine, circondata da angeli che suonano strumenti musicali delle truppe militari dell'epoca, alla presenza di diverse persone, gli Apostoli.

affresco superiore della parete di fondo della cappella: Assunzione della Vergine (Filippino Lippi)
Nella parte destra dell'affresco si può notare sullo sfondo una carovana: tra gli animali esotici si può individuare una giraffa, come quella che venne regalata a Lorenzo il Magnifico, per il quale Filippino Lippi lavorò e che consigliò al Cardinale Carafa la sua committenza.

particolare dell'affresco in cui si vede la carovana con giraffa

La parete destra della cappella è divisa in due parti.

affresco della parete destra della cappella
Nella parte bassa della parete è rappresentato il Trionfo di S.Tommaso d'Aquino sull'eresia, il trionfo della sapienza divina sull'errore.

Trionfo di S.Tommaso d'Aquino sull'eresia (Filippino Lippi)
Nell'affresco è rappresentato S.Tommaso d'Aquino seduto in trono, che tiene un libro aperto in una mano e con l'altra addita l'errore sdraiato ai sui piedi, impersonificato da Averoè.

particolare dell'affresco: Averoè
Il Santo è circondato da quattro figure femminili che impersonificano la Grammatica, la Retorica, la Filosofia e la Dialettica.

Sotto al Santo domenicano si trovano gli eretici: Mani porta un dito alle labbra, Eutiche ha un orecchino di perle, Ario ha un abito giallo, mentre Sabellio è vestito come un Dacio.
L'ultimo personaggio a destra del gruppo di sinistra è da identificarsi con Niccolò Orsini, capo dell'esercito papale.

particolare dell'affresco: gruppo di personaggi eretici
particolare dell'affresco: Mani
particolare dell'affresco: Niccolò Orsini
Nei due giovani in primo piano del gruppo sulla destra c'è chi ha voluto vederci Giulio Campagnola (a sinistra) e Giorgione (a destra), e Giovanni e Giulio De' Medici, futuri papi con i nomi di Leone X e Clemente VII.
particolare dell'affresco: Giulio Campagnola e Giorgione/Giovanni e Giulio de' Medici
Nel frate domenicano a destra si è invece voluto identificare Valentino Evangelisti da Camerino, che fu priore del convento della Minerva.
particolare dell'affresco: il priore Valentino Evangelisti da Camerino
Sulla sinistra dell'affresco si possono individuare nel paesaggio la Basilica e il Palazzo Lateranense con la statua equestre di Marco Aurelio nella sua posizione originale prima di essere spostata sul Campidoglio.
particolare dell'affresco: Basilica e Palazzo Lateranense con la statua equestre di Marco Aurelio
Tra i due gruppi di persone i libri eretici da bruciare. 

Nella lunetta superiore della parete è raffigurato a sinistra il Miracolo del Crocifisso che elogia S.Tommaso nel quale il Crocifisso avrebbe pronunciato le parole "Bene scriptisti mihi Thoma", facendo scappare un frate.

Nella scena gli angeli scostano il mantello a S.Tommaso per far vedere la cintura simbolo di castità: gli venne offerta per aver resistito alla prostituta inviatagli dalla sua famiglia per dissuaderlo dalla vita monastica.

Episodi della vita di S.Tommaso (Filippino Lippi)
A destra invece una scena nella quale sono state rappresentate alcune impersonificazioni: l'uomo con il mantello rosso che scende la scalinata rappresenterebbe Cristo, la donna in abito da monaca è la Chiesa, l'altra donna la Sinagoga, mentre il personaggio vestito di giallo cercherebbe di convertire il mussulmano indicandogli la Chiesa, il cagnolino il demonio che attenta alla purezza del bambino (il Clero).

La parete sinistra della cappella era un tempo occupata da un affresco che raffigurava la Psycomachia (la lotta tra i Vizi e le Virtù), oggi perduto.
Al suo posto si trova il monumento funebre di Paolo IV (al secolo Gianpietro Carafa, e nipote del Cardinale Oliviero Carafa), disegnato da Pirro Ligorio e opera di Giacomo e Tommaso Cassignuola, fatto erigere nel 1566 da S.Pio V.
Il monumento conserva l'unico stemma di Paolo IV a Roma, essendo stati tutti distrutti dai Romani dopo la sua morte.

monumento funebre di Paolo IV (Giacomo e Tommaso Cassignola su disegno di Pirro Ligorio 1566)
La volta della cappella, dipinta da Raffaellino del Garbo, è divisa in quattro vele, all'incrocio delle quali si trova lo stemma dei Carafa associato all'anello coi diamanti dei Medici, per ricordare il riavvicinamento tra la corte aragonese di Napoli, di cui il Cardinal Carafa era un rappresentante, e Firenze.
In ogni vela è rappresentata una Sibilla: la Sibilla Delfica, la Sibilla Cumana, la Sibilla Tiburtina e la Sibilla Ellespontina.

volta della cappella con Sibille (Raffaellino del Garbo)
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Alla sinistra della Cappella Carafa in alto si trova il monumento funebre di Guillaume Durand (Giovanni di Cosma 1296,) con tessere vitree, posto prima nella Cappella Altieri.

monumento funebre di Guillaume Durand (Giovanni di Cosma 1296)
In basso si trova invece il monumento funebre di Onofrio Camaiani (ambito romano 1574).

in basso: monumento funebre di Onofrio Camaiani (ambito romano 1574)
Sulla destra della Cappela Carafa si trova il monumento funebre di Emilio Pucci Pandolfi, opera di Giacomo della Porta (1595), commissionato da Clemente VIII.

monumento funebre di Emilio Pucci Pandolfi (Giacomo della Porta 1595)
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Sul lato orientale del transetto destro si trovano due cappelle.
La cappella più vicina all'altare maggiore è la Cappella Capranica, dove furono custodite le spoglie di S.Caterina da Siena dal 1430 al 1855.

Cappella Capranica
Nel 1579 la cappella venne dedicata alla Madonna del Rosario e vennero dipinte da Marcello Venusti le tele della volta con i Misteri del Rosario, tra cornici in stucco.
Il riquadro La Coronazione di spine fu ridipinto da Carlo Saraceni nel XVII secolo.

volta: Misteri del Rosario (Marcello Venusti 1579)
Sulle pareti Giovanni de' Vecchi ha invece dipinto il ciclo di affreschi delle Storie di S.Caterina da Siena (1586).

Storie di S.Caterina da Siena (Giovanni de' Vecchi 1586)
Storie di S.Caterina da Siena (Giovanni de' Vecchi 1586)
Sull'altare si trova la tela Madonna del Rosario di Michelangelo Cerruti (XVIII secolo).

Madonna del Rosario (Michelangelo Cerruti XVIII secolo)
Il monumento funebre di Domenico Capranica è opera di Andrea Bregno (1466).

monumento funebre del Cardinale Domenico Capranica (Andrea Bregno1466)
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L'altra cappella del lato orientale del transetto destro è la Cappella di Ognissanti, o a Cappella Altieri, dedicata alla Vergine e a tutti i Santi.
Le sue pareti sono rivestite in marmo.

Cappella di Ognissanti
Cappella Ognissanti
Sull'altare la tela S.Pietro presenta alla Vergine cinque Santi è opera di Carlo Maratti (1671).

S.Pietro presenta alla Vergine cinque Santi (Carlo Maratti 1671)
Nella lunetta La Trinità eseguita da Giovanni Battista Gaulli (detto Baciccia 1671).

La Trinità (Giovanni Battista Gaulli 1671)
Cosimo Fancielli ha eseguito il busto di Lorenzo Altieri (padre di Clemente X Altieri), e il busto di Giovanni Battista Altieri (fratello del papa) presenti sulle due pareti laterali della cappella.

busto di Lorenzo Altieri (Cosimo Fancelli)
busto di Giovanni Battista Altieri (Cosimo Fancelli 1671)
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In alto, tra queste ultime due cappelle, si trova l'organo commissionato nel 1630 dal Cardinale Scipione Borghese a Ennio Bonifazi.

organo transetto destro
Nel braccio sinistro del transetto, tra il Vestibolo e la Cappella Frangipane, vi è un organo quasi uguale.
L'organo del braccio destro del transetto fu  saccheggiato e incendiato, mentre le canne dell'organo del braccio sinistro del transetto sono state portate nel Duomo di Sutri.
Le cantorie furono decorate da Paolo Maruscelli.

organo del braccio sinistro del transetto
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Siamo giunti ora davanti alla Cappella del Coro o Cappella Medicea, in quanto dopo essere stato modificato in stile gotico il coro da Antonio da Sangallo il Giovane nel '500, venne ingrandita l'abside nel '600 da Carlo Maderno per accogliere i monumenti funebri di due Papi della famiglia de' Medici: il monumento funebre di Leone X e il monumento funebre di Clemente VII.

Cappella del Coro o Medicea
Alla realizzazione dei due monumenti, qui collocati nel 1540, lavorarono Baccio Bandinelli, Raffaello da Montelupo e Nanni di Baccio Bigio.

monumento funebre di Leone X (Baccio Bandinelli, Raffaello da Montelupo, Nanni di Baccio Bigio)
monumento funebre di Clemente VII (Baccio Bandinelli, Raffaello da Montelupo, Nanni di Baccio Bigio)
Tre grandi bifore con raffigurazioni di Santi dell'Ordine Domenicano (disegni di Bernardino Riccardi), sormontate da altrettanti rosoni, illuminano l'abside.

bifore e rosoni dell'abside
bifora dell'abside
bifora dell'abside
bifora dell'abside
L'altare maggiore, opera goticheggiante di Giuseppe Fontana, accoglie la spoglie di S.Caterina da Siena, ritrasferita nel luogo dove fu è esposta subito dopo la sua morte, avvenuta il 29 aprile 1380.

altare maggiore con le spoglie di S.Caterina da Siena
La Santa infatti passò gli ultimi due anni di vita a Roma, in una casa che sorgeva a pochi metri dalla Basilica di S.Maria sopra Minerva.
Nel 1637 il Cardinale Antonio Barberini fece ricostruire, dietro alla Sacrestia della basilica, la camera dove morì S.Caterina, con il pavimento e la decorazione con due affreschi di Melozzo da Forlì (Crocifissione e Annunciazione) delle pareti originali di quella casa in Via S.Chiara.
Crocifissione e Annunciazione (Melozzo da Forlì)

Il sepolcro quattrocentesco della Santa era posto sino al 1855 nella Cappella Capranica.
Non contiene interamente il corpo di Caterina Benincasa: il teschio e un dito della Santa canonizzata nel 1461 e divenuta Patrona d'Italia, si trovano a Siena,  sua città natale.

La statua giacente del sarcofago di S.Caterina da Siena, a grandezza naturale ricavata da una statua di recupero, è un'opera attribuita a Isaia da Pisa, ma cronologicamente e stilisticamente l'attribuzione non è esatta (negli anni '30 del Quattrocento l'artista non esercitava autonomamente).
Probabilmente il monumento funebre fu eseguito da marmorari romani affiancati da artisti toscani.

altare maggiore con la statua giacente e le spoglie di S.Caterina da Siena
Il pavimento dell'abside accoglie anche la lastra tombale del cardinale umanista Pietro Bembo (1547).

Ai lati della Cappella del Coro si trovano due statue: a destra un S.Giovanni Battista di G.Obici (XIX secolo), e sulla sinistra il Cristo Redentore (o Cristo Portacroce) di Michelangelo.

S.Giovanni Battista (G.Obici XIX secolo)
Il Cristo Redentore fu commissionato a Michelangelo dal nobile romano  Metello Vari.

Cristo Redentore (Michelangelo 1519/1520)
Quando, procedendo dal basso, l'artista arrivò a scolpire il viso, si accorse di una venatura del marmo che avrebbe attraversato il volto.
Perciò Michelangelo vendette al committente la stata solo per il valore del marmo.
Questa venne acquistata da Vincenzo Giustiniani per l'altare della Chiesa di Bassano.
Michelangelo poi sbozzò una seconda versione (1519/1520) a Firenze e la mandò a Roma ai suoi discepoli Pietro Urbano e Federico Frizzi per essere finita, ma rimase deluso della realizzazione.
Il panneggio bronzeo, la cosiddetta "braghetta", venne aggiunto dopo, durante la Controriforma.
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Entrando nel braccio sinistro del transetto, sul lato orientale di questo, si trova accanto alla Cappella del Coro il cosiddetto Vestibolo, che ha preso il posto nel XVII secolo della Cappella Rustici e Cenci, soppressa per creare un ingresso da Via Beato Angelico.

Vestibolo
In questo ambiente sono allineate lungo le pareti alcuni monumenti funebri.

Sulla parete di fondo si trova il monumento funebre del Cardinale Carlo Bonelli, progettato probabilmente da Rainaldi (1675).

monumento funebre del Cardinale Carlo Bonelli (Carlo Rainaldi 1675)
Artisti della cerchia berniniana (Giovan Francesco De Rossi, Ettore Ferrata, Filippo Carcani e Michel Maille), hanno realizzato le figure allegoriche e le personificazioni della Prudenza, della Giustizia, della Carità e della Religione.

particolare del monumento con stemma
particolare del monumento funebre
particolare del monumento funebre


particolare del monumento funebre
particolare del monumento funebre






















Sulla parete destra del Vestibolo si trova il monumento funebre del Cardinale Domenico Pimentel, progettato dal Bernini ed eseguito dai suoi collaboratori: Antonio Raggi, G.Antonio Mari e Ercole Ferrata.

monumento funebre del Cardinale Domenico Pimentel (G.L.Bernini e collaboratori 1653)
particolare del monumento funebre
A destra di questa sepoltura si trova il monumento funebre di Latino e Matteo Orsini (ambito romano XII-XIV-XVII secolo).

monumento funebre di Latino e Matteo Orsini (ambito romano XII-XIV-XVII secolo)
Sempre lungo questa parete, vicino alla parete di fondo del Vestibolo, si trova il monumento funebre di Cinzio e Marcello Rustici (1488), opera della scuola di Andrea Bregno.

monumento funebre di Cinzio e Matteo Rustici (scuola di Andrea Bregno 1488)
Sulla parete sinistra del Vestibolo si trova il monumento funebre del Cardinale
Michele Bonelli, opera di Giacomo della Porta (1598/1611).
Le statue del Cardinale, della Prudenza e della Religione sono di Silla di Vigiù.

monumento funebre del Cardinale Michele Bonelli (Giacomo della Porta e Silla di Vigiù 1598/1611)
Sulla stessa parete si trovano il monumento funebre di Agapito e Paolo Rustici (scuola di Andrea Bregno 1488), e la lastra tombale del Beato Angelico, proclamato "Patrono universale degli artisti", opera di Isaia da Pisa (1455).

lastra tombale del Beato Angelico (Isaia da Pisa 1455)
Fra' Giovanni da Fiesole, noto come Beato Angelico, apparteneva all'Ordine domenicano dei predicatori, e morì nel convento nel 1455.


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Alla sinistra del Vestibolo si trova la Cappella Frangipane e Maddaleni-Capiferro.

Cappella Frangipane e Maddaleni-Capiferro (vista dal Vestibolo)
Cappella Frangipane e Maddaleni-Capiferro
Sull'altare della cappella si trova la Madonna col Bambino attribuita in passato alla bottega del Beato Angelico (XV secolo), ma probabilmente opera di Benozzo Gozzoli.
 
Madonna col Bambino (bottega del Beato Angelico)
I dipinti di S.Francesco e di S.Francesca Romana, posti ai lati della tela, sono del Parone (1562/1644).

Lungo la parete destra vi è il monumento funebre di Giovanni Arberini (attribuito ad Agostino di Duccio XV secolo), ricavato da un sarcofago classico del V secolo a.C. con il bassorilievo di Ercole e il leone di Nemea.

monumento funebre di Giovanni Arberini (attr. ad Agostino di Duccio -  XV sec.)
Ercole e il leone di Nemea del monumento funebre di Giovanni Arberini
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Tra la Cappella Frangipani e la Cappella di S.Domenico, si trova il passaggio per accedere alla Sacrestia.

Sacrestia
La decorazione della Sacrestia fu commissionata da Antonio Barberini e realizzata da Andrea Sacchi, come la pala d'altare che rappresenta il Crocifisso con quattro Santi (1637).

Crocifisso con quattro Santi (Andrea Sacchi 1637)
Di Armanno Fiammingo sono gli ornati e le figure allegoriche affrescate nella volta (XVII secolo), mentre l'affresco della Gloria di S.Domenico è stato attribuito a Giuseppe Paglia (XVII secolo).
Gli arredi lignei portano le api simbolo della famiglia Barberini.
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Sul lato occidentale del braccio sinistro del transetto si trova il monumento funebre di Andrea Bregno (1506), opera attribuita a Luigi Capponi, suo allievo preferito, che ha rappresentato il maestro con i suoi strumenti di lavoro.

monumento funebre di Andrea Bregno (attr. a Luigi Capponi1506)
Inoltre vi è l'altare di S.Giacinto con il dipinto dell'Apparizione della Madonna a S.Giacinto di Ottaviano Leoni detto il Padovanino (1598), che sostituì lo stendardo della Madonna del Rosario spostata nella Cappella Capranica.

Apparizione della Madonna a S.Giacinto (Ottaviano Leoni detto il Padovanino 1598)
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Alla testata del braccio sinistro del transetto si trova la Cappella di S.Domenico.

Cappella di S.Domenico
Ricostruita nel 1648 ad opera di Marino Longhi, la cappella fu ampliata e rimase incompiuta fino alla ristrutturazione di Filippo Raguzzini nel 1725, per volere di Papa Benedetto XIII.

Sulla parete destra si trova il monumento funebre di Benedetto XIII, disegnato da Carlo Marchionni e realizzato da Pietro Bracci e collaboratori (1734/1739).
Sul paliotto è raffigurato Il Concilio romano presieduto da Benedetto XIII.

monumento funebre di Benedetto XIII (Pietro Bracci e collaboratori 1734/1739)
Sulla parete sinistra è posto il gruppo scultoreo Madonna col Bambino e i SS.Giovanni Battista e Giovanni Evangelista bambini, opera di Francesco Grassia (1670).

Madonna col Bambino e i SS.Giovanni Battista e Giovanni Evangelista bambini (Francesco Grassia 1670)
Sull'altare La Madonna che offre l'icona con S.Domenico tra S.Caterina e S.Maria Maddalena di Paolo de Matteis (1723/1726).

La Madonna che offre l'icona di S.Domenico tra S.Caterina  S.Maria Maddalena (Paolo de Matteis 1723/1726)
Le volte sono state decorate da Carlo Roncalli che vi ha raffigurato Virtù, Angeli e Putti, e la Gloria dello Spirito Santo (1725).
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Continuando la visita della chiesa si passa alla sesta cappella della navata sinistra, la Cappella S.Pio V.

Cappella S.Pio V
Fu costruita dopo il 1560, in quanto è una delle cappella di questa navata che ha preso il posto di parte del chiostro addossato alla chiesa.
Dopo essere stata inizialmente dedicata a S.Girolamo, fu intitolata nel 1710 a S.Pio V.

Sull'altare la tela S.Pio eleva il Crocifisso sul turco sconfitto, di Andrea Procaccini (1710/1720).

S.Pio eleva il Crocifisso sul turco sconfitto (Andrea Procaccini 1710/1720)
Sulla parete destra vi è la tela di Lazzaro Baldi che raffigura Un Angelo mostra a Pio V la battaglia di Lepanto (1672), stendardo esposto alla canonizzazione del Santo.

Un Angelo mostra a Pio V la battaglia di Lepanto (Lazzaro Baldi 1672)
Sulla parete sinistra vi è invece la tela Assunzione della Vergine, sempre di Lazzaro Baldi (1672/1799).

Assunzione della Vergine (Lazzaro Baldi 1672/1699)
Sulla volta gli Angeli con le insegne papali e lo Spirito Santo sono stati affrescati da Michelangelo Cerruti  (1710/1726).
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Sul quinto pilastro della navata laterale, si trova il cenotafio della Beata Maria Raggi, realizzato dal Bernini tra il 1647 e il 1653.

cenotafio della Beata Maria Raggi (G.Lorenzo Bernini 1647/1653)
particolare del monumento funebre
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La quinta cappella è la Cappella Lante della Rovere, dedicata a S.Giacomo Maggiore.

Cappella Lante della Rovere
Marcello Venusti è l'artista che ha realizzato il dipinto S.Giacomo Maggiore posto sull'altare (1570/1580).

S.Giacomo Maggiore (Marcello Venusti 1570/1580)
Sulla parete destra si trova il monumento funebre di Maria Colonna, opera di Pietro Tenerani (1840).

monumento funebre di Maria Colonna ((Pietro Tenerani 1840)
Sulla parete sinistra è posto il monumento funebre di Carlotta e Livia Lante della Rovere, opera di Pietro Tenerani (1869/1891).

monumento funebre di Carlotta e Livia della Rovere ((Pietro Tenerani 1869/1891)
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Sulla destra della cappella si trova il monumento funebre di Ottaviano Ubaldini della Gherardesca, realizzato in ambito romano (1622/1644).
Giuliano Finelli ha realizzato i putti, mentre l'effige in mosaico marmoreo è di Giovanni Battista Calandra (forse su un modello di Simon Vouet).

monumento funebre di Ottaviano Ubaldini della Gherardesca (ambito romano 1622/1644)
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A questo punto della chiesa, attaccato ad un pilastro e affacciato sulla navata centrale, si trova il pulpito in legno intagliato del XVI secolo con le raffigurazioni di S.Domenico, S.Tommaso d'Aquino, il Rosario, la Resurrezione, la Morte di S.Pietro Martire.

pulpito ligneo (XVI sec.)
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La quarta cappella è la Cappella Giustiniani, fatta costruire dal padre generale dell'Ordine domenicano Vincenzo Giustiniani nel 1570.
La cappella è dedicata a S.Vincenzo Ferreri.

Cappella Giustiniani
Sull'altare della cappella la tela di Bernardo Castello rappresenta il S.Vincenzo Ferreri al Concilio di Costanza (1584).

S.Vincenzo Ferreri al Concilio di Costanza (Bernardo Castello 1584)
Sulla parete destra si trova il monumento funebre di Giuseppe Giustiniani (ambito romano 1600).

monumento funebre di Giuseppe Giustiniani (ambito romano 1600)
Sulla parete sinistra vi è il monumento funebre del Cardinale Vincenzo Giustiniani (ambito romano 1582).

monumento funebre del Cardinale Vincenzo Giustiniani (ambito romano 1582)
La Madonna col Bambino custodita nella cappella è opera di un anonimo romano del XIII/XIV secolo o di Duccio da Boninsegna.

Madonna col Bambino (anonimo romano del XIII/XIV secolo o di Duccio da Boninsegna)
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A sinistra della cappella si può notare il monumento funebre di Giovanni Vigevano, opera di G.Lorenzo Bernini (1617/1618).

monumento funebre di Giovanni Vigevano (G-Lorenzo Bernini 1617/1618)
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La terza cappella è la Cappella Grazioli Lante della Rovere, dedicata inizialmente a S.Sebastiano fu poi intitolata al SS.Salvatore.

Cappella Grazioli Lante della Rovere
La tela della lunetta sul fondo della cappella rappresenta l'Adorazione dei pastori (ambito romano 1590/1610).

Adorazione dei pastori (ambito romano 1590/1610)
L'altare racchiude la statuetta in marmo di S.Filippo Neri (ambito romano 1727), al di sopra della quale è posta una tempera raffigurante Gesù Cristo (scuola del Perugino 1490/1510).

altare della Cappella Grazioli Lante della Rovere
Gesù Cristo (scuola del Perugino 1490/1510)
A destra dell'altare la statua di S.Sebastiano opera attribuita a Michele Marini (XV/XVI secolo), mentre a sinistra vi è la statua di S.Giovanni Battista di Ambrogio Buonvicino (1602/1603).

S.Sebastiano (attr. Michele Marini XV/XVI sec.)
S.Giovanni Battista (Ambrogio Buonvicino 1602/1603)
Sulla parete destra il monumento funebre di Agostino Maffei (scuola di Andrea Bregno o della scuola di Mimmo da Fiesole 1496), mentre sulla parete sinistra è posto il monumento funebre di Benedetto Maffei (ambito romano 1494).

monumento funebre di Agostino Maffei (scuola di Andrea Bregno o scuola di Mimmo da Fiesole 1496)
monumento funebre di Benedetto Maffei (ambito romano 1494)
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Sul terzo pilastro della navata è stato posto il monumento funebre di Fabio e Ippolito De' Amicis (Pietro da Cortona 1651).

monumento funebre di Fabio e Ippolito De' Amicis (Pietro da Cortona 1651)
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La seconda cappella è la Cappella Naro o Cappella di S.Giovanni Battista, fondata nel XV secolo dal mercante fiorentino Giovanni Tornabuoni che la dedicò a S.Giovanni Battista.

Cappella Naro
Gli affreschi eseguiti dal Ghirlandaio sono andati perduti.
Rimangono dell'antica decorazione i due putti che fiancheggiano gli arconi d'ingresso delle cappelle Carafa e di S.Domenico.
Passata alla famiglia Naro, la cappella fu modificata.

Francesco Nappi ha dipinto nella volta i Quattro Profeti tra angioletti, sui pennacchi i Quattro Evangelisti e nella lunetta della parete di fondo La Predicazione del Battista (1600).

volta, pennacchi e lunetta della Cappella Naro (Francesco Nappi 1600)
lunetta: La Predicazione del Battista (Francesco Nappi 1600)
Sempre Francesco Nappi ha realizzato la tela sull'altare: S.Giovanni Battista (1600).

S.Giovanni Battista (Francesco Nappi 1600)
Il disegno del ritratto nel monumento funebre del Cardinale Gregorio Nari posto lungo la parete sinistra, è attribuito a G.Lorenzo Bernini (1634).

monumento funebre del Cardinale Gregorio Naro (disegno attr. a G.Lorenzo Bernini 1634)
Sulla parete destra si trova il monumento funebre di Giuseppe Battista Naro (anonimo romano del XVII secolo).

monumento funebre di Giovanni Battista Naro (anonimo romano del XVII sec.)
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La prima cappella della navata sinistra è la Cappella del Sacro Cuore.

Cappella del Sacro Cuore
Sull'altare la tela Cristo tra S.Caterina da Siena e S.Maria Alocoque è opera di Corrado Mezzana (1922).

Cristo tra S.Caterina da Siena e S.Maria Alocoque (Corrado Mezzana 1922)
Sulla parete destra vi è il monumento funebre di Vincenzo Maccarani (ambito romano 1577), mentre sulla parete sinistra è posto il busto di Girolamo Buttigella opera del Sansovino (1515).

monumento funebre di Vincenzo Maccarani (ambito romano 1577)
busto di Girolamo Buttigella (Sansovino XVI sec.)
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A sinistra della cappella si trova in alto il  monumento funebre del Cardinale attribuito a Giacomo Tebaldi di Andrea Bregno e Giovanni Dalmata (1466) , mentre in basso il monumento funebre di Francesco Tornabuoni opera di Mino da Fiesole (1480).

in alto: monumento funebre del Cardinale Giacomo Tebaldi (Andrea Bregno 1466) - in basso: monumento funebre di Francesco Tornabuoni (Mino da Fiesole 1480)
Sul primo pilastro della navata è posto il monumento funebre di Cesare Fabretti di Camillo Rusconi (1700).

monumento funebre di Cesare Fabretti (Camillo Rusconi)
Anche sulla controfacciata si trovano alcuni monumenti funebri: il monumento funebre di Virgina Pucci (ignoto romano 1568 - busto attr. a Nicolas Cordier 1600/1610), il monumento funebre di Nerone Diotisalvi (att. ad Andrea Bregno o a Giovanni Dalmata - XV secolo), nobile fiorentino bandito da Piero de' Medici per aver cospirato contro la sua famiglia, il monumento funebre di Giovan Battista Galletto di Andrea Sansovino (XVI secolo) e il monumento funebre di Lattanzio Roncioni (1400).

monumento funebre di Virginia Pucci (ignoto romano 1568 - busto attr. a Nicolas Cordier 1600/1610)
monumento funebre di Nerone Diotisalvi (attr. Andrea Bregno o a Giovanni Dalmata XV sec.)
monumento funebre di Giovan Battista Galletto (Andrea Sansovino XVI sec.)
monumento funebre di Lattanzio Roncioni (1400)
Le acquasantiere sorrette da putti sono opera di Ottaviano Lazzari (1588).

acquasantiera (Ottaviano Lazzari 1588)
La decorazione del pavimento in marmo bianco e grigio è di Giuseppe Cassetta.

www.santamariasopraminerva.it
Orario: lunedì/venerdì  7.30/19.00
             sabato              7.30/12.30    15.30/19.00
             domenica         8.00/12.30    15.30/19.00


CONCLUSIONI
Esempio di quando il gotico incontra il barocco, la Basilica di Santa Maria sopra Minerva rappresenta uno scrigno dove le opere d'arte di questi due stili si miscelano perfettamente.
Anche se l'aver cercato di riportare la chiesa al suo stato originale, con decorazioni gotiche aggiunte, può risultare un falso storico, entrando nella chiesa si può ritrovare quell'atmosfera che difficilmente è presente in altri luoghi a Roma.